Aforisma
La vita è un mistero.Quando
credi di averne colto l'essenza, ti ritrovi con un pugno di mosche
in mano ed una ventata di sabbia negli occhi. Ed un pugnale nel
cuore
Uomini e formiche(1)
Solingo, afflitto da
un incessante mal d'amore , errabondavo per la rigogliosa verzura.
Cogitabondo e privo di una qualsivoglia volontarietà degli
effetti, mi accorsi che sulle mie avite vestigia annaspavano,
calpestate e straziate, delle formiche. Immerso nel penare della
mia mente e del mio cuore, avevo abbattuto un formicaio e in
quel piccolo anfratto di Natura morente vedevo l'appropinquarsi
inesorabile della morte; inutile, dedito all'inanità,era
l'incessante lavorìo dei piccoli insetti nel divincolarsi,
nello scuotersi, quasi ispirati dall'inutil speme di una mora
del fatal momento.
Scosso nel mio animo da tal accadimento, sovvenne in me una riflessione
e una comparazione. Quanto subitanea e repentina la triste fine
di quegli animali; prima, indefessi nel raccogliere l'approvvigionamento
e poi stroncati dal mio feral incedere!
Ma , ancor più gelido sibilo s'incuneò nel cor
mio: l'uomo, apparente granitico colosso, non è altro
che proiezione macroscopica del piccolo insetto; e subito la
rimembranza del Maestro campeggiò nelle mie idee: nel
suo testamento( vv.250 della "Ginestra") egli annota
come un "picciol pomo" può devastare le formiche;
e nel mio caso il passo tardo e lento strazia le formiche e le
conduce sul sentiero dal quale mai più torneranno.
Ah infelice sorte dell'uomo, che come le formiche può
essere abbattuto, cancellato e obliato senza nulla opporre, un
algida folata lo spazza e lo lacera! A nulla vale il cospicuo
numero, l'imponente moltitudine : incommensurabile è la
finitudine umana! Quanto vacuo l'industriarsi assiduo ed il parco
agire: inutile è l'essere, mentre inevitabile, ineluttabile
ed ineludibile è la morte!
Uomini e formiche(2)
Intento all'attività
agreste ch'io soglio addurre come incentivo della vita("contentus
vivere parvo" Orazio docet), mi apprestavo a raccogliere
un cespo d'insalata. Con mia grande sorpresa, basito, dalla terra
ancora rorida colsi l'attesa verzura, della quale la base era
stata deleta in maniera consistente dall'operato avido di una
moltitudine di formiche !
Erravo dunque il dì precedente, nella sua finitudine l'uomo
non è angustiato dall'infelice sorte che lo ottenebra,
ma ben scevro da qualsiasi forma di innocenza, anela al successo,
al superare il fratello, e nulla lascia d'intentato! Nello scoprire,
nella situazione microscopica, i danni irreparabili inflitti
dalle formiche alla verzura, capii come l'uomo, proiezione ingigantita,
nel suo stato infinitesimo comunque distrugge, calpesta, impugna
il brando e infligge inenarrabili dolori! Fallace la mia illusione
di innocenza e pietas albergante nell'atro animo umano!
L'uomo non s'accontenta del giusto, non soccorre il fratello
che invoca, ma si dibatte splendendo oscuramente di ferocia,sicumera
e ludibrio verso il prossimo: popola con la bocca schiumante
di rabbia quella che il Sommo vate, erede autentico e genuino
dell'avita Ellade, nomina una "foresta di belve". |