Era notte. Una nebbiosa
notte daprile. Nel porto lacqua galleggiava umida.
Cera odore di sale e il faro ululava silenzi.
Il faro gli sbatteva la sua antichità in faccia. Tutta
in una volta. Tutti in quel
uuuuuuuh.
.uuuuuuuuh
Le gloriose rotte fenice, le feroci galee romane, Cartagine,
Tiro e Atene
tutte in quel uuuuuuuh.
Si sentì un nodo alla gola. Qualcosa damaro dallo
stomaco in su per lesofago, impigliato nella gola.
Lo ammazzò con un bel sorso di grappa.
Cacciò fuori dalla bocca una vampata di vapore e portò
le mani nelle tasche della vecchia giacca infeltrita, cercando
le sigarette.
Nel rovinato pacchetto gliene erano rimaste solo tre. Inarcò
le sopracciglia in un piccolo movimento sconsolato e se ne apicciò
una.
Ascoltava il lento cullarsi della notte nellacqua bagnata
di stelle gialle.
Pensò ai suoi amici di quandera ragazzo. A tutte
le donne che ebbe. Alla felicità. Al bruciare dei suoi
anni verdi. Alle scopate furenti, al languido, caldo, perso carezzarsi
di due corpi giovani ed innamorati.
E il porto continuava ad ululare, Cristo.
Ululava come la morte. Come una soffocata anima alle porte dellinferno.
Prese la propria danime in spalla e andò verso casa.
Calpestava la sua ombra curvo e infreddolito.
Passò davanti al pub Barba Blu, chera
lì a due passi dal porto.
Buttò un occhio ai vetri delle finestre trasudanti vapore.
La musica alta e le risa arrivavano sin fuori.
Stava ormai passando il pub quando sentì una gran voglia
di farsi un bel boccale vontante birra.
Si decise così ad entrare. Nascose la grappa sotto una
siepe e aprì la porta. Una calda vampata lo accolse.
Andò al bancone e ordinò la birra. Tirò
fuori qualche ingrovigliata banconota e pagò.
Si girò e guardò attorno. Cera un gran casino
gioioso.
Un gruppo di ragazzi sembrava particolarmente ubriaco.
Il vecchio si avvicinò boccale in mano ad uno di loro
che fumava una sigaretta, gli fece un cenno
"scusa ce lhai mica una sigaretta?"
"no guarda è una canna, se vuoi ti posso offrire
due tiri di questa
"
Il vecchio accettò e prese a fumare la canna. Erano molti
anni che non ne fumava più una, ma da ragazzo ne fumò
parecchie.
Alla prima boccata riconobbe il sapore
"Mmh marijuana!"disse
"Eggià. Buona eh, nonno?"rispose il ragazzo
"ma è la prima che ti fumi?"
"No alla tua età ne fumavo parecchie. Cazzo i miei
bei tempi!"
"Dai non ti stare a strusciare col passato"
"Oh ma chi è il nonno?" interruppe uno del resto
della combriccola
"Vara è forte"rispose linterlocutore del
vecchio "fuma anche, il nonno!"
"Sono vecchio, cazzo, ma pure a me piace divertirmi!"
Il ragazzo si girò dallaltra parte, avvolse deciso
ma delicato col braccio una ragazza e la baciò forte.
Il vecchio la vide solo ora. E un tonfo come di mortaio gli rintronò
nel malandato cuore. Era bionda, bellissima ninfa. E gli occhi
bolle
di chiarore dun azzurro languido. Cristo. Era la grazia
fatta carne
ed era così simile a una sua vecchia
fiamma
lo stesso sguardo elettrico
lo stesso pietrificante
sorriso
Il ragazzo disse qualcosa nellorecchio della ragazza che
si alzò. Strizzò locchio al vecchio e gli
fece cenno di seguirla fuori.
Il vecchio temendo uno scherzo passò lo sguardo su tutte
le facce della combriccola cercando qualche accenno di risata.
Ma nessuno se ne curò. Solo il suo interlocutore alzandosi
per andare a farsi un altro bicchiere al bancone, gli batté
la mano sulla spalla, dicendogli:
"Cazzo aspetti?!?"
Il vecchio solo allora si alzò, e sentendosi maledettamente
impacciato camminò fino a fuori.
Lei era lì ad aspettarlo ritta e magnifica. Piena dei
suoi diciottanni. Gli sorrise e lo prese per mano
quella
giovane pallida mano in quella callosa e vissuta manona
"Ho imboscato una boccia di grappa sotto una siepe, la prendiamo,
vuoi?"disse il vecchio e lei fece cenno di sì.
La raccolse, si fece un bel sorsone e gliela passò.
"Andiamo su da te?"chiese lei
"Cazzo, come no!"
Baciandosi e ridendo salirono le scale di casa. Il vecchio infilò
le chiavi ed entrarono.
Si tolsero le giacche e le buttarono sullattaccapanni,
lui la prese per mano e la porto in camera.
Presero a baciarsi morbidi. Si spogliarono piano. Poi lui si
stese e lei sopra.
Presero a farlo, e la luna bianca dalla finestra le illuminava
dombre il viso.
Lei lo carezzò e movendosi tutta prese a baciarlo sospirando,
sotto lorecchio.
"Sono la Morte"gli parve di sentire fra i suoi respiri
ne
sorrise e non si fermò.
Venne. Poi piano saddormentò abbracciato a lei.
Il medico legale alzò
il lenzuolo che ne copriva il vecchio volto contratto come in
un sorriso, dicendo fermo e sterile come un bisturi:
"Arresto cardiaco."
ricoprendolo poi. |