PrimiPASSI

UN INCONTRO

di Immagini&Parole

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Lei scende da una scalinata e lo vede. Lui si avvicina, lento, stretto nel suo impermeabile, nei suoi abiti scuri. Sempre lo stesso viso cupo, allo stesso tempo addolcito dalla profondità dei suoi occhi nocciola. Ex ed Ex. Lei si ferma a un passo da lui nella solarità tenera e infantile che le appartiene. Ora immobile. Sta ascoltando un walk-man e porta Siddharta di Hermann Hesse fra le mani. I suoi occhi affondano celesti in quelli di lui. Vagamente a disagio. Carico di libri. Filosofia. Letteratura. Non so cosa dire, dice lei forzandosi di ammorbidire il suo imbarazzo. Quasi trema. Non si incontrano da circa due anni, si pensano da circa due anni, rinchiusi nel loro trascorso insieme, caleidoscopio di immagini, lune di sentimenti passati.

Nuvole a forma di aquiloni sovrastano il cielo.

Lui sorride, colpito, dozzine di aquiloni di ricordi gli sovrastano la mente. Andavo in biblioteca, sai, ho un esame tra pochi giorni. Lei sorride mentre la gelida sorpresa svanisce. Andavo a trovare Jacopo. Un gruppo di bambini neri, palloncini in mano, gli passano accanto. I bambini li salutano facendogli gli auguri. Corrono all’apice della scalinata dove un prete tarchiato e affabile li prega di fare in fretta. Francesca sorride ancora. Carlo dice che ha bisogno degli auguri in vista dell’esame che lo attende tra pochi giorni. Esame? Filosofia o qualcosa del genere. Sei preparato?Comincio oggi a studiare. Sono contenta di rivederti.Sei tranquillo e confuso come sempre. Questo, Jacopo, dimmi, è un tuo collega? E’ il mio ragazzo. Carlo affonda in un lago infinito di gelosia.

“E’ malato. Penso che possa essere la persona adatta a me.”

“Mi dispiace.”

“Ch’è il mio ragazzo o che è malato?”

“Sono contento che hai realizzato il tuo sogno, aiutare chi soffre.”

“Amare chi soffre è ancora più bello.”

“Bene.”

“Il mio sogno non si è pienamente realizzato.”

“Vuoi dire che non lo ami?”

Due sposi nella chiesa lontana, in fondo, vengono tempestati da riso e grida di gioia dei loro ospiti.

Bambini bianchi con palloncini in aria e un prete precedono tutti. Strano questo matrimonio con i bambini bianchi e neri davanti a tutti. Lui. Io dico che gli sposi sono titolari di un’associazione multirazziale. Lei. Carlo chiede, li conosci? Sono conosciuti in città. Alza le spalle. Jacopo soffre di depressione ed è contrario al matrimonio. Che motivo ha di essere depresso? Lei alza le spalle, non ne parla con nessuno.

“Vuole realizzarsi come artista?”

“Come te?… No.”

“Vuole essere indipendente?”

“Come te?…No.”

“Vuole dimenticare la donna che ama?”

“In che senso?”

“Ti sto dicendo che sono depresso anch’io.”

Escono gli sposi.