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Le parole si induriscono
come ghiaccio. Il ragazzo fissa i banchi del molo, riecheggia
la tempesta, pensieri sciolgono illusioni come piedi che violentano
la neve. Quanto tempo è passato? Ora venderà i
suoi sogni a buon mercato e altro tempo passerà e cambierà
le sue utopie
fino a regalarle
sì, gliele tirerà
in faccia al padre, in quanto tali, e questi sarà felice
di avere avuto ragione. Ci sarà silenzio, nella tensione,
e il ragazzo si chiederà se non sia ora di comprare un'anima.
Per farlo dovrebbe svendere la sua, ha pochi soldi in tasca,
pochi debiti, abbastanza debiti per non dormire, quando capita.
Il molo è un delirio di vento e di sperpero, di grida
e di rimpianti, di malattia e di battibecchi. Le parole si induriscono
come ghiaccio
li sul banco del molo. Camminerai, ragazzo,
camminerai, sono le sue angosce a parlare, le sue speranze, verdi
come sangue, rosse e dolci come erba: domani lascerai questa
casa per un altro molo: altra casa, altra nave e sogno e dubbio
e utopia. Realtà? Il padre ride e lo beffeggia e lo scuote
con frasi pesanti. Un' aria afflitta e cattiva insieme. Lo odia.
Lo Ama. Lui lo odia. Lo ama, amato. Dio soltanto, si ripete il
ragazzo, potrebbe dire quanto lo ha amato. Ha paura di chiedere
a Dio se deve amarlo ancora. Paura di non esserne capace. Di
esserne capace. Si sono dichiarati guerra tanto tempo fa, quando
il ragazzo ha fallito, ha deluso il padre in una scommessa di
lavoro in fabbrica. Tipi difficili. Adesso il padre è
molto malato. Non cambia nulla. Il ragazzo si dice che non può
fare niente per cambiare questo e ch'è passato troppo
fuoco per spegnere l'incendio e che deve salire su un'altra nave.
Vera casa
- Perché sei tornato. - Sono tornato per errore. Ribatte al padre e pensa: ANCHE AMARE E' UN ERRORE. Ma io non sono tornato per amare. Non ne avrei il tempo. Sono tornato per ripartire con qualche soldo in tasca verso il mio molo; casa, luogo, mondo, terra, chimera, luogo, fatica, avventura ignoto. Volevo vedere per l'ultima volta dove sono nato. - Non posso darti soldi. Non ne meriti affatto. Si trattava di soldi? Si trattava di soldi. Il padre è molto malato, i suoi occhi silenziosi e grigi, specchio buio, squarci di solitudine e truci bestemmie di orrore e di pianto. Il ragazzo li guarda e lacrime invisibili lo colpiscono al cuore e ricorda che ha sempre fallito, fallito: si tratta di amore. Guarda quegli occhi e sente sanguinare i suoi, la mappa dello spirito che altri chiamano anima. Non è tornato per i soldi. Per errore. Amore. Si tratta di salvare me stesso, dice. Lo Capisci? E' vorrebbe dire tante cose di sé, sfracelli . Vorrebbe sperare che il padre gli tendesse una mano. Orco abbandonato. Per una volta. Vorrebbe dirgli ch'è qui per lui e che lo pensa, quand'è lontano, ma non può farlo. Sa che in ogni caso dovrà ripartire. Andarsene. Lo aspettano i suoi debiti, le sue scommesse. Le sue sconfitte con la vita. Il padre borbotta qualcosa e il ragazzo si sente ribollire di rabbia. - sono quattro soldi - sei il solito fallito! Nella casa sul molo fa tempesta. Sono le parole che si induriscono come ghiaccio, porto di ghiaccio, lingue taglienti e frasi di metallo, il padre ficca qualcosa dentro la tasca del figlio dopo averlo bloccato con veemenza e lo spinge lontano. - SONO TORNATO PER ERRORE! - SONO TORNATO PER ERRORE! Anche amare è un errore. E lui non ha tempo per amare. E' troppo impegnato a sognare, creare. Pensa ai suoi debiti e al "posto fisso" (che non vuole) pensa ma non ha tempo per pensare e quando non trovasse più suo padre ad accoglierlo in quella fredda casa? già la fredda casa sul molo, dove, dicono in città, salpano le navi che fanno dei bambini uomini. (DOLORE BAGNO DI ADDIO LACRIME INVISIBILI PAROLE DI RIMPIANTI) - Non tornare più (PIANTO) PIANTO. La porta sbatte La nave salpa Il passato si chiude Nella tasca del giovane figlio l'assegno è di grossa cifra. Su di un biglietto il vecchio ha scritto: "i genitori ci lasciano, ma dai loro corpi raccogliamo rose, stelle dalle loro menti: boccioli di amore e luci di saggezza che il tempo lascia infiniti". Mentre piange aspetta la sua nave, una di quelle, dicono in città, che fa diventare i bambini uomini. |