Rimbaud
Lungo il declivio della montagna
angeli senza ali
cavalcano cavalli indomabili
Acqua fusa
scorre nella valle in fiamme
Fiori di bronzo e acciaio
bruciano di luce propria
pioggia di cristallo
si rovescia
su corpi ecchimosi di gelido marmo.
Pascoli vermigli
di cavalieri assassini
dai manti bianchi.
Pianti comuni
fluiscono nel lago dei nostri peccati
Gabbiani si posano
sulle onde del vento
e senza meta
si lasciano trasportare.
Ogni lume è destinato a spegnersi
ogni eclisse segna la fine
di un nuovo inizio.
Langelo ribelle
fuggì da un paradiso troppo stretto
e trovò rifugio
nel crepuscolo
dei miei corrotti pensieri.
Vedo gabbiani posarsi sulle onde del vento
il vento
ha spezzato le ali.
In quella notte incredula
costruita da euforia e visioni sincopate
e da vergini distanze siderali
conobbi il pensiero
ed il travaglio fu ombra nella mia vita.
Il mio viso era pulito
i miei occhi eran casti
e tu eri meravigliosa
avvolte in coperte di paura.
In silenzio
ascoltavi lemozioni
che ti parlavano di serenità
e inafferrabili
sensi di benessere.
Conoscevo i tuoi sentimenti
ma lanima già schiava
e lignoto mio padrone.
Una vita intera
è scivolata via
ma da quellistante
il tempo ha chinato il suo sguardo
e fermato i suoi venti.
Notte profana
di tempi antichi e misteriosa magia
scivolati via come bramosi cavalieri
a cavallo d imbizzarriti spiriti
e di vite finite
in grasse clessidre.
Romantici incesti
tra la purezza del sole
ed una luna peccatrice
scrutano occhi indiscreti
dietro veli di stelle. |
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