CULTURA - Tecnologia

Prossimamente su nuovi schermi:

IMAX
Per battere la concorrenza della tivù, le sale cinematografiche si rinnovano.

Obiettivo: meravigliare il pubblico con standard e tecnologie capaci di farlo "entrare" sempre più dentro il film.


di Marcello Mormone (10/4/2000)

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La donna esce dallo schermo, si incammina tra le poltrone del cinema e inizia a parlare al pubblico. E la voce sembra davvero uscire dalla sua bocca. Ogni spettatore la vede e la sente parlare a pochi metri da lui, grazie allo speciale visore e alle cuffie con altoparlanti direzionali: l'illusione è così perfetta che sembra di trovarsi di fronte a una persona in carne e ossa. Ma questa proiezione tridimensionale è solo una delle possibilità delle sale cinematografiche del terzo millennio, che mirano a dare allo spettatore una straordinaria sensazione di realtà e a fargli sperimentare avventure ed emozioni. Per esempio grazie alle poltrone che si inclinano e sobbalzano in sincronia con le immagini. Oppure con enormi schermi semisferici, con cui sembra di volare in aliante nel Grand Canyon, con la sensazione di sfiorarne le rocce. La rivoluzione in sala arriva con un sistema chiamato Imax. Inventato da tre ingegneri canadesi negli anni Settanta, ha poco a che fare con i cinema tradizionali: pellicola più grande, proiettore innovativo, schermo grande come la facciata di un palazzo. Un fotogramma Imax è grande dieci volte quello di una normale pellicola da 35 millimetri e tre volte quello di una da 70 millimetri, poco usata. Il formato indica la larghezza della pellicola e, dato che questa scorre in verticale, anche del fotogramma. La pellicola Imax, invece, ha un formato da 70 mm, ma scorre in orizzontale. Il singolo fotogramma può così essere molto più largo, in modo da proiettare immagini enormi. Anche il proiettore è particolare, con meccanismi, come il sistema di trascinamento della pellicola, che rendono le immagini sullo schermo molto più stabili. E la messa a fuoco è perfetta. Per esempio, si distinguono persino i rami più sottili dei cespugli di una savana. Il tutto si completa con uno schermo tanto grande (può contenere l'immagine di una balena a grandezza naturale) da coprire la visione periferica dello spettatore, che si trova così immerso nella scena. Può avere una superficie di 720 metri quadrati, con un rettangolo di 24x30 metri (ora il formato più diffuso in Italia è il 4x8). Garantisce immagini spettacolari: si va dalle riprese effettuate dallo Shuttle in orbita attorno alla Terra, a un concerto dei Rolling Stones, al viaggio all'interno di un atomo. Nel mondo esistono già 130 sale Imax, in 20 Paesi. Negli ultimi anni ne sono nate in tutta Europa. Ma in Italia sono ancora molto poche. Bisogna costruirle appositamente, con investimenti elevati. E anche girare documentari spettacolari proiettati con l'Imax è molto costoso. Ma, per quanto queste proiezioni siano coinvolgenti, non avvolgono completamente lo spettatore come avviene con il passo successivo: l'Omnimax. Proiettore e pellicola sono identici, ma lo schermo è semisferico, con un diametro di circa 30 metri. Sulla cupola (i cinema sono in genere fatti "a bolla") le immagini vengono proiettate con un obiettivo "fish eye", un grandangolo. Anche il suono mira a immergere il pubblico nell'azione. Ci sono sei altoparlanti distribuiti lungo la cupola: se un elicottero sta volando sopra la testa dello spettatore, questi sente il rumore proviene da lì. Al Futuroscope di Poitiers, in Francia, c'è anche una sala con il pavimento trasparente, chiamato Magic carpet (tappeto magico). Lo spettatore vede il film sia attorno a lui che sotto i suoi piedi. Infine, l'ultimo sviluppo dell'Imax è il "Solido", in cui le immagini diventano tridimensionali e sembrano uscire dallo schermo. Per ottenere l'effetto 3 D, vengono proiettate due pellicole leggermente diverse: girate contemporaneamente, ma con un'angolatura diversa, per riprodurre la visione degli occhi. Una pellicola è diretta all'occhio destro, l'altra a quello sinistro: le loro immagini si alternano sullo scherno. Per "fonderle" lo spettatore indossa una maschera con lenti a cristalli liquidi, che con il passaggio della corrente elettrica cambiano il loro orientamento e fanno diventare la lente trasparente o opaca. Le lenti si aprono e chiudono 48 volte al secondo in perfetta sincronia con i fotogrammi, grazie a un telecomando a raggi infrarossi: quando sullo schermo appare l'immagine per l'occhio sinistro, la lente sinistra diventa trasparente e quella destra opaca, e viceversa. Risultato? Lo spettatore percepisce un'unica immagine in 3 D. Si muove tra pozzi di petrolio in fiamme o si tuffa negli abissi: ha l'impressione di avere il mare al livello del viso, con i gabbiani con i gabbiani che volano verso di lui, poi si immerge tra i pesci che gli guizzano attorno con la sensazione di scendere in profondità. E, durante un viaggio nel corpo umano, è difficile resistere alla tentazione di toccare globuli rossi. Anche il sonoro è "tridimensionale". Oltre al suono nella sala, nelle cuffie sono inseriti piccoli altoparlanti direzionali: voci e rumori sembrano provenire da un punto preciso nello spazio.
Non resta che accomodarsi poltrona. Anzi, in una delle nuove poltrone che si muovono, salgono, scendono, si inclinano, sobbalzano. I movimenti sono gestiti un computer e in sincronia con la proiezione. In modo che, per esempio, una corsa in Formula 1 sia quasi reale.

Come funziona:
Un fotogramma Imax è grande 10 volte un fotogramma da 35 mm. E tre volte uno da 70. La pellicola è sempre da 70 mm, ma scorre in orizzontale o non più in verticale: così la larghezza del fotogramma non è più limitata dallo spazio tra le perforazioni, ma può essere molto maggiore. Cambia anche il sistema di trascinamento. Nei proiettori normali si usa un dispositivo meccanico chiamato croce di Malta, che si muove a scatti (uno ogni ventiquattresimo di secondo, il tempo necessario perché l'immagine resti impressa sulla retina). Nell'Imax c'è invece un tamburo dentato che si muove con moto ondeggiante per compensare le vibrazioni della grande pellicola e mantenere l'immagine stabile. In più, quando il fotogramma arriva davanti al mascherino per la proiezione, è tenuto fermo sia da denti sia dal vuoto d'aria fatto con una pompa aspirante. L'obiettivo proietta un fascio di luce con un angolo di circa 66 gradi, molto più grandi di quelli tradizionali. La colonna sonora, a 6 piste, è separata dalle immagini e scorre su un apparato sincronizzato con il proiettore.