Vivono, in me
due nature contrastanti
la normalità
in mezzo!
La normalità è inutile!
Tutto sembra così
FALSO
Giocherò finché posso.
Poi ve la darò vinta.
Le forze non sono infinite
io neppure, purtroppo.
Vivrò una vita che non vorrei .
La pazzia e la normalità
in un vortice spaventoso.
Tutto è confuso e meraviglioso.
A volte tremendo.
Vivere diviene un vizio
che nessuno può toglierti.
Amare, una ragione.
Pensare,
un passatempo interessante.
La realtà è che il tempo disponibile
per ciò che si desidera davvero
è sempre scarso.
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Avevo fatto, tanta, troppa
strada ed ora quella lettera, mi sembrava un immeritato pugno
in faccia. Non conoscevo bene l'inglese, ma ero riuscita a tradurre
benissi-mo, quello che la puttana svedese, come allora la consideravo,
aveva scritto al presunto mio ragazzo. Lei era stata fin troppo
chiara; avevo in testa un bel paio di pesanti corna! L. parlava
di A. e conosceva cose che solo chi ha l'immeritata sfiga di
dormirci insieme può sapere. (Non scriverò, in
questa storia i nomi per intero, non serve ai fini della narrazione
e il mio messaggio giungerà ugual-mente ai veri destinatari,
che si riconosceranno con facilità nelle mie parole) Ero
lì, in quella casa di Rue des Etuves, abitata, avevo scoperto,
da due libertini impenitenti(non ho nulla, intendiamoci, contro
la categoria in sé, ma in questo caso concedetemi almeno
un leggero disappunto nello scoprire che chi amavo ne faceva
parte)e non avevo la benché minima idea su come avrei
dovuto reagire all'"entusiasmante scoperta". Volevo
soltanto tornarmene da dov'ero venuta e concedermi almeno un
mesetto di sana e giustificata disperazione, ma non avevo franchi
per comprare il biglietto e le lire le custodiva A. , che fungeva
da cambio all'occorrenza, ed era uscito per andare all'università.
Mi sentivo in gabbia , con il cuore, o quello che ne rimaneva,
rosicchiato dalla tristezza, dall'umiliazione, dall'orgoglio,
che se avesse potuto parlare, in quella occasione, avrebbe sicuramente
urlato. Riposi quello schifo di lettera, sì perché
la svedese oltre che troia era pure negata come scrittrice, accesi
lo stereo e mi sedetti, ad ascoltare Alanis con la sua bellissima
"Ironic". Non fu necessario attendere a lungo. Lui
entrò sorridente, perché nel suo piccolo mondo
del cazzo, fatto di falsi equilibri e scopate fortuite, non era
cambiato nulla. Io no, io non sorridevo, tremavo e basta, perché
ormai un ennesimo castello , costruito su fondamenta malsane,
mi era crollato addosso, per sempre. Lo guardai negli occhi,
con una calma che non si addiceva alla situazione: "Non
hai nulla da dirmi A. ?"(So di non aver formulato una domanda
pertinente, ma facevo veramente fatica a mettere in fila i pensieri)e
lui , con un'espressione da ebete che non mi aveva , fino ad
allora mai mostrato "No, |