CULTURA - Fotografie

TARANTO

LA PROCESSIONE DEI "MISTERI" DELLA SETTIMANA SANTA

di A. Zito (7/4/2003)

Commenta l'articolo


LA SETTIMANA SANTA A TARANTO

Storia del rito I riti della Settimana Santa di Taranto (di cui persino numerosi scrittori inglesi del '700 e '800 hanno raccontato nei loro libri) sono uno spettacolo di profonda fede e di grande tradizione. La loro origine rimanda infatti alla dominazione spagnola in Italia. A Taranto furono introdotti da un patrizio tarantino, Don Diego Calò, il quale sul finire del XXVII secolo fece costruire a Napoli le due statue di Gesù morto e dell'Addolorata, poi collocate nella cappella del suo palazzo, nell'attuale Città Vecchia. La processione dei Misteri si celebra a Taranto dal 1765 a cura della confraternita del Carmine e con la partecipazione del clero.

Le "gare" della Domenica delle Palme I riti della Settimana Santa, conservatisi praticamente immutati nei secoli, hanno inizio la sera della Domenica delle Palme con le "gare" (che hanno luogo nella chiesa di S.Agostino e nel salone dell'Amministrazione provinciale di Taranto), antica usanza con la quale i confratelli delle congreghe del Carmine e dell'Addolorata si disputano all'asta il privilegio di portare in processione i simboli sacri. I simboli più ambiti sono la "troccola" (caratteristico strumento di legno con maniglie battenti in ferro, un tempo usato al posto delle campane durante la Settimana santa) per i confratelli della congrega dell'Addolorata, e la statua del Cristo Morto per quelli del Carmine. Il ricavato della "vendita" viene poi devoluto in beneficenza.

La Passione La Passione a Taranto è una manifestazione folkloristico-culturale, organizzata dalla confraternita di Maria SS. Addolorata, dalla parrocchia di S. Domenico e dal settimanale Nuovo Dialogo, che si svolge il lunedì di Passione nella chiesa di S. Domenico. La manifestazione è nata nel 1973: consiste in un concerto di musiche popolari della Settimana Santa tarantina, eseguite dalla Banda centrale della Marina Militare. Le musiche eseguite, chiamate semplicemente "Marce Funebri", vengono suonate anche durante le due processioni della settimana seguente, dando la cadenza all'indistinguibile ed unica nazzecàte, cioé il passo ondulatorio che i confratelli compiono instancabilmente per ore ed ore lungo il percorso delle processioni. Le marce che si ascoltano a Taranto sono state composte in gran parte da autori locali e da altri che si sono comunque ispirati ai riti "processionali" della Settimana Santa tarantina. Inoltre vengono eseguiti alcuni pezzi classici di Chopin, Perosi, Wagner ed altri.

I Perdune e il pellegrinaggio ai Sepolcri Il primo degli appuntamenti "processionali" dei riti della Settimana Santa è il pellegrinaggio ai Sepolcri. Nelle chiese vengono allestiti i Sepolcri che verranno visitati e adorati da fedeli e da "Perdune" (i Perdoni) fino alla tarda notte del Giovedì Santo. I Sepolcri non rappresentano l'avello di Cristo, ma solo delle rappresentazioni sceniche della Passione oppure messaggi di pace e di amore cristiano arricchiti da drappi e tappeti di fiori. Al centro della scena viene collocata l'urna contenente l'Eucarestia. Forse proprio il Repositorio posto così in evidenza e tutto l'insieme così suggestivo hanno suggerito alla popolazione il termine "Sepolcro" per definire invece l'esaltazione dell'Eucarestia. Le chiese dove sono allestiti i Sepolcri rimangono aperte fino a tarda sera per permettere alla folla di visitarli e pregare. Una antica tradizione popolare tarantina vuole che tra la sera del Giovedì e quella del Venerdì Santo siano sette i Sepolcri da adorare. Il pellegrinaggio ai Sepolcri avviene a cura della confraternita del Carmine ed è diviso in due giri, uno per la Città Vecchia e uno per la Città Nuova (la parte del Borgo nuovo, per la precisione). Le "poste" (o coppie) della Confraternita del Carmine escono alle ore 15 del Giovedì Santo: dal portone principale della chiesa quelle dirette verso la Città Vecchia (dette poste di campagna), le altre (poste di città) dalla porta della Sagrestia. I confratelli, incappucciati (indossano un cappuccio di tela bianca a forma piramidale che copre interamente il viso, ad eccezione di due fori per gli occhi, e che pende sul petto; un cappello nero circolare, bordato con nastro blu chiaro, dai cui lati scendono a convergere sul petto altri due nastri anch'essi blu; una mozzetta di lana bianca; un paio di guanti bianchi e un lungo camice di tela bianca; una corona di rosario con medaglie sacre e cinghia di cuoio, ambedue legate alla cinta e pendenti l'una sul fianco destro e l'altra sul sinistro; due grandi scapolari recanti rispettivamente le scritte Decor e Carmeli ricamate in seta blu chiaro) e a piedi scalzi, vengono chiamati Perdoni in ricordo dei pellegrini che un tempo si recavano a Roma per ottenere il perdono dei propri peccati. Ognuno dei due Perdoni che formano ciascuna posta porta, rispettivamente nella sinistra e nella destra, una mazza alta circa due metri che simboleggia appunto l'antico bastone dei pellegrini. Nell'incontrarsi nel loro lentissimo procedere (con il passo della nazzecàte) o nel darsi il cambio nell'adorazione ai Sepolcri, le poste dei Perdune si fanno uno scambievole inchino ('u salamalècche, dall'arabo) e si battono il petto con le coroncine del Rosario.

La Processione dell'Addolorata La Processione dell'Addolorata esce dall'antico portale della chiesa di S. Domenico nella Città Vecchia alla mezzanotte del Giovedì Santo. La Statua dell'Addolorata si arresta per alcuni minuti sul sagrato per consentire al resto della processione di allungarsi dal pendio della chiesa, lungo via S. Domenico, sino a P.zza Fontana. La processione percorre poi via Garibaldi, via Di Mezzo, pendio La Riccia, per giungere a P.zza Castello ed attraversare il Ponte Girevole. Nella città nuova dopo aver percorso via Matteotti e via Margherita si appresta a raggiungere P.zza Maria Immacolata, attraverso Via D'Aquino, per il riposo presso Convento delle Suore di M. Immacolata. Quando la Processione riprende per il rientro nella chiesa di S. Domenico ripercorre le stesse vie al contrario sino a P.zza Castello, da dove infila via Duomo per raggiungere la chiesa alle ore 14-15 circa del giorno seguente. Occorrono quindi circa 14-15 ore per percorrere circa 4 Km. In uno scenario pittoresco, una marea di folla fa da ala al mesto corteo che incede con andatura lenta e dondolante. La processione è aperta dal "troccolante", il quale scandisce l'andatura con la sua trocchele e regola le soste previste lungo l'itinerario. Dietro di lui, dopo a banda, procedono i "pesàre" (nome che deriva da "pesi", finte pietre appese al collo di due bambini), la Croce dei Misteri, undici poste, e una dodicesima che si unisce al portatore del "bastoncino" (simbolo del comando), formando il Trono che precede la statua della Madonna. L'ordine della processione è regolato da due "mazzieri", gli unici che non fanno la nazzecàte. La statua dell'Addolorata è posta su una base di legno in cui si infilano orizzontalmente le "sdànghe", ossia paletti squadrati in faggio che poggiano sulle spalle dei quattro portatori. Quando questi si riposano o si scambiano il posto, a reggere la statua intervengono le "furcedde", bastoni in legno tenuti verticali che terminano in alto con un elemento in acciaio a forma di forca su cui poggiano le sdànghe.

La celebrazione de I sette Dolori - Compassio Virginis Il venerdì della settimana di Passione viene inoltre celebrata nella chiesa di S. Domenico la tradizionale funzione de I Sette Dolori della Beata Vergine Addolorata. Questa funzione, che ebbe inizio nella metà dell'800, consiste nella meditazione dei Sette Dolori della Vergine ed è l'unica e autentica tradizione sopravvissuta tra le numerose altre celebrazioni che si svolgevano durante la settimana dì Passione (La Desolata, La Spina, Le Tre Ore d'Agonia, Le Sette Parole, ecc.). I Dolori, commentati da un religioso designato per l'occasione, sono: 1) PROFEZIA DI SIMEONE 2) FUGA IN EGITTO 3) SMARRIMENTO DI GESU' 4) INCONTRO CON GESU' SUL CALVARIO 5) MORTE DI GESU' 6) LA DEPOSIZIONE DI GESU' 7) GESU' NEL SEPOLCRO. Durante gli intervalli vengono eseguiti dei canti relativi ai Dolori le cui musiche furono composte da Francesco Calia, che si suppone visse nel secolo scorso, ma del quale non si conoscono ulteriori notizie. Al termine della meditazione si celebra un piccolo e breve rituale di benedizione al quale spesso partecipa l'Arcivescovo di Taranto. Questa funzione possiede ben poco di folkloristico e di suggestivo, ma viene seguita dai confratelli e dai fedeli con sentito fervore religioso. Per l'occasione la statua della B. V. Addolorata viene rimossa dalla nicchia dell'omonimo altare e sistemata al centro dell'altare maggiore, attorniata da ricche e vivaci decorazioni floreali.

La processione dei Misteri La Processione dei Misteri esce alle 17 del Venerdì Santo, dalla chiesa del Carmine in P.zza Giovanni XXIII nella Città Nuova. Di qui, percorrendo Via d'Aquino, Via Di Palma e quindi Via Regina Elena, raggiunge la chiesa di S. Francesco per il riposo. Dopo circa un'ora riprende il cammino per il rientro attraversando Via Anfiteatro e quindi Via Massari. Giunge in P.zza Giovanni XXIII il mattino successivo percorrendo quasi 2 km. in circa 14 ore. Ad aprire il corteo religioso è il troccolante. Mentre egli avanza, alle sue spalle si snodano, regolati da ventidue copie di Perdoni e da sette mazzieri, i simulacri sacri: il Gonfalone (la bandiera della congrega del Carmine), la Croce dei Misteri (su cui sono infissi i simboli della Passione di Cristo), la statua di Cristo all'orto, quella di Cristo alla colonna, quella dell'Ecce Homo, la Caduta o la Cascata (Cristo che cade sotto il peso della croce), la statua di Gesù Crocifisso, la Sacra Sindone e, infine, le antiche statue di Cristo Morto e dell'Addolorata. La statua di Cristo Morto viene accompagnata, insieme alla scorta di carabinieri e polizia urbana in alta uniforme, da quattro personalità illustri della città (i cosiddetti "cavalieri"): ciascuno di loro regge un cordone argentato legato ai quattro angoli della statua. Le musiche e gli inni sacri sono eseguiti dai tre complessi bandistici che accompagnano la processione fino all'arrivo del Sabato Santo alla chiesa del Carmine, il cui uscio si apre alla "bussata" del troccolante.