Cultura

I FALLIMENTI DI DIO

di Selim Ades (27/7/2001)

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Questo quesito è rivolto agli studiosi e ricercatori dei testi della Bibbia disponibili ad un esame logico ed analitico di quel testo, senza doversi trincerare dietro un assolutismo impermeabile, ed un dogmatismo paralizzante, come precedentemente incontrato presso sacerdoti sia cattolici sia israeliti.

Per cristiani ed ebrei, la Bibbia è indicata come diretta espressione di Dio che ha comunicato in qualche modo non chiaramente definito, le proprie intenzioni ed intimi pensieri affinché siano ritrasmessi agli esseri umani. Se così fosse, si dovrebbe sospettare distorsioni nella ritrasmissione che dà di Dio una descrizione più consona ad un monarca psicotico che ad un essere supremo.

Il testo inizia col presentare questo Dio onnipotente, onnisciente ed infallibile che riesce con la sola intenzione e decisione a materializzare un intero universo popolato d'esseri viventi quanto vegetali che animali, e crea infine un animale capace di creare anche lui, e lo chiama Uomo.

Prosegue con l'esposizione di una serie di contrarietà, disappunti, e persino collera di Dio, dovute a svolgimenti non predisposti né voluti da lui, oppure "fallimenti" che sembrano forzare la mano a Dio verso atti di castigo o persino di vendetta.
Riesce difficile concepire che un'Entità onnisciente poté subire simili disappunti.

Il paradosso nasce già da quando Dio esprime il proprio intento di istituire Adamo e la sua compagna Eva quali custodi e curatori del giardino d'Eden, espressamente creato da Dio per loro.
Il progetto giardino d'Eden però "fallisce", poiché Dio si trova costretto dalla loro insubordinazione a cacciare via i custodi senza poterli rimpiazzare con altri più idonei. Incapace o riluttante a mettere in atto la sua precedente minaccia di morte, preferisce l'espulsione accompagnata da eterna condanna, segretamente destinata a revoca dopo alcuni millenni tramite la crocifissione di un loro discendente.
Tutto molto emozionante, ma la colpa dei custodi non giustifica il fallimento dell'ideatore.

Vorrei già pregare ognuno di trattenere le consuete "spiegazioni" circa la clemenza di Dio che non uccide chi forse lo meritava in quest'occasione, ma che non esita a cancellare tutta l'umanità in un'altra.

In seguito Dio osserva che l'umanità da Lui stesso creata, è diventata corrotta; avendo permesso che lo diventasse, e non essendo in grado di infondere in detta umanità comportamenti appropriati, decide di eliminarla interamente. Dover distruggere tutto quello che si cercava di creare sembra un evidente segno di "fallimento".
Tuttavia, invece di ricreare il tutto da capo senza legami con i precedenti "fallimenti", come poteva fare al tempo d'Adamo, sceglie Noè con la sua famiglia ed una coppia d'ogni specie animale per ricostruire questa seconda volta un'umanità idonea.

Purtroppo, anche questo tentativo non funziona a dovere, e Dio deve intervenire per correggere un ulteriore "fallimento", distruggendo Sodoma e Gomorra, e con l'occasione, con gran clemenza, trasformare in statua di sale la moglie di Lot che ha osato lanciare uno sguardo all'indietro.

Questa "epurazione" parziale non porta a sua volta a nessun esito corretto circa il comportamento dell'umanità, e la Bibbia prosegue nella narrazione di numerosi prodigi ed interventi di Dio che talvolta salva alcuni, mentre a maggior riprese uccide o fa uccidere tanti altri.

Come si può affermare che la Bibbia sia parola di Dio? Qual era lo scopo di queste comunicazioni o confidenze divine? Era forse per insegnarci che anche un Dio avrebbe potuto "fallire"?

Il progetto successivo, benché macchinoso, si realizza nella prima fase ma fallisce miseramente in quella conclusiva. Si tratta del progetto di creare una colonia israelita in Egitto, di tenerla in miseria e schiavitù per ben cinquecento anni, e poi di tirarla fuori e portarla in Palestina, non senza avere massacrato a dovere gli egiziani. Ma 'sti egiziani, "chi" li ha creati?!!!
Il tutto per creare un popolo d'eletti che si comportassero da sacerdoti o portavoce, e si diano da fare per propagare le raccomandazioni divine a tutti i popoli della Terra.

Questi invece formano un reame ben chiuso ed isolato, confidando in una protezione divina eterna, ed ignari dell'intenzione di Dio di castigarli con l'uso subdolo dei potenti popoli pagani vicini.
A detta di coloro che pretendono che ogni avvenimento sia la manifestazione di un segreto "disegno" di Dio, sembrerebbe che detti popoli pagani fossero usati da Dio come suoi mercenari, anche se loro fossero ignari della sua presenza o influenza.

Nondimeno, la spettacolare consegna della saggezza divina incisa nella pietra in dieci comandamenti basilari, "fallisce" miseramente e rimane sparpagliata ed ignota per circa due millenni, mentre sono i "pagani" a creare le civiltà, il pensiero, la filosofia, le scienze, e purtroppo le armi.

Il testo descrittivo di Dio e delle sue divine gesta si conclude con l'apparizione di suo "figlio" che in verità non sarebbe suo figlio ma lui stesso mimetizzato in un corpo umano. Il grande progetto definitivo è di portare a tutta l'umanità, pagani compresi, la remissione dei presunti peccati precedenti e la "pace" tra gli uomini di buona volontà.

Niente affatto! La "pace" non si trova in nessun posto, probabilmente per la totale assenza degli uomini di buona volontà. Dio ha sbagliato pianeta, o ha forse definitivamente "fallito"?

Non sarà invece l'incapacità degli uomini che hanno avuto la pretesa di porsi quali interpreti di quel testo, chiamato Sacre Scritture unicamente perché contiene la parola "Dio", ad averne distorto il significato e l'intento di coloro che lo hanno scritto?

Detti scrittori pretendevano veramente di dare una precisa descrizione delle azioni, intenzioni e reazioni di Dio, oppure stavano esponendo racconti allegorici con un Dio protagonista a modo delle antiche mitologie, unicamente per trasmettere concetti di saggezza e filosofia?

I "fallimenti" provengono da Dio, oppure dai dotti interpreti religiosi?