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artefice di sfinimenti cinta senz'occhi vacillante bigia nel tempo libidine di degenti nostalgie decadenza dell'impero romano. PREGARE vanità di costruttori babelici albagia stolti guaritori del domani. Il mio nome è brezza marina aura mattiniera diverrò egoista alla maniera del mare PROFLUVIO. Rudere sulfuree mura in voi sboccia e avvizzisce l'uggia dell'inchiostro. Il diavolo s'infatuò della potenza estasi ed oro i suoi occhi emersero. Scartò l'inferno ravvivò il fuoco fulgore e sfavillio. Infine sedotto dall'anima elesse regno le mie paure. |