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L'istruzione e la fede sono probabilmente due necessità fondamentali nella vita degli esseri umani, ed unicamente quelli; poiché non ne sussiste traccia apparente nel regno animale. Istruzione e fede scaturiscono entrambe dall'essenza spirituale esclusivamente caratteristica dell'essere umano, presente in ognuno senza eccezione. Basta una semplice osservazione in qualunque epoca o luogo per rilevare la presenza di un qualche tipo d'istruzione e di fede. E' difficile stabilire
quale si manifesta per prima ma è facilmente comprensibile
che siano legate a doppio filo. Un po' di fede porta verso l'istruzione,
ed un po' d'istruzione porta a maggiore fede. Sembra però che la fede abbia in qualche momento presentato effetti che l'istruzione non riusciva a spiegarsi, e sia stata perciò abbandonata dalle autorità didattiche del momento. L'istruzione medica per esempio, ha messo tanto tempo per riconoscere l'effetto placebo, nonché l'influenza dello stato mentale ed emozionale del paziente sull'efficacia delle cure e dei farmaci. La fede diventata orfana è stata cosi raccolta dall'autorità religiosa che se n'è appropriata in modo totalmente esclusivo, ed al punto di sostituire il vocabolo religione con quello di fede. La fede religiosa, come d'allora esposta, deve più che altro rimanere misteriosa, irrazionale, incompresa ed incomprensibile; però va ricercata e perseguita come il bene più prezioso. Parecchio sconcertante! Il lato incoraggiante nella fede è che essa funziona in pratica con la stessa percentuale di frequenza in qualsiasi direzione sia essa rivolta. Ogni tipo di religione, rito o credenza può vantare la presentazione da parte dei propri seguaci di testimonianze su grazie ricevute, pericoli scampati, e sorprendenti guarigioni. Questa percentuale in generale scarsa è stata mantenuta immutata nel tempo, ed invece di confrontare e sommare le osservazioni e le manifestazioni per individuarne le cause e riuscire a riprodurne a volontà gli effetti come nella chimica, la fisica, ed ogni altro settore soggetto all'istruzione, l'argomento delle manifestazioni benefiche attribuibili alle varie fedi religiose ha dato inizio ad una misera lotta di supremazia fasulla, e di denigrazione reciproca. L'istruzione ha sempre indirizzato gli adepti verso la sperimentazione, la ricerca, e soprattutto la dimostrazione delle scoperte ottenute con la ricerca, nonché lo sviluppo e miglioramento di quanto scoperto dai predecessori. La fede religiosa invece, da non confondere con la fede consapevole, ha fatto ogni sforzo possibile per mantenere qualsivoglia manifestazione o scoperta sotto una pesante coltre di mistero, tentando pure d'invadere il campo dell'istruzione per impedirne lo sviluppo. Ricordiamo che non molti secoli fa la Chiesa condannava lo studio del corpo umano sui cadaveri, e se non ci fossero uomini sensati e coraggiosi per infrangere quel divieto nonostante il rischio di trovarsi messi sul rogo, la nostra attuale scienza medica sarebbe ancora allo stadio del salasso come cura massima. Non si può, e non si deve nemmeno, cercare di negare la potenza della fede o l'estensione dei suoi effetti benefici a volte ben superiori a quelli ottenuti con l'istruzione. Volendo tuttavia ammettere che salvare la vita sia una concessione esclusivamente divina, dobbiamo però convenire che tale grazia si manifesterà molto più frequentemente negli ambulatori del pronto soccorso che sui banchi delle chiese o nei santuari di Lourdes. La fede consapevole, non quell'imposta a tradimento al bambino come le occhiaie al cavallo, normalmente scaturisce dalla comprensione e dall'ammirazione, e dovrebbe crescere man mano che se ne individua le cause e se ne riscontra gli effetti. L'istruzione si basa precisamente sugli stessi concetti con il medesimo obiettivo. Non dovrebbe esserci nessuna differenza tra entrambe, eppure le varie autorità ecclesiastiche delle diverse religioni finora conosciute hanno sistematicamente rifiutato l'associazione d'ogni tipo di razionalità alle manifestazioni delle fedi. La fede detta religiosa tende invece unicamente verso il miracolo misterioso ed irrepetibile. Oltre che a mantenere
la fede in uno stato di mistero e d'ignoranza, la questione diventa
tragica e merita maggiore attenzione quando, dette autorità
ecclesiastiche, dopo aver confuso i vocaboli ed i significati
di concetti nettamente diversi: fede e religione, ne istigano
l'imposizione. Usando però questa
confusione, vari capi religiosi sono riusciti ad infondere nelle
popolazioni l'idea che l'aggressione sarebbe un atto di fede,
esasperata persino fin'alla rinuncia alla propria vita. D'altro canto, la promessa ipocrita di accomunare l'umanità per mezzo di una ed unica fede religiosa, si è dimostrata priva di fondamento. La religione comune non ha mai impedito l'insorgenza di conflitti e di guerre. Sembra che venti secoli di guerre tra cristiani o tra musulmani non siano stati ancora sufficienti per fare smettere i propagatori di detta menzogna. L'obiettivo di questa riflessione non è di accendere una polemica sugli errori del passato, o sulle remote responsabilità degli uomini dei vari cleri. Si sa che gli uomini sbagliano, e tanto più quelli che cercano d'imporsi. Il punto invece è un invito a rimuovere dalla fede i divieti e misteri che continuano ad ostruirla, per permetterle di ritrovarsi alla pari con la sua gemella cresciuta a dismisura col tempo: l'istruzione. E' evidente che, anziché
le religioni, saranno invece gli scopi e gl'interessi ad accomunare. Si potrebbe forse riportare
la fede al suo effettivo significato, e renderne possibile l'insegnamento
ai bambini e anche agli adulti che ne sono stati privi, in modo
intelligente ed intelligibile, come ogni istruzione utile che
espone chiaramente sia le cause sia gli effetti d'ogni fenomeno
osservato, oppure ne riconosce eventualmente l'ignoranza con
umiltà, senza ricorrere alla mistificazione ed alle potenze
sopranaturali. Sembra che nessun uomo
o movimento di rilievo non abbia mai avuto l'impulso od il coraggio
di erigersi in difensore della fede consapevole. |