AnchePOESIA

INNO ALLA SOLITUDINE, DURANTE NOTTE SPESA DA BOHEMIENE,

RIVOLTATO SU SE STESSO, ESAUSTO, SPORCO, SGUALCITO,

IN UN ANGOLO BUIO, SOLO E SENZA RESPIRO

“Incontro ravvicinato” con il Lato Oscuro

di Telemaco Pepe

Commento all'articolo


La pioggia che batte sugli angoli sporchi ed oscuri accanto all’insegna dell’ultimo pub irlandese, camicia sgualcita e lercia, “reduce” da innumerevoli notti insonni, pensieri

Tamburo-battenti, ossessivo-compulsivi conferiscono un gotico ritmo all’ennesima, incomprensibile notte distorta da macabre illusioni, squarcio di tenebra perennemente vissuta sull’orlo di un baratro appiccicato sulla mia schiena, in attesa si faccia ancor piu’ tetro, quel cielo avvolto da sadiche nubi, aventi forma di occhi spiritati e denti digrignanti, manifesto sonoro del mio tribolare fra demoni ed angeli, angeli e demoni, notte maledetta, l’ennesima notte maledetta, entri nel locale e nessuno ti saluta, ti siedi e nessuno viene a chiederti ordinazioni, ti sdrai, completamente esausto, provocatoriamente sul tavolino un tempo “teatro” di accese, animate ed espressive discussioni con cari amici di quel tempo che fu. Ognuno dona amore all’altro, ed io, spione ruffiano incompreso vigliacco di me stesso segregato su quell’olezzoso pezzo di legno, ancora maleodorante di odiata birra, nessuno viene a pulire ed a pulirti, nessuno sente il bisogno della tua presenza, inaccettato, scarto di una sera come tante altre, saluto una dolce, irresistibile ninfetta ma lei, con mio stupore, fugge e mi lascia con il cervello interdetto, lievemente pietrificato, comunque ancora sotto controllo. Cerco facce, m’incuneo in sguardi che possano almeno indicarmi quale sia uno straccio di retta via al fine di concludere con dignita’ ed orgoglio una nottata figlia legittima di puttane e biscazzieri, stupri e caldissimi baci seguiti da un violento, rovente rapporto sessuale, fino ad un attimo prima proibito.

Stravarico braccia e gambe, in un patetico tentativo di destare un barlume di

Attenzione, in fondo sono solo l’ombra di un ricordo di serata condotta a vele

Spiegate trainate da debordanti risate, e ritmate da sarcastici, acuti commenti

Da bohemiène spesso sdraiato su inutili orpelli psichedelici illegittimi padri di

Sperticati, scorticati sogni pervasi di acida, pomposa teatralita’, teatralita’ di

Primadonna che vende i suoi pregiati, dorati sogni a misconosciuti passanti od

A coppie in crisi d’identita’, pronte a quel senso di riconciliamento a me sin troppo

Sconosciuto, in vita. E’ giunto, finalmente, attesissimo, il punto dell’OK CORRAL, esso sancisce il mio piu’ totale, sconvolgente disinteressamento verso coloro che non mi hanno saputo regalare che sconforto e tanta, somma indifferenza, vengo ucciso minuto dopo minuto, redento mi sento a stento, agognato lamento, anticamera del tormento. Obliabile, questo momento di vita mal condotta, mal apprezzata, mal amata, il Lato Oscuro della mia psiche si e’ intrufolato, bastardo e scaltro, nell’allegoria fulminante sulla quale il mio debole, vulnerabilissimo ego era solito appoggiarsi……… La manie di persecuzioni di un isolato, represso, boicottato individuo, la cui unica attivita’ risiede nel trascinarsi, scontatamente, pateticamente in un mare di irrisolutezze, ego ora schiacciato da una totale mancanza di stima, vegetale anarchico rivoltato su se stesso ed i propri apparentemente irrisolvibili, irreversibili e caustici dilemmi.

Osservo, mentre il mio fegato si apre in un riso di scherno pronto a vomitare

Reboante risentimento sul primo passante, una coppia di felici innamorati scambiarsi un infinito bacio di riconciliazione, mentre il sottoscritto, malato e perverso, scruta con indagare malefico e sottilmente glaciale, il loro legittimo operato. Non mi importa se cio’ sarebbe stato tutto quello che invece mai e’ stato, e forse mai sara’; l’unico valore accertato, comune denominatore di questa perpetua decadenza notturna e’ un generale, obliquo cancellamento di ogni singola sensazione, lo sventramento di una sensibilita’ atta ad estinguersi, prima o poi, onde lasciare posto e gloria al Sovrano Dio Cinismo. Sabato nero, per un’anima nera, in diabolica suggestione verso incroci di strada scarsamente illuminati, rispettanti un copione di serrata cinematografia grandguignolesca, sferzante in quei chiaroscuri cosi’ ambigui, cosi’ selvaggiamente contorti, espressivamente inespressivi. E mentre tutti tornano a casa, soddisfatti ed appagati della loro giornata lavorativa, felicitati della sempre fedele presenza dell’insostituibile consorte, io mi dileguo, pacatamente, senza far trillare nemmeno il pavimento, sicuro, una volta di piu’, di aver celebrato la mia imponderabile, assoluta, inconvertibile, inespugnabile solitudine.

Lei si… davvero la mia Dea…….


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