Ho scuoiato il buonsenso,
ne ho scovato le ghiandole.
Ho tagliato strappato
ghignando serafico.
Ne ho trovato arterie vene e sangue,
nervi e polpa
ossa e midollo.
Il martello ne spappolava il ventre
Il seghetto fischiava sulle ossa
-dolce violino stridulo-
Ho menomato e mutilato
tenendolo in vita con aghi e flebo,
poi ho scovato frugando le cervella
lo scopo del mio affanno:
-lanima-
Si mostrò
sulfurea fiammella blu,
divampò in bagliore
poi in cenere e carbone.
La inalai sentendola carezzarmi le interiora
salendo le arterie
fino a stringermi il cuore.
Mi parlò degli
dei caduti,
di civiltà sommerse,
dei demoni erranti,
degli angeli suicida.
Mostrò ai miei
occhi spalancati
gli orrori celati
nelle preghiere dei girasoli torti,
fino a che il mio cuore
esausto
sarenò. |