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FINANZIAMENTI COMUNITARI ALLA CULTURA EUROPEA

di Giuseppe Morgillo (29/6/2000)

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E' scaduto il 31 maggio 2000 il bando di concorso dedicato allo sviluppo della cultura europea (quinquennio 2000 - 2004). Si chiama Cultura 2000, e sostituisce le iniziative precedentemente intraprese dalla UNIONE EUROPEA nel medesimo campo: Caleidoscopio (spettacolo), Arianna (letteratura) e Raffaello (patrimonio culturale). Lo scopo dell'iniziativa è di promuovere la tutela delle tradizioni del vecchio continente.
Lo spirito del provvedimento consiste nel favorire lo sviluppo socioeconomico delle realtà comunitarie attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale. Che nel contesto europeo, così ricco di storia, non è poca cosa. Eppure, contrariamente a quanto accade in America, l'Europa ha bisogno di sensibili sollecitazioni esterne per risvegliare l'interesse degli operatori.
Negli States la cultura costituisce un'autentica macchina industriale. Spettacoli, merchandising, sponsorizzazioni. Sono molte le fonti che contribuiscono a finanziare le manifestazioni artistiche di ogni genere.
Anche lo stato è presente. In misura minore, sicuramente, rispetto all'ingerenza media europea. La voce del contributo pubblico, nei bilanci degli imprenditori a stelle e strisce, incide in minima parte.
In Europa la cultura, più che un'industria, rappresenta l'artigianato. Lo sfruttamento delle immense risorse presenti sul territorio è affidato essenzialmente alla professionalità dei singoli operatori. Manca una vera mentalità imprenditoriale.
La promozione è scarsa. L'informazione, a beneficio dei potenziali turisti, è infatti inadeguata rispetto ad un bacino di utenza di interessanti proporzioni. La crisi strutturale, poi, costituisce un male cronico.
Per lo spettacolo, in particolare, si pongono dei problemi di non facile soluzione. L'assistenzialismo è la regola. Ma in questo modo si garantisce a malapena la sopravvivenza delle imprese già esistenti.
La politica comunitaria, però, mira ad imprimere un diverso ritmo allo sviluppo del settore. La UNIONE EUROPEA appare più incline ad operare degli interventi di tipo strutturale, che consentano agli imprenditori di agire sulla base di progetti di largo respiro. Si preferisce, in altri termini, sostenere una precisa strategia industriale anziché la singola iniziativa.
La cultura, d'altronde, rappresenta una risorsa pressoché inesauribile. Negli Stati Uniti, ad esempio, il cinema costituisce la prima industria nazionale. Ed anche nel vecchio continente film, dischi e libri producono ormai dei fatturati alquanto significativi.