AnchePOESIA

VENNE PRESTO LA SERA

di Amedeo Bruni

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Venne presto la sera, fatta di consuetudini e colorati dolori.
Talmente facile scrivere quasi come piangere,
disse il giullare con tono indugente.
L'armata entrò nella città, miniera di vizi. Il sole si arrestò nel suo crepuscolo.
Sbocciarono le ferite. Raggiante aridità il mio vascello, imbarcazione di passaggio.
Spietata cadenza il mio ordinato caos.
Non guardai mai il tempo, non ebbi mai cura dei suoi lamenti.
Arriverà l'ora come inaspettato temporale estivo. Controllerò il battito,
scenderà la pioggia ha rinfrescare il paesaggio assopito.

Di voce vacillante narrerò note stonate,
aspro squilibrio vinto da un rosso vessillo.
Scivolerà via di soppiatto
consumata festa
questa lacrima di inchiostro.
Schiumano sulla riva delle follie
candide nuvole di sapone
assonnati apostrofi
alchimie strazianti
stentate geometrie ridicole.
Improvviso nimbo
chiudo i miei occhi.
ALL'ORIZZONTE IL BOSCO NEREGGIAVA.
Scartai il giorno
dai colori fieri
consumai il sorriso
tra arcani compagni
poi un giorno
ubriaco
SMARRII TUTTI I SOGNI.
Venere lesbiche e diavoli viziosi
invasero il mio sonno.
Rovi secchi e uomini neri
accolsero il mio risveglio.
Canto l'età
di ingenui anni
in cui dio osservò senza far nulla
le truppe assassine avanzare.
La goccia zampillò
dalla fontana della moralità
oltre la collina
un orbo sole
apparve stanco.
MA TUTTO FU REALE.
Il vero assassino è colui che giudica
Veloce la ruota gira
senza ordine e tempo
fermi gli schiavi ad osservare
pensierosi i mercanti
Tristi giochi
e veli di falsità
nei palazzi dell'ordine.