AnchePOESIA

LA VITA

di King Arthur

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Aforisma

La vita è un mistero.Quando credi di averne colto l'essenza, ti ritrovi con un pugno di mosche in mano ed una ventata di sabbia negli occhi. Ed un pugnale nel cuore…

Uomini e formiche(1)

Solingo, afflitto da un incessante mal d'amore , errabondavo per la rigogliosa verzura.
Cogitabondo e privo di una qualsivoglia volontarietà degli effetti, mi accorsi che sulle mie avite vestigia annaspavano, calpestate e straziate, delle formiche. Immerso nel penare della mia mente e del mio cuore, avevo abbattuto un formicaio e in quel piccolo anfratto di Natura morente vedevo l'appropinquarsi inesorabile della morte; inutile, dedito all'inanità,era l'incessante lavorìo dei piccoli insetti nel divincolarsi, nello scuotersi, quasi ispirati dall'inutil speme di una mora del fatal momento.
Scosso nel mio animo da tal accadimento, sovvenne in me una riflessione e una comparazione. Quanto subitanea e repentina la triste fine di quegli animali; prima, indefessi nel raccogliere l'approvvigionamento e poi stroncati dal mio feral incedere!
Ma , ancor più gelido sibilo s'incuneò nel cor mio: l'uomo, apparente granitico colosso, non è altro che proiezione macroscopica del piccolo insetto; e subito la rimembranza del Maestro campeggiò nelle mie idee: nel suo testamento( vv.250 della "Ginestra") egli annota come un "picciol pomo" può devastare le formiche; e nel mio caso il passo tardo e lento strazia le formiche e le conduce sul sentiero dal quale mai più torneranno.
Ah infelice sorte dell'uomo, che come le formiche può essere abbattuto, cancellato e obliato senza nulla opporre, un algida folata lo spazza e lo lacera! A nulla vale il cospicuo numero, l'imponente moltitudine : incommensurabile è la finitudine umana! Quanto vacuo l'industriarsi assiduo ed il parco agire: inutile è l'essere, mentre inevitabile, ineluttabile ed ineludibile è la morte!

Uomini e formiche(2)

Intento all'attività agreste ch'io soglio addurre come incentivo della vita("contentus vivere parvo" Orazio docet), mi apprestavo a raccogliere un cespo d'insalata. Con mia grande sorpresa, basito, dalla terra ancora rorida colsi l'attesa verzura, della quale la base era stata deleta in maniera consistente dall'operato avido di una moltitudine di formiche !
Erravo dunque il dì precedente, nella sua finitudine l'uomo non è angustiato dall'infelice sorte che lo ottenebra, ma ben scevro da qualsiasi forma di innocenza, anela al successo, al superare il fratello, e nulla lascia d'intentato! Nello scoprire, nella situazione microscopica, i danni irreparabili inflitti dalle formiche alla verzura, capii come l'uomo, proiezione ingigantita, nel suo stato infinitesimo comunque distrugge, calpesta, impugna il brando e infligge inenarrabili dolori! Fallace la mia illusione di innocenza e pietas albergante nell'atro animo umano!
L'uomo non s'accontenta del giusto, non soccorre il fratello che invoca, ma si dibatte splendendo oscuramente di ferocia,sicumera e ludibrio verso il prossimo: popola con la bocca schiumante di rabbia quella che il Sommo vate, erede autentico e genuino dell'avita Ellade, nomina una "foresta di belve".