Cultura

VIGLIACCHI EROI

di Selim Ades (27/7/2001)

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L'istruzione e la fede sono probabilmente due necessità fondamentali nella vita degli esseri umani, ed unicamente quelli; poiché non ne sussiste traccia apparente nel regno animale.

Istruzione e fede scaturiscono entrambe dall'essenza spirituale esclusivamente caratteristica dell'essere umano, presente in ognuno senza eccezione. Basta una semplice osservazione in qualunque epoca o luogo per rilevare la presenza di un qualche tipo d'istruzione e di fede.

E' difficile stabilire quale si manifesta per prima ma è facilmente comprensibile che siano legate a doppio filo. Un po' di fede porta verso l'istruzione, ed un po' d'istruzione porta a maggiore fede.
Chi attraversa un ponte costruito sopra un fiume od un abisso, fa in qualche modo un atto di fede nei confronti del costruttore, perché ha potuto in qualche modo accertare la resistenza e solidità di detto ponte, che sia di corde o d'acciaio. Soltanto un incosciente metterebbe a rischio la propria esistenza senza un minimo d'istruzione od osservazione.

Sembra però che la fede abbia in qualche momento presentato effetti che l'istruzione non riusciva a spiegarsi, e sia stata perciò abbandonata dalle autorità didattiche del momento. L'istruzione medica per esempio, ha messo tanto tempo per riconoscere l'effetto placebo, nonché l'influenza dello stato mentale ed emozionale del paziente sull'efficacia delle cure e dei farmaci.

La fede diventata orfana è stata cosi raccolta dall'autorità religiosa che se n'è appropriata in modo totalmente esclusivo, ed al punto di sostituire il vocabolo religione con quello di fede. La fede religiosa, come d'allora esposta, deve più che altro rimanere misteriosa, irrazionale, incompresa ed incomprensibile; però va ricercata e perseguita come il bene più prezioso. Parecchio sconcertante!

Il lato incoraggiante nella fede è che essa funziona in pratica con la stessa percentuale di frequenza in qualsiasi direzione sia essa rivolta. Ogni tipo di religione, rito o credenza può vantare la presentazione da parte dei propri seguaci di testimonianze su grazie ricevute, pericoli scampati, e sorprendenti guarigioni.

Questa percentuale in generale scarsa è stata mantenuta immutata nel tempo, ed invece di confrontare e sommare le osservazioni e le manifestazioni per individuarne le cause e riuscire a riprodurne a volontà gli effetti come nella chimica, la fisica, ed ogni altro settore soggetto all'istruzione, l'argomento delle manifestazioni benefiche attribuibili alle varie fedi religiose ha dato inizio ad una misera lotta di supremazia fasulla, e di denigrazione reciproca.

L'istruzione ha sempre indirizzato gli adepti verso la sperimentazione, la ricerca, e soprattutto la dimostrazione delle scoperte ottenute con la ricerca, nonché lo sviluppo e miglioramento di quanto scoperto dai predecessori.

La fede religiosa invece, da non confondere con la fede consapevole, ha fatto ogni sforzo possibile per mantenere qualsivoglia manifestazione o scoperta sotto una pesante coltre di mistero, tentando pure d'invadere il campo dell'istruzione per impedirne lo sviluppo.

Ricordiamo che non molti secoli fa la Chiesa condannava lo studio del corpo umano sui cadaveri, e se non ci fossero uomini sensati e coraggiosi per infrangere quel divieto nonostante il rischio di trovarsi messi sul rogo, la nostra attuale scienza medica sarebbe ancora allo stadio del salasso come cura massima.

Non si può, e non si deve nemmeno, cercare di negare la potenza della fede o l'estensione dei suoi effetti benefici a volte ben superiori a quelli ottenuti con l'istruzione. Volendo tuttavia ammettere che salvare la vita sia una concessione esclusivamente divina, dobbiamo però convenire che tale grazia si manifesterà molto più frequentemente negli ambulatori del pronto soccorso che sui banchi delle chiese o nei santuari di Lourdes.

La fede consapevole, non quell'imposta a tradimento al bambino come le occhiaie al cavallo, normalmente scaturisce dalla comprensione e dall'ammirazione, e dovrebbe crescere man mano che se ne individua le cause e se ne riscontra gli effetti. L'istruzione si basa precisamente sugli stessi concetti con il medesimo obiettivo. Non dovrebbe esserci nessuna differenza tra entrambe, eppure le varie autorità ecclesiastiche delle diverse religioni finora conosciute hanno sistematicamente rifiutato l'associazione d'ogni tipo di razionalità alle manifestazioni delle fedi. La fede detta religiosa tende invece unicamente verso il miracolo misterioso ed irrepetibile.

Oltre che a mantenere la fede in uno stato di mistero e d'ignoranza, la questione diventa tragica e merita maggiore attenzione quando, dette autorità ecclesiastiche, dopo aver confuso i vocaboli ed i significati di concetti nettamente diversi: fede e religione, ne istigano l'imposizione.
Un rito religioso può essere imposto con la persuasione, la forza e le minacce. Diventa un semplice robotismo. Una fede imposta diventa il massimo dell'ipocrisia.

Usando però questa confusione, vari capi religiosi sono riusciti ad infondere nelle popolazioni l'idea che l'aggressione sarebbe un atto di fede, esasperata persino fin'alla rinuncia alla propria vita.
Quello che osserviamo attualmente nelle bravate suicide islamiche in medio oriente, non è altro che la parodia dei kamikaze giapponesi e precedenti fanatici religiosi. La Sante Crociate e la Sante Inquisizioni hanno pure loro dato un notevole contributo d'orrori.

D'altro canto, la promessa ipocrita di accomunare l'umanità per mezzo di una ed unica fede religiosa, si è dimostrata priva di fondamento. La religione comune non ha mai impedito l'insorgenza di conflitti e di guerre. Sembra che venti secoli di guerre tra cristiani o tra musulmani non siano stati ancora sufficienti per fare smettere i propagatori di detta menzogna.

L'obiettivo di questa riflessione non è di accendere una polemica sugli errori del passato, o sulle remote responsabilità degli uomini dei vari cleri. Si sa che gli uomini sbagliano, e tanto più quelli che cercano d'imporsi. Il punto invece è un invito a rimuovere dalla fede i divieti e misteri che continuano ad ostruirla, per permetterle di ritrovarsi alla pari con la sua gemella cresciuta a dismisura col tempo: l'istruzione.

E' evidente che, anziché le religioni, saranno invece gli scopi e gl'interessi ad accomunare.
Sarebbe edificante poter pretendere dai propagatori e sostenitori d'ogni diversa fede religiosa, di definirne con precisione gli scopi, ed aver la sorpresa di scoprire che hanno tutti presentato scopi identici.

Si potrebbe forse riportare la fede al suo effettivo significato, e renderne possibile l'insegnamento ai bambini e anche agli adulti che ne sono stati privi, in modo intelligente ed intelligibile, come ogni istruzione utile che espone chiaramente sia le cause sia gli effetti d'ogni fenomeno osservato, oppure ne riconosce eventualmente l'ignoranza con umiltà, senza ricorrere alla mistificazione ed alle potenze sopranaturali.
Basterebbe pretendere da quelli che si dichiarano esperti maestri insegnati, di dimostrare le proprie affermazioni in modo razionalmente percepibile, e rifiutare ogni raggiro sorretto dalla disarmante parola: mistero!
Nessuno dovrebbe avere il diritto o l'autorizzazione d'insegnare ciò che non ha capito lui stesso.

Sembra che nessun uomo o movimento di rilievo non abbia mai avuto l'impulso od il coraggio di erigersi in difensore della fede consapevole.
Questo è un invito ad iniziare a farlo con generosità per il bene di tutti.