PrimiPASSI

 


di Barbara Giuliani

Commento all'articolo


Un grazie di cuore a tutti quelli che mi hanno ispirato e fatto espirare

Barbara Giuliani

Capitolo primo: introduzione.
Biografia o sbiografia, questo è il problema. Un talentuoso avrebbe detto essere o non essere. Fatto sta che chiunque dica una frase del genere ha problemi, non si sa bene di quale origine (animale, vegetale, anale….) ma sicuramente presenti. Perché scrivere un libro privo di significato? Perché ci sarà sempre qualcuno pronto a comprarlo e a bestemmiare dopo aver letto dicendo: " Ma chi cazzo me lo ha fatto fare?!". Sicuramente saranno stati dei soldi buttati al vento, meglio investirli in una sana scopata con qualche prostituta e rischiare anche di ammalarsi. Più si alza il rischio, meglio si gode. Perché usare tutte queste parolacce? Per entrare meglio nella testa del lettore. Per far sì che tra i miliardi di neuroni ci sia qualche sinapsi in più e per tenere in allenamento i neurotrasmettitori, poiché con il passare del tempo potrebbero diventare obesi. Perché non mandarli in palestra? Che bello sarebbe avere i neurotrasmettitori tutti anabolizzati. Ci farebbero il doping per ogni pensiero, saremmo costretti a fare pipì di continuo. Madonna che stress sarebbe. Andare perennemente in giro con una vaschetta e con un bel rotolo di cartaigienica. Possibilmente quest'ultima alla camomilla in modo da calmarci. Ma ci pensate a della carta fatta con le foglie di marijuana. Sarebbe un dramma avere sempre il culo in eccitazione. Il culo che si fa i viaggi, peggio dei trip o delle benemerite seghe mentali. Chi è che non se le fa?Fin dalla nascita! Altro che come un tale diceva, senza fare nomi, non sarebbe corretto smentire anni e anni di psicologia, che i bambini cominciano ad avere i primi pensieri sessuali verso i sei anni. Ribadisco fin dalla nascita. Anzi prima. Quando siamo comodamente seduti e vediamo il mondo attraverso il cordone ombelicale, c'è chi se le fa per noi: la nostra mamma. Se le fa perché non ci vuole, perché si è ingrassata o perché è in ansia che a Luglio, quando il caldo è così micidiale che le lucertole fanno le calzette al sole, non riesce a trovare i torroni da sgranarsi e far sì che l'ostia si squagli e sgoccioli appiccicandosi come una seconda pelle dai polsi ai gomiti. Madonna che scena, da mezzogiorno di fuoco. Perché c'impazziamo dentro la pancia e scalciamo, quando chi ci porta a spasso è in condizioni peggio delle nostre. Magari vivere una vita dentro una palla bella calda e con tutto il cibo che vogliamo, senza stare a pensare alla lotta per la sopravvivenza. Tanto la vita è questa, come quella di miliardi d'anni fa. L'uomo è cacciatore a vita, predatore a vita, …….. a vita. Questi puntini di sospensione, sono per te caro lettore che hai già voglia di spaccarmi in due, di tornare in libreria e cambiare questo libro con uno di cucina. Panza piena in mente vuota. Ecco qui una bella traslazione che fa sì che tutto quello creduto in secoli di motti sia smentito in meno di tre secondi. Che ci volete fare, le cose vanno e vengono. Quando si hanno meglio tenersele strette per quel lasso di tempo che va dal nano secondo al minuto. Tutto si aggira attorno al tempo. Il tempo che passa come le devote sgranano il rosario.(nulla togliendo alle pie donne di Chiesa, che fanno del voto una ragione di vita). Pallina dopo pallina e via via fino a consumarle.Ma si accorgono che occorre un nuovo rosario, perché è logorato dai vari sfregamenti, o perché quello che hanno non è più all'ultimo grido come quello delle consorelle al loro fianco nel bancone in prima fila ai piedi del Sagrato? Ma, questi dubbi logoranti, che ti fermano la crescita, che non sanno più farti avanti nel lungo cammino della vita, che ti spinge al suicidio. Brutta storia.

Capitolo secondo: L'inizio.
Dopo tutta l'introduzione che vi siete sorbiti, adesso spero che inizi il buon divertimento. Di solito c'è un preambolo, ma siccome non sapevo cosa scriverci ho cercato di fare una cosa divertente, che vi potesse far capire lo spirito con cui affronto questo libro (sempre se così volete chiamarlo, anzi definirlo). L'inizio, la genesi, il punto da cui tutto parte e niente vi fa ritorno, il Big Bang, insomma la nascita detto in parole povere. Ma queste ultime sono così perché prive di soldi o perché prive di significato? Ma in ogni caso rimangono imperterritamente inutili. Sinceramente non ricordo bene il mio sbarco sulla terra, ho qualche fotogramma. Insomma ricordo solo quello che di solito si vede in televisione. In primis la faccia del dottore estasiato, contento di aver fatto un'opera buona, ma non si rende conto di aver messo al mondo un altro miserevole, che si sbatterà per tutto il resto della vita a trovare il pane per vivere. Ma avrà i sensi di colpa? Tanto è pagato, e pure profumatamente. Poi la faccia dell'infermiera che ti pulisce e gia lì ti senti toccato nella tua intimità fin dalla nascita. Ma non hanno proprio pudore! La tua mamma che non vede l'ora di tenerti in braccio, che è sfinita da dieci ore di travaglio ed il medico ha insistito per farla partorire naturalmente. Insomma si è la ricompensa dopo un duro lavoro. Il papà che se l'è fatta sotto per tutto il corridoio, fumando (e non poteva) per l'ospedale, pronto con la telecamera fino all'ultimo, ma proprio non c'è riuscito ed è fuggito dopo i primi due minuti fuori della sala operatoria. E poi si sostiene che gli uomini sono coraggiosi, sono loro i pilastri della società, la forza lavoro e tutte le altre stronzate che vi si affilano dietro. E i nonni e i parenti, insomma tutti che si ammazzano per vederti la prima volta. Che ci sarà di bello? E tu sei li che non capisci nulla e hai voglia di sfogarti e quindi piangi piangi fino ad avere i lacrimoni giapponesi che sono più grandi di te. E' inutile che dicono che si piange perché sei in una nuova realtà, in una nuova dimensione diversa da quella in cui la mamma ti teneva. Si piange perché ci si rende conto che si è attorniati da un branco di matti. Da non dimenticare quando poi sei nella stanzetta con tutti gli altri e nessuno ti riconosce o perché sei il più brutto o perché ti hanno messo una tutina che non è del colore del tuo sesso. Immaginate me, un bambolotto di tre chili e otto vestita con una tuta blu tipo carrozziere. E' logico che nessuno ricollegava me con quel bambino. Roba dell'altro mondo.Tutti quei fiori nella stanza di mamma che ti fanno venire il voltastomaco. I bambini capiscono dal colore dei fiocchi di che sesso sono. Sono gia addestrati per i colori. La prima poppata indimenticabile. Io sinceramente non sapevo cosa fosse, ma da quel poco che so, è stato divertente. Lo facevano tutti lì perché io non dovevo. Alla fine ci si prende anche gusto ed è proprio in quel momento che non ci si vuole staccare. E come al solito non capiscono le tue esigenze e usano la prepotenza ed iniziano con quelle pappine che sanno di copertone o di sacchetto di plastica. E inizia così la dura lotta alla sopravvivenza, la procacciazione, l'inglobare più cibo possibile, perché in caso di guerra (ma qui in Italia certe cose non succedono) si muore di fame. E' una delle cause di morte più brutte: senza lottare, senza reagire, senza essere stati protagonisti, di cosa poi non si sa! La cosa più divertente è quando si cominciano a mangiare le cose più grandi di te. Sembrano non finire mai. Un fagiolo può
arrivare a pesare fino a dieci chili. Che dolce sensazione, ingozzarsi con poco. L'essere appagati da un solo fagiolo. Secondo me i fagioli si mangiano in proporzione. Un bambino ne mangia uno e gia lì ci sono dei danni all'atmosfera non indifferenti, leggere vibrazioni con aloe non rinfrescanti; un adulto ne ingurgita una scatola e cosa succede? Altro che Hiroshima e Nagasaki! Con delle bombe così si sarebbe potuta fare fuori tutta l'Asia e anche un pezzetto dell'Europa Orientale. Non solo il danno, ma anche la beffa. Uno può pensare di sorbirsi il botto, e fino a lì tutto è lecito, ma quando cominciano a distribuire le maschere antigas, comincia a farsi avanti l'idea di una guerra batteriologica e non atomica. La natura è davvero spettacolare tutto questo gran casino per un fagiolo. Immaginate un piatto di cotiche e fagioli, un mix micidiale, roba da implosione della terra. Tutto ritornerebbe allo stato primordiale. Ma grazie al cielo i bambini questi succulenti manicaretti cominceranno a degustarli in tarda età o addirittura in tardissima, quando ormai la libido è in calo e ci si mette a letto veramente solo per dormire. Vi chiederete perché? Perché immaginate voi e il vostro partner dopo una cena a base di maiale e legumi? Vi sembra una cosa carina? Io direi proprio di no. E il primo dente dove lo vogliamo mettere? Quello con cui siamo stati in grado di mangiare il fagiolo? Tutti che se la menano. Guarda fa la bavetta. Ma dico io, perché non pensano a pulirci, invece di stare li estasiati a guardare. Guardare poi cosa? Che fa un male boia, quando l'incisivo comincia ad emergere in superficie. Mi ricordo che quando dormivo, il mio incisivo inferiore sinistro, chiamava tutti gli altri denti. Insisteva nel dire loro di affacciarsi che era bello il mondo fuori. E io dentro di me che volevo avvisarli di farsi i cazzi loro. Però in certi casi si è egoisti. Ho pensato se devo soffrire, perché farlo da sola? Ben vengano. Più ne siamo meglio é. Le prime volte che ho cominciato a camminare, anzi a pulire gratuitamente il pavimento a mia madre, i miei erano di nuovo felici. In questo mondo appena fai qualcosa di nuovo, tutti si pisciano sotto per te. Incredibile. Se fai una strage di mille persone si congratulano. E' qualcosa di nuovo. Bisogna andarne fieri.

Capitolo terzo: il post-inizio o come dire l'avvio verso la fine.
Quindi dopo aver superato questi fasi pre-adolescenziali con successo o no. I non potrebbero essere le varie cadute dal seggiolone, un pezzo di coscio di pollo rimasto in modo traverso rispetto all'esofago, una malattia tipicamente infantile, tipo gli orecchioni. Io ringrazio il signore Dio che mi ha privato di questa tremendamente intollerabile sensazione. I successi sono l'essere considerato un citilo, per chi non sapesse il significato si sforzi di capirlo, prodigio, essere obeso e quindi far credere a tutti che si è sanissimi, avere successo sugli altri da subito. Quest'ultimo sì che è fama, notorietà, altro che tutti i Nobel e gli Oscar messi in fila uno dietro l'altro. Tra la gang del rione si sparge voce che tu sei il boss, sei l'indiscusso capo, che da te sono prese tutte le decisioni. Insomma il modo di valutarsi al meglio lo disponiamo solo nel tempo in cui non ci cominciano a spuntare i peli. Questi segnano la mostra caduta libera verso la sottomissione, l'obbedire senza rifiatare e al minimo accenno di protesta essere soggiogati o addirittura ghigliottinati. Evirati mi sembrava troppo eccessivo. E voi maschi che leggete non vi toccate in questo momento! Riprendendo da dove eravamo rimasti, quando si è ancora bambolotti bisogna colpire, ferire non di fioretto ma di sciabola. Anzi preferisco la lupara, un po' arretrata coi tempi ma sempre efficace. Non bisogna dar respiro. Devono sentire il nostro fiato sul collo, devono portare fino a dieci anni il pannolino e la notte ci devono sognare e piangere al loro risveglio. Messo così sembra un film d'horror. Appunto deve sembrare ciò. Altro che porgi l'altra guancia, aiuta il prossimo tuo, si è soli contro tutti. Certe leggi della natura bisogna rispettarle. L'uomo lupo agli uomini, giusto per rinfrescarvi la memoria con qualche sana lezione volante di filosofia vegetativa sentita sui banchi di scuola. Insomma per farla breve si deve essere dei paraculi mortali fin da piccoli. Tutti i compleanni subiti inconsciamente, che i nostri genitori ci preparano, per ricevere, sottointesamente concepito, i regali dagli zii e dai nonni e dai parenti nostri tutti. Licenza poetica che qui mi concedo, se lo possono fare i migliori, perché io no? Perché io non sono tra quelli! Ma abbiate fiducia che ci arriverò, non si sa con quale mezzo di fortuna, ma sicuramente viva. Mai mi troverete a brandelli. Mangiata si, ma spezzata mai!Ma vi ricordate lo stress provato durante le prove per le foto, sorridi di qua, sorridi di là. Dei pupazzi da tiro al bersaglio ai luna park estivi della riviera adriatica. I bambini sono degli adorabili scimpanzé di peluche. Chi ti tira da un lato chi dall'altro. Ti paranoicizzano con l'insistere ad imparare nel più presto possibile i tuoi anni. A raffigurarli con le dita. Se mi avessero dato una lavagnetta e un gessetto c'avrei messo meno tempo. Tu non capisci nulla in quei frangenti, anzi forse intendiamo di più, però ci tiriamo in disparte, visto che ci aspetta una vita davanti di comprensioni e incomprensioni. Come dire siamo in ballo, ma dettiamo noi il momento in cui entrare a girare. Insomma dopo l'Apocalisse, scusate se mi concedo il termine, arriva l'isola emersa dal nulla che ci salva: la scuola materna. Ci mette al riparo se siamo stati in grado di concimare, durante gli anni preparatori, la giusta dose di semi. L'asilo, peccato che io non l'abbia fatto! Vabbè dicendo tutta la verità mi sono in qualche modo rifiutata. Menare ai bambini, urlare contro le suore, piangere e voler ritornare a casa a tutti i costi. Purtroppo mi sono ritrovata nella giungla della vita da subito. La mia terra emersa sono stati comunque i pomeriggi passati con mia nonna. Ero in un certo senso snob, non mi volevo confondere con la teppaglia. Anche se al dire il vero io incarnavo la classe picchiatoria e mafiosa del tempo. Da quello che i miei amici mi raccontano, loro all'asilo si sono divertiti da morire. Non c'erano i genitori che li controllavano e i più mascalzoni si divertivano ad alzare le gonne alle compagne, a toccare con delle scuse non plausibili le tette della maestrina appena diplomata che portava una quinta con coppa speciale. Insomma roba da sentirsi protetti per una vita intera. E' da qui che iniziano i primi giochini erotici, i preliminari. Giocare al dottore e all'infermiera, scambiarsi opinioni sulle proprie mutandine e cominciare a capire perché non tutti hanno una rosetta e non tutti hanno un pisellino. Sinceramente io questa differenza l'ho capita dopo la pubertà, ma lasciamo stare altrimenti comincereste a sghignazzare e va a finire non terminerete di leggere il libro. Tutti gli anni che passano poi dalla scuola materna alle elementari sono alquanto monotoni. Sempre un progredire giorno dopo giorno per affrontare in futuro quelle che saranno le rogne. Insomma ci alziamo, ci ingrassiamo, ci dimagriamo, impariamo a leggere e a scrivere, e prendiamo qualche cottarella passeggera per l'amichetto del banco affianco. Una cosa però è da evidenziare. Chi è che quando ha cominciato a leggere, non rompeva le scatole ventiquattro ore su ventiquattro ai proprio parenti per far notare che ci stessimo affacciando in una nuova realtà: la carta e l'inchiostro. I bambini d'oggi usano monitor e tastiera e hanno il cervello integrato con un microchip della NASA. La carta non sanno cosa sia e tanto meno una Bic. Ogni stronzata era buona da leggere ed è secondo me in quel momento che si legge di più in tutta la nostra esistenza. Altro che quando cresciamo. Leggiamo tutto da piccoli e incameriamo per il futuro. Ma ve lo ricordate l'astuccio pieno pieno di roba. Madonna una gara con il "collega" per avere tutta all'ultimo grido. L'appuntamatite con il cestino incorporato. Il righello con tutti gli eroi preferiti dei cartoni. La gomma per cancellare più grande di noi. Che bei ricordi. Questa sana competizione con il passare del tempo persiste, ma diventa nociva. Insomma comincia a cancrenizzarsi. Non si sa il motivo di fondo, ma si può facilmente intuire: gelosia, invidia, voglia di emergere a tutti i costi ecc ecc. Gli ecc sono perché ci sarebbero una sfilza di ragioni che vi annoierebbero all'ennesima potenza. Ed ecco il declino della nostra esistenza: l'esame della licenza elementare. Ci segna a vita! Tutto dipende dal voto della quinta. Se saremo dottori o scafisti assoldati alla mafia albanese è scritto nella pagella della scuola post-materna e pre-media inferiore.

Capitolo quarto: la fine totale.
L'ingresso alle medie è abbastanza da tragedia greca. Ci sono quelli con la puzza sotto il naso e quelli che ancora credono che Babbo Natale abbia come assistente la Befana. Insomma un tripudio di demenzialità che ancora circola senza meta nei meandri della nostra mente. Tutti gli amici nostri hanno gia baciato, toccato, sarà un po' esagerato ma di quelli precoci in giro se ne vedono parecchi, un'amichetta o il contrario. E invece noi che facciamo? Studiamo come delle pecore che sperano che i pastori in autunno ci portino con loro durante la transumanza. Puzzare di pecora e montone per tutto l'inverno, sembrare delle caciotte sarde appese agli assi di legno dentro un fonnico, altra licenza poetica, o dentro qualche casa montanara lasciata ai membri della mafia per far sì che diventi la dimora di qualche sfortunato imprenditore o figlio di qualche ricco possidente terriero, giusto per non dire latifondista che suona molto Medio Evo. Che destino crudele! In ogni modo tornando a noi il succo di tutto ciò sta nel fatto che chi inizia da presto a macinare avrà un sacco di farina da poter utilizzare e chi no si mangia le mani. Come si dice chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane; ma avendo i denti il pane in qualche modo si può mangiare: per esempio inzuppandolo nell'acqua. Mi piace essere una persona, perché l'ingegno ti fa fare grandi cose. Fatto sta che gli svegli si riconoscono subito. Sono quelli che all'ingresso si fanno i fighi, che fumano gia le Marlboro Lights, che hanno lo scarpino all'ultimo grido, che hanno il taglio di capelli come il più forte giocatore del momento di calcio. Gli gnocchi o sabblasonetti sono quelli che hanno il ciuffo alla Elvis, che si so comprati le scarpe di gomma, che masticano le Big Babools come se fossero fieno per mucche e che stanno sempre con il Game Boy in mano e si tirano che l'amico del cuore con gli occhiali da ipnotizzo perda subito la perdita, perché tra due secondi suona la campanella e c'è ancora il tempo di fare il record dei record. Poi i genitori non si possono lamentare se i figli sono gay! Nulla togliendo a loro. E' l'età dei primi giornaletti porno, delle prime seghe manuali, che ci, anzi vi fanno godere come matti al solo pensiero della nostra amica strafiga, che con i suoi capelli biondi e occhi azzurri la fa solo annusare ma non toccare. Poi sostengono che aumenta il tasso di rischio d'infarti in età precoce. Ci credo io, una vamp che ci vampizza davanti non è giusto. Ne risentono gli ormoni che fuggono come cavalli imbizzarriti. Secondo me Cenerentola sarebbe tornata a casa in orario con gli ormoni trasformati in puledri e non miserevoli topini campagnoli che ricamano le loro iniziali sopra la caciotta tanto sofferta. Purtroppo io non ero la classica ragazza da sballo. Anzi ero la classica amica di tutti i ragazzi, avevo sempre la battuta pronta, sempre le tute addosso. Era meglio lasciare le gonne a casa poiché i prosciutti si nascondevano meglio sotto i mega felponi e i Jeans di quattro taglie più grandi di noi. Dio mi privò anche del seno. Insomma non ero una maggiorata. Ti penalizza! Tutti guardano solo quelle, ma ringraziando qualche anima pia più si va avanti e più non si notano perché affiorano altre doti. Magari crescessero dopo la pubertà. A qualcuna succede, chissà come. Beate loro! La tecnologia e la scienza fanno passi da gigante in certi ambienti. Ecco perché insisto che i figli non bisogna indirizzarli ormai verso il Liceo Classico, dove ti insegnano sì le arti umanistiche, ma un po' di pratica non fa mai male a nessuno. Insomma anche per tirarsi le seghe bisogna uscire un po' dai canoni liceali. Si arriva a tal punto da non sapere neanche come si prende. Non è proprio una cosa che onora lo spirito. Già farsele non ci autostima, figuriamoci se non le sappiamo neanche fare. Poi dicono che l'Italia si sta assimilando al terzo mondo. Ci credo io c'è un livello di praticità e dinamismo molto al di sotto della media stagionale d'altre potenze mondiali. Direi che l'Istituto, non quello minorile, questa è una realtà che forse toccheremo tangenzialmente in un altro capitolo o addirittura libro, se mai ci sarà, tipo quello commerciale, industriale, non daranno molto culturalmente, non ti procurano una valigia di sapere per l'ingresso all'università, però ti formano come individui anche se in modo selvaggio. Tanto ci sarà tempo per recuperare classe e conoscenza. Comunque non bisogna ne condizionare se stessi e nemmeno gli altri, quindi la prole sceglierà la strada da seguire in base alle stronzate o alla moda oppure all'arbitrio, strano trovarlo già a quattordici anni, che in quel momento c'è nell'aria. Ogni persona un destino. Nulla di più vero! Saranno fatti loro che quando saranno cresciuti, e ciò avverrà quando sarete rimasti solo con un canino in bocca, capiranno che tutto quello che pensavano e credevano erano della fantomatiche sensazioni da ragazzo in fate pubertiana. Beati quelli che possiedono in loro la saggezza e la meticolosità di fermarsi a riflettere e contemplare la vita degli altri cogliendone gli errori per poi mutarli nel gioco degli specchi dell'anima in corrette visioni. Però c'è da dire che il giusto o lo sbagliato sono soggettivi. Allora dove arriva il limite tra oggettività e soggettività tra gli individui e i loro pensieri? Pensate voi alla risposta, sarebbe troppo logorante per me dare una risposta adeguata e che sia giusta o errata per tutti. Non vorrei mettere in crisi i lettori dando torto a qualcuno. Riprendendo il discorso dopo questa leggera svoltata verso destra, ci rincarreggiamo per la strada delle medie. L'esame tutta una farsa, giusto per far guadagnare qualche soldo in più ai poveri insegnanti frustrati che non sono riusciti ad emergere nel loro campo e si ritrovano con uno stipendio della miseria e con una stima di se stessi sotto la suola dei piedi. Fortunato chi ha la pianta piccola, schiaccia meno merda di un quarantaquattro. A proposito vi ricordate le prime feste di compleanno? Gioco della bottiglia. Speranze illuse di baciare il figone di turno! Vi giuro che a me non si fermava mai il collo della bottiglia sempre il fondo. Sarà un segno divino? No non credo; non ho avuto sensazioni misericordiose da quel momento ad oggi. Un altro classico era il ballo lento, che nessuno sapeva ballare, però tutti ci provavano giacché si stava stretti come sardine e qualche toccatina sul sedere o sul collo si rimediava sempre. I più stupidi mangiavano, anzi inglobavano il più possibile cibo, manco dovevano andare in letargo per tutto l'anno scolastico. Effettivamente qualcuno ci andava. Rimpiango quei tempi, dove l'unico pensiero era non avere pensieri per la mente.

 

Capitolo quinto: Le prime uscite, nonché i primi pensieri.
Sono finiti i tempi ormai felici e rimpianti delle medie e iniziano le superiori. Parlo della stragrande maggioranza di casistica italiana che vuole che i ragazzi quattordicenni siano iscritti in qualche scuola secondaria della provincia, giusto per fare numero e per pagare le tasse regionali, provinciali e della scuola. Insomma un'estorsione legalizzata da qualcuno lassù in alto. Non faccio nomi, siccome di signori ne girano sempre molti in questi ambienti. Inizia tutto ciò che ci fa affermare che la vita è una gran presa in giro, non volevo dire culo però l'ho dovuto scrivere lo stesso, che uno più uno fa due, ma per qualche assioma matematico a noi sconosciuto e che non ci ha partorito la mamma, ma ci hanno trovato sotto un cavolo da ottocento chili, piantato da un contadino che ne pesava quattrocento. Sono sfatati tutti i miti, ma n'emerge uno molto indicativo, che ci porteremo dietro per tutto il resto di questo calvario: l'altro sesso. E' inutile negarlo al liceo si aprono le porte del paradiso. Non è detto che subito si spalanchi la porta e ci sia lì pronta ad accoglierci Beatrice, che in ogni modo sta aspettando Dante, ma alla fine transiteremo. Forse converrebbe prima stare nel Limbo, un po' di preinferno credo che non faccia mai male, anzi solidifica l'animo combattivo e autodistruttivo dell'uomo. Una volta che San Pietro ci lascia le chiavi il gioco è fatto e inizia quel tram tram a due che si eclisserà nel tramonto della nostra vita.Le prime uscite a due sono le più imbarazzanti. Non sai che fare, che dire, che vestito indossare. Insomma se fossimo stati in guerra, ci avremmo messo meno temo a fare le valigie e scappare. Ma si sa, l'istinto primordiale, cioè la mente ci fa credere che sia un istinto, invece è un bisogno tangibile, fa sì che cadiamo nella stronzaggine acuta. I posti che di solito si scelgono e che quindi sono nel mirino del tiratore scelto o prescelto sono molto vari ma alla fine sempre gli stessi. In primis il cinema. Ma dico io, come si fa a portare una ragazza al cinema per il primo appuntamento o incontro (tanto animali siamo)? Non ci puoi parlare, non la puoi guardare, non la puoi toccare, che cosa cavolo ci puoi fare? Pagare il biglietto per poi andare in bagno e rimanere lì da solo. Invece del cinema si potrebbe scegliere per la cena e qui cominciamo a ragionare. Ma non il fast-food o qualche pizza volante. Parliamo di cena: primo, secondo, terzo, quarto, contorno, ottimo vino, non buono. Il vino è il fondamento d'ogni inizio di rapporto umano. La fate bere, anzi degustare del buon bianco, perché si sottintende che siete andati a cena di pesce. Non dovete ubriacarla fino a farla tramortire a terra, ma solo farla stare allegra con il gomito non proprio a novanta gradi con il corpo. In ogni caso basta poco, sono poche le donne che reggono due o tre bicchieri, dovreste essere proprio sfigati! Poi? E poi se siete belli, simpatici, ricchi e con un certo non so che, la caricate in macchina ed è fatta. Altrimenti avete buttato un po' di soldi, che pensandoci bene andando con una puttana ci avreste pure risparmiato. Ma si sa la donna di strada dieci minuti ed è finita. Se invece segnate gol con l'amichetta della serata, rincasate la mattina seguente. E se non vi ha soddisfatto, potete pensare benissimo che era meglio una sega. Ma tutto ciò lo raggiungerete al conseguimento del diploma di maturità. Quando cioè possiederete la macchina, la carta di credito e l'azienda del papi. Insomma tutto ciò che serve a costruire un vero uomo d'affari. Ai piccoletti non rimangono che qualche bacio, qualche ripassata, qualche scopata con la sorella del nostro migliore amico e tante care amate cinque contro uno. Non voglio essere qui cruda e volgare però è l'unico modo che ho per farvi capire da voi senza fare tanti giri di parole, che mi priverebbero forse di qualche anno di vita. E se tutto ciò non vi è servito a nulla si vede che non sono io la non brava insegnante, ma voi discepoli non educati al dolce mio filosofeggiare su determinati argomenti paradisiaci. Questo aggettivo non è messo qui a caso per fare scena, o effetto sonoro nonostante tutto detto prima, è la sola verità. Fare sesso, fare l'amore, chiamatelo come volete è il massimo che Dio ci abbia potuto dare per esprimere tutta la nostra istintività (cui non credo) e tutto il nostro bisogno di sentirsi appagati su questo cosmo così piccolo e insulso. E vi rinfresco un attimo il cervello con una sana boccata d'ossigeno puro dicendovi che fare sesso è una dote naturale. Tutti sono capaci! Anche gli animali. Muoversi è un movimento così naturale, che rimanere fermi e aspettare la fine dell'idillio sarebbe a dir poco squallido. E' anche orripilante il pensiero di dover dimostrare all'altro qualcosa. Non si deve nulla all'altro, non bisogna imprimere la propria forza fisica o la propria virilità, o a dir peggio il fatto di essere degli stalloni che hanno piena capacità d'autocontrollo e quindi dire tre ore di sesso e come dire vado a fare una passeggiata giusto per sgranchirmi. Il sesso può essere vissuto in modo indipendente, o coniugarlo con dei sentimenti. Sinceramente dopo una scopata cosa cavolo vi rimane? Non era meglio farlo da soli, tanto più che conosciamo il nostro corpo, le nostre esigenze meglio di chiunque altro? Il piacere fisico si associa con quello mentale in un tripudio d'emozioni, di parole, di sentimenti, d'intimità che sfiora quasi la paranormalità. Insomma se proprio dovessi fare del sesso che sia almeno con la persona cui voglio bene, con la persona che reputo a me più vicina. Non è detto che debba essere per forza il ragazzo o l'amante. Ad esempio con un amico. Voi vi starete chiedendo: "Ma questa sta delirando, oppure crede in quello che dice?". Mi dispiace dirvelo ma io ci credo. Tutto quello che scrivo è tutto quello in cui credo. La persona più amica a noi potrebbe essere quella con cui condividere un momento così intenso e bello. Fare l'amore! Stiamo parlando di questo. E' un gioco in cui noi siamo i partecipanti e tocca a noi essere i protagonisti. Facciamolo con dignità e viviamolo in modo che sia sempre unico! Non sono utopie, ma una semplice visione di una cosa che da molto alla persona. I preliminari, il dolce gioco del toccarsi, dello sfiorarsi, del guardarsi, del ridere, del piangere, del parlare, di dire la propria. E' tutto correlato alla stima. Quella che abbiamo per la persona che abbiamo di fronte. Non bisogna mai pensare che dobbiamo qualcosa! Dobbiamo essere noi stessi. E concludo dicendo che sono meglio tre ore di coccole, di carezze e di baci che cinque minuti squallidi e coatti di sesso. Potrete adesso essere d'accordo più o meno con la mie teoria, ma riflettete e se qualche punto stona in tutto ciò provate allora a cambiare sinfonia e vi renderete conto che nelle partite a due, non c'è chi perde e chi vince, ci sono sempre due persone sullo scalino più alto del podio. E infine ricordate anche che il rapporto si vive in due, in funzione della coppia e non di quello che potrebbe essere il corollario. Ricordatelo!

Capitolo sesto: i pensieri si tramutano in problemi.
Tutto quello che si può trarre di gioioso fisicamente l'abbiamo avuto, tutto quello che si può avere dalla nostra famiglia l'abbiamo avuto, tutto quello che non abbiamo avuto e perché forse comincia ad essere il caso che prologhiamo da soli ad edificare il palazzo della nostra vita. Quale vita? Vabbè questo decidetelo voi, ognuno gestisce la propria e chi non sa adempiere a questo compito, vive impunemente quella degli altri. C'è almeno chi ha il buon senso di ammetterlo e ogni tanto, non dico sempre, perché sarebbe un pensiero utopico, ringrazia coloro che vivono per lui. C'è anche chi s'incazza se l'altro non la vive bene. Quindi se siete nella condizione di viventi sono cazzi vostri. Dovrete badare a voi stessi e dovrete tenere conto delle esigenze altrui. Se siete invece i conviventi, beati voi, poiché aprirete le porte del Regno dei Cieli duplicando le chiavi rubate, appese al cilicio del vostro vicino d'appartamento. E se fossero le chiavi di una villa? Sarebbe la summa teologica di una vita invissuta, di un credere d'essere gli unici paraculi sulla faccia della terra e di tanta ma tanta fortuna che mi verrebbe voglia di cominciare a fare parte della Banda Bassotti. Dove sei mio Paperone? Si trova comodamente seduto all'università e invece di contare monetine sonanti, si sbatte a sentire le lezioni e a racimolare qualche dispensa o qualche pass per la discoteca che si trova spiattellata limitrofa all'ateneo. La speranza di incappare in un trenta all'esame e nella studentella al primo anno è troppo verde per non provare. Questo verde fa molto pandane con il periodo. Qualche colore bisogna pure metterlo per illuminare queste righe nere su fondo bianco. Altrimenti sembra di stare a trovare pulci sul corpo di una zebra. Ecco qua il nostro numero civico: l'università. Luogo di perdizione, luogo di culto e luogo di numeri e non di persone. Sappiate che cultura non è sinonimo di libretto con numero di matricola. Sapienza e cultura sono in quelle persone che sono dedite al sapere e non quelle che lo fanno per far piacere ai genitori, per sperare di non fare il servizio militare o per occupare un posto in aula. Ma io mi chiedo fin dove possa arrivare l'onnipotenza di possedere una laurea tanto blasonata, presa a colpi di fortuna oppure ad emerite secchiate notturni sui libri. Effettivamente leggere Dott. è molto trend, in, un target onnipresente in determinati ambienti. La lampadina si accende in questi casi, quando penso a che cavolo d'effetto farebbe antecedere al mio nome quell'effige tanto ricercata e tanto lasciata, come pasto di qualche bel cagnolino con al collarino appesa una medaglia su cui si può comodamente leggere, senza l'ausilio di nessun microscopio o telescopio, namber uan. L'inglesismo italianizzato rende molto l'idea di Italia paese del G8. Sembra tutto ciò una presa per il culo. Appunto lo è! Non voglio qui criticare in nessun modo il sottile filo, invisibile nonché effimero, che lega in un dolce connubio divergente università e mondo del lavoro. Diciamo che i binari prima o poi si congiungono, che tutti sanno che due rette parallele s'incontrano all'infinito, che di pensieri belli ce ne sono in giro, ma di quelli concreti se ne intravedono pochi, come enunciare per molti ma non per tutti. Enunciare fa sì che questa condizione materiale diventi teorema astratto per comodità circostanziali, che giustificano in qualche modo l'attuale condizione ottimale di talune situazioni degradanti. Giustificare è un verbo, prima declinazione, transitivo. Ripassiamo la grammatica che è il fondamento delle cose che affiliamo quando apriamo la bocca, non solo per lavarci i denti o per tipo…………………………… Non ho da aggiungere niente, spero che i miei lettori siano così perspicaci e attenti da capire a tal punto da concludere a loro piacimento. Scrivete quello che vi sentite, vi ho lasciato lo spazio a disposizione per farlo, quello che vogliate che sia, quello che vorreste farci voi con la bocca aperta. Parlavamo di giustificare, ricordo un attimo altrimenti vi siete persi nel meandri dell'os, oris e siete lì a fantasticare cose che potreste fare non sicuramente con un libro aperto. E' il termine che si avvicina con assonanza di g, non so se gutturali, e con rima baciata, giusto per gratificarvi del precedente periodo, a glorificare. Glorificare è un verbo, prima declinazione, transitivo. Il significato dei due è molto semplice. Il primo sta per difendere, il secondo per esaltare. Difendendo una persona la si sta di riflesso esaltando. Ma siamo consapevoli della gravità della cosa? Scusiamo persone che uccidono, che combinano casini a non finire, e nel farlo le esaltiamo nei loro gesti. Allucinante od allucinogeno, non c'è molta differenza. So che siete perplessi, che dite questa si aggiusta le cose sempre a modo suo, che con la sua logica parafisica porta il discorso dove vuole lei. Avete ragione, però giustificatemi lo stesso, in fin dei conti non ho fatto nulla di così serio. Almeno per una volta sarò innalzata anche io nel Paradiso dei gloriosi. Comunque non potete dirmi che i miei pensieri sono campati in aria, visto che non fanno nemmeno una grinza analizzando la mia coerenza o la mia arte del ragionamento. Autostima di me stessa all'ennesimo grado. Specchio delle mie brame, ops….Non posso continuare con la frase, la legge sul copyright mi spellerebbe viva e neanche il ricavato di questo libro mi potrebbe salvare dalla galera. Pensandoci bene potrei scrivere Le mie prigioni 2 anche i migliori ritornano. Il 2 è sempre molto cinematografico. Il 2 ricorda molto la scuola: Giuliani 2 vai a posto ripassa tra un mese. Il 2 di picche, di coppe, di spade, di bastoni e basta visto che i semi sono finiti. Il 2 della schedina, con un rinnego in sottofondo perché volevamo che fosse X. Il 2 contro 2. I 2 dell'Ave Maria, no quelli erano 4 scusate. Rimediamo: i 2 per 2 dell'Ave Maria. Questo numero è così polivalente da poter bastare lui stesso da solo a sorreggere tutta la matematica e non solo. Poi sostengono che il 3 è il numero perfetto, ma……contenta la Trimurti contenti tutti…….. Osanna!

Capitolo settimo: ora et labora…. "qualche" gruppo di fanatici sponsorizzava questo slogan.
Siamo finalmente arrivati al concepimento di questa magnificenza architettonica cerebrale: la laurea. Si intravede dopo anni di tunnel, non di droga, un po' di luce eterea, che ci fa aspirare a realizzarci. Realizzazione! Parola chiave, usata per ricoprire lo sconforto che regna sovrano in ogni individuo. Casalinghe, neolaureati, bambini alle prime armi con i Lego, dittatori, pedofili…. e così discorrendo. Un intero pianeta che si realizza. Le case, i cimiteri, i dipinti, il vetro di Murano, le ceramiche di Castelli, il lardo di Colonnata, il preservativo con il sensore pre-orgasmo…..e così discorrendo. Queste sono le cose che si realizzano. Nell'uomo cresce solo l'autostima, la pienezza di sé, il controllo fantomatico della propria vita. Quindi con o senza laurea, non si corre il pericolo di rimanere orfani della propria personalità. Non la perdiamo, perché ogni lavoro nobilita. Queste frasi retoriche e sfatte mi irritano, però fanno bene allo spirito. Ci si sente in qualche modo sollevati, coscienti di non essere gli unici poveri stronzi e soprattutto di compensare con parole e metafisica quello che in realtà non possiamo avere. I più fortunati, come al solito pochi, ma non si capisce il perché, ricoprono ruoli di rilievo, stipendi da urlo, vacanze da panico, il Rolex sul polsino, la camicia ricamata con le proprie iniziali. I meno fortunati, ma non per questo sono da bannare, internettizziamoci nel frattempo, hanno lavori che non consentono loro di crescere, lavori che nessuno vorrebbe fare, stipendi da pianto, vacanze nella propria casa o in quella del comune, lo Swatch sotto il polsino, la camicia di flanella, molto richiamo alla Scozia dei tempi andati. Due classi solo due. O si è o non si è. Non ci sono vie di mezzo. Chi cerca di trovarle lo fa per allontanarsi dalle lenzuola di acrilico e avvicinarsi a quelle di seta. Quest'ultime secondo me sono scomode: fredde e sguiscianti. Effettivamente le si potrebbero riscaldare. Comunque tutto questo discorso poggia le sue effimere basi sulla nostra busta paga. Cominciamo ad odorarne l'odore e ci chiediamo a cosa tutto ciò che abbiamo fatto sia servito. Un unico scopo: il matrimonio. Qualcuno leggendo questa parola avrà d'impulso chiuso il libro. Dai su con calma, lo so che lo riaprirete. Spero che lo abbiate fatto dopo due o tre secondi, giusto il tempo di almeno sillabarla. Non credo, anzi prego vivamente il Signore, che questo sia il nostro fine ultimo. Però tutti questi ruscelli, fiumi e fiumiciattoli portano al mare. Qualche pesce, che voi siate trote o carpe questo non è importante, ci sarà sempre chi andrà controcorrente; ma sentitemi bene: "Voi siete nel gruppo, con il gruppo e del gruppo! Di conseguenza farete tutto ciò che i vostri colleghi boccheggianti faranno. Cominciamo con l'elenco: data (meglio settembre o giugno? Meglio sabato o domenica? Meglio….), prenotare la Chiesa (con annesso compenso sacerdotale appeso in sacrestia con tanto di ricevuta), ristorante (minimo venti portate, altrimenti i digestivi non si potranno bere), bomboniere (le cornucopie o i carretti siciliani? Tre o cinque confetti?), gli abiti (lo affittiamo o ne facciamo uno di sana pianta da buttare poi nell'armadio e da rimpiazzare con le lacrime agli occhi alla nostra futura figlia, sempre che ce ne sarà una e che Dio non ci punisca con la messa al mondo di una squadra di calcio a 5?), il fotografo (che comunque verrà solo per degustarsi il pranzo e addolorarci con le foto), il fioraio (il bouquet all'ultimo grido, le rose blu, l'orchidea all'occhiello che si appassisce prima di occhiarlo), la macchina (pazzesca da noleggiare o da farsi prestare dal nostro amico di liceo, che ormai è diventato uno dei notai più famosi della nostra città?), il viaggio di nozze (in America che fa molto just murried o a Venezia che fa molto gondola Venice?), la casa (attico, superattico, monolocale, villa o fazenda?), l'arredamento (belli i vasi cinesi e i tappeti finti persiani) e tutta l'altra perdita di soldi che si affilerà dietro questi già persi. Tutto ciò per ricordare una giornata meravigliosa su quaranta o cinquanta anni di matrimonio o vita coniugale: cambiano i fattori ma il risultato è lo stesso. L'uomo si accontenta sempre di uno spiraglio di luce dentro un tunnel senza via di uscita. Crearsi talune condizioni a volte servono forse a sopravvivere, oppure a non voler rendersi conto di questo mare di merda che ci travolge. L'ignoto: si sa che c'è, ma non si sa dove: la vita.

Capitolo ottavo: ci sarebbe ancora molto da scrivere.....

......Ma sinceramente non ne ho la forza e non possiedo ancora l'età per aver vissuto un lasso di tempo così ampio. Con questo non voglio giustificarmi, ma solo farvi capire che é impossibile scrivere una biografia, immaginatevi farlo a ventuno anni. Solo ora mi rendo conto, arrivata all'epilogo di queste pagine, scritte in momenti d'ira, di dolore, di gioia, di noia, che ho ancora tanto da capire e tanto da vivere, che non posso avere la facoltà di decidere cosa sia giusto o sbagliato esprimere. So solo che queste "cose" che avete letto sono la verità e non un modo per mascherare quello che penso. Tutti questi pensieri possono essere percepiti come ossimori. Forse lo saranno realmente, ma costituiscono l'unico mezzo di confessare la mia personalità, il mio essere. Tante certezze e sicurezze, fanno pensare una persona; coloro che non riflettono e come se non vivessero. Trovarsi in conflitto con se stessi, non é essere matti, ma solo mettersi in DISCUSSIONE.