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...chitarre strizzate
all'unisono, lame taglienti sporche di sangue fresco, bizzarre
litanie solcanti verdi prati rinsecchiti da un rigido, dispettoso
inverno, drumming furioso, iconoclastia di uno stupro ancora
in atto, scale salite vertiginosamente dall'assassino, cado,
durante il sogno, tra le braccia di vedova nera, vedo qualcuno
salire furiosamente le scale, e poi inciampare, un colpo secco
all'addome e per il fuggiasco non c'e' piu' niente da fare...
squilli di tromba acuminati si rincorrono ed assoli distorti
di chitarre si stagliano sul corpo della vittima come gelide
ferite da taglio, il sangue che scorre, e quei minuti che scorrono
lentissimi, sono uno spettatore che non ha piu' fiato, frenesia
che travolge i miei occhi, cieco! - per un attimo, poi di nuovo
luce, luce abbagliante, incubo penetrante, sono solo vaga pedina
di una mente malata che mi guida verso il suo oblio, mentre l'assassino
frantuma le mie residue speranza di fuga rincorrendomi sadicamente
emettendo versi raccappriccianti strozzati dalla sua gola, rigurgiti
afoni ed incomprensibili, lo schermo che si spacca in piu' inquadrature,
decine di sogni paralleli e quasi indistinguibili mi fanno fuorviano
il mio gia' precario orientamento, cado, e ricado, ricando nuovamente,
un coltello viene lanciato con dirompente potenza ma centra uno
specchio sulla parete destra, dove sono visibili tracce di sangue
essiccato, ma non per questo meno impietoso... le scale, le scale...
!!!...dove sono le scale......????....... l'affanno scandisce
il tempo, ed i miei battiti di cuore sono l'ideale, macabro controcanto
ai passi, pesanti e deliranti, del mio giustiziere... vorrei
parlare al vento, vorrei che mi portasse via, con soffio prepotente,
per poter navigare nuovamente in mezzo all'Oceano sconfinato
e senza alcun punto di orientamento, su una zattera a migliaia
di Km dal primo posto abitabile sulla faccia di questo ingombrante
pianeta... vorrei, vorrei... uscire da questo sogno... e non
farvi piu' ritorno, troppi peccati ho visto consumarsi questa
notte, notte di selvaggia, disarmante schizophrenia, notte dove
il sangue pare essere l'unico comune denominatore, e gli spettri
della mente si avvicendano entusiasti fino a scomparire, quasi
per gioco, attraverso i muri e riaffiorare solo negli oscuri
ricordi della gente... ...e' venuta l'ora di riaprire gli occhi....... E la luce graffiante
e possente del giorno si riappropria della mia quotidianita'...
...e ruba il colore dei miei vestiti.... ...mi stropiccio pigramente
gli occhi................. mentre lacrime di un dolce pianto
solcano tenui tracciati sul viso... |