Ahimè,
Benvolio,
aiutami ad entrare in qualche casa, o verrò meno qui
Maledizione alle vostre dannate due famiglie! Hanno fatto di
me carne per vermi!
La botta ormai l'ho presa, e pure forte
Ah, maledette le
vostre famiglie!
(Benvolio
esce trascinandosi Mercuzio)
Mercuzio : Benvolio
Ben
volio.
Dove stiamo correndo così di fretta? Perché la
Morte impaziente non aspetta? (voltandosi indietro) La vedi?
Ci sta inseguendo senza affanno. Sono stanco e non la temo. Lascia
che l'abbracci. Lascia che ne riceva il freddo bacio. Già
l'amo.
Benvolio : Non voglio sentirti parlare
di morte, non la chiamare. Invocala al più per Tebaldo
e dalle appuntamento a domani sulla punta della tua spada, nel
profondo delle sue budella.
Mercuzio : La vendetta
Il grano viene falciato e poi il pane di traverso tenta forse
a soffocarti?
L'uva che i piedi delle vergini pigiano in vino si risente forse
del suo rosso sangue versato? Sono stato punto e questo è
quanto. Dillo a Romeo. Romeo, ascoltami chè so di là
da lontano a che pensi
Piangi una sola lacrima gonfia e pesante. Percuoti sul petto
un pugno chiuso di rabbia e d'amore ma poi libera dalla mano
la spada e intrecciala all'altra in preghiera per la mia anima
persa e dannata.
Dillo a Romeo. Dillo che fertile aratro mai è stato di
spada la lama. Io muoio e muoio solo.
Benvolio
Ben
volio. Smettila di bussare alle sorde
porte. La terra mi chiama ed io la voglio da vicino ascoltare.
Fammi sedere ai piedi di quel pozzo e porgimi da bere. Voglio
acqua e prego te per averla. Dovrei forse pregare Dio? Pregherei
entrambi se avessi fiato è se non andasse sprecato. E'
già concime una pianta senza foglie. Innaffiala e ti prenderanno
per pazzo. Bevila tu la mia acqua chè rosso d'ira ti veggo
ora sempre più pallido. La festa finisce e non mi va di
brindare. Ho sonno e non mi va di dormire. Ma non c'è
sbadiglio quando si muore? La vita mi è venuta a noia!
Avessi fiato vorrei urlare a questo mondo che olezza di sterco
e fargli sapere che me ne vado e non lo saluto! Ho in bocca il
disgusto. Ora quello non lascia spazio ad altro. Fo silenzio.
(Benvolio lo siede
lentamente in terra appoggiandogli la schiena al pozzo. Mercuzio
stringe i denti e sorride. Chiude gli occhi e muore).
Benvolio : Mercuzio! Mercuzio!!!
Romeo
deve sapere.. (torna di corsa indietro).
Ma è questa la
morte? La ferita più non mi brucia. Certo, il sole non
veggo. E' notte ed è quasi dormire. Che sia un sogno?
Ma io più non respiro! La morte è questa
a
quanto dicono.
Ma è questa la morte? E' un pensiero che ha gambe così
corte da lasciarmi fermo immobile? E' una parola senza labbra?
E' un orecchio silente? Sono io a domandarmi e a non spiegarmi
le cose? Chi sono? Dio, non ricordo il mio nome. Sono uomo, credo
o almeno credo che l'ero. Ed ora che sono? Sono vita già
morta e, nel rispetto di chi in vita muore, coltiverò
da dentro l'attesa di rivedere i miei cari. Ma chi amai in vita?
Chi fu mia madre? Chi fui io? Più non so chi ero.
La morte è l'oblio. Già ho dimenticato di aver
mai vissuto. Ora muoio per davvero. La morte conosco. Silenzio
la morte sussurra ed io l'ascolto ora e per sempre. Altro non
ho da capire.
Benvolio : O Romeo, Romeo, Mercuzio è
morto!
Quel valoroso spirito
che innanzi alla sua ora ha dispregiato
il mondo di quaggiù, se n'è volato
a raggiunger le nuvole su in cielo.
Romeo : Sopra ben altri giorni graverà
il nero auspicio annunciato da questo:
esso è solo l'inizio di sciagure
cui altri giorni metteranno fine. |