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LA MORTE A VERONA

di Skino

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Ahimè, Benvolio,
aiutami ad entrare in qualche casa, o verrò meno qui…
Maledizione alle vostre dannate due famiglie! Hanno fatto di me carne per vermi!
La botta ormai l'ho presa, e pure forte… Ah, maledette le vostre famiglie!

(Benvolio esce trascinandosi Mercuzio)

Mercuzio : Benvolio…Ben…volio. Dove stiamo correndo così di fretta? Perché la Morte impaziente non aspetta? (voltandosi indietro) La vedi? Ci sta inseguendo senza affanno. Sono stanco e non la temo. Lascia che l'abbracci. Lascia che ne riceva il freddo bacio. Già l'amo.

Benvolio : Non voglio sentirti parlare di morte, non la chiamare. Invocala al più per Tebaldo e dalle appuntamento a domani sulla punta della tua spada, nel profondo delle sue budella.

Mercuzio : La vendetta…
Il grano viene falciato e poi il pane di traverso tenta forse a soffocarti?
L'uva che i piedi delle vergini pigiano in vino si risente forse del suo rosso sangue versato? Sono stato punto e questo è quanto. Dillo a Romeo. Romeo, ascoltami chè so di là da lontano a che pensi…
Piangi una sola lacrima gonfia e pesante. Percuoti sul petto un pugno chiuso di rabbia e d'amore ma poi libera dalla mano la spada e intrecciala all'altra in preghiera per la mia anima persa e dannata.
Dillo a Romeo. Dillo che fertile aratro mai è stato di spada la lama. Io muoio e muoio solo.
Benvolio…Ben…volio. Smettila di bussare alle sorde porte. La terra mi chiama ed io la voglio da vicino ascoltare. Fammi sedere ai piedi di quel pozzo e porgimi da bere. Voglio acqua e prego te per averla. Dovrei forse pregare Dio? Pregherei entrambi se avessi fiato è se non andasse sprecato. E' già concime una pianta senza foglie. Innaffiala e ti prenderanno per pazzo. Bevila tu la mia acqua chè rosso d'ira ti veggo ora sempre più pallido. La festa finisce e non mi va di brindare. Ho sonno e non mi va di dormire. Ma non c'è sbadiglio quando si muore? La vita mi è venuta a noia! Avessi fiato vorrei urlare a questo mondo che olezza di sterco e fargli sapere che me ne vado e non lo saluto! Ho in bocca il disgusto. Ora quello non lascia spazio ad altro. Fo silenzio.

(Benvolio lo siede lentamente in terra appoggiandogli la schiena al pozzo. Mercuzio stringe i denti e sorride. Chiude gli occhi e muore).

Benvolio : Mercuzio! Mercuzio!!! …Romeo deve sapere.. (torna di corsa indietro).

Ma è questa la morte? La ferita più non mi brucia. Certo, il sole non veggo. E' notte ed è quasi dormire. Che sia un sogno?
Ma io più non respiro! La morte è questa…a quanto dicono.
Ma è questa la morte? E' un pensiero che ha gambe così corte da lasciarmi fermo immobile? E' una parola senza labbra? E' un orecchio silente? Sono io a domandarmi e a non spiegarmi le cose? Chi sono? Dio, non ricordo il mio nome. Sono uomo, credo o almeno credo che l'ero. Ed ora che sono? Sono vita già morta e, nel rispetto di chi in vita muore, coltiverò da dentro l'attesa di rivedere i miei cari. Ma chi amai in vita? Chi fu mia madre? Chi fui io? Più non so chi ero.
La morte è l'oblio. Già ho dimenticato di aver mai vissuto. Ora muoio per davvero. La morte conosco. Silenzio la morte sussurra ed io l'ascolto ora e per sempre. Altro non ho da capire.

Benvolio : O Romeo, Romeo, Mercuzio è morto!
Quel valoroso spirito
che innanzi alla sua ora ha dispregiato
il mondo di quaggiù, se n'è volato
a raggiunger le nuvole su in cielo.
Romeo : Sopra ben altri giorni graverà
il nero auspicio annunciato da questo:
esso è solo l'inizio di sciagure
cui altri giorni metteranno fine.