Il delitto psichico di
un continuo, errante e spossante quesito su me stesso, la sensazione
di essere travolto da slanci depressivi di ancestrale, debordante
entita', l'udir di successi altrui, destabilizzanti il mio animo
apparentemente incorruttibile e votato ad una continua rivalutazione
del mio frustrato ego.
Accenni di autodistruttivita' avvertibili da nuove onde empatiche
dalla durata alterna, come scosse elettriche ad altissimo voltaggio
che derragliano i miei sensi in contorcimenti ed appannamenti
cerebrali, depauperando, detronizzando il mio anche piu' pallido
spiraglio di luce. Un botto, e sono giu' di nuovo. Lo spartiacque
di una scissione posta tra un concetto ed un altro diametralmente,
drammaticamente opposto. E ritornai a vagare, altro non avrei
potuto fare, scelta obbligata, fra un secondo moriro', oppure
mi ridimero'.
Tristi parole, vittima di auto-indulgenza e bieca speranza, lirico
come mai prima d'ora, roboante pensiero di riscatto, poi un passo
indietro e di nuovo IL NULLA. Tetra ombra di sanguinoso delitto
alle spalle. Il MIO delitto.
Saro' ancora in grado di fuggire? Saro' ancora in grado di capire?
Scalfire, un ricordo affinche' ne affiori un altro e provocazione
continua. Perche' altro non saro' costretto che a fare: provocare.
Una morte lenta e precoce distesa su un letto di rose su di un
letto in un castello di remota bellezza regolarmente visitato
solo da spettri e fantasmi di giocolieri giocondi ed errabondi,
senza una meta...
TELEMACO PEPE
...tratto, "catturato"
da un momento di acuta, rara depressione apparentemente ingovernabile,
"depressione-killer", salvo in extremis, delitto alla
psiche sfiorato... Questo
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