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........un brivido improvviso,
due gocce di glaciale sudore di chi sta per distruggere il proprio
sonno, fuori dalla finestra la luce dei lampioni buca la nebbia,
il mio pensiero e' come un cerino acceso in un castello abbandonato
ed ingoiato dall'oscurita', il muro bianco e spossato da crepe,
inzuppato di ragnatele, gli occhi girano la stanza spoglia ed
umida, incapaci di uscire dal perimetro di un labirinto fitto
ed intenso. Scorgo dalla finestra una prostituta in acida lotta
con la rigidita' di un inverno tagliente e nemico, l'aria rarefatta
e sterile, "macchiata" qua e la' da un bacio di coppia
felice e desiderosa di riassaporare il contatto con un divano
caldo ed il camino acceso, mentre Margareth rimane fuori, ingabbiata
da tremolii e starnuti... ingabbiata dalla sua stessa vita, vita
dissoluta e senza ideali, istantanea e priva di commenti, analisi
futili e squallido sesso mercenario, padrona e mercante, trattatrice
e sfruttatrice, l'indifferenza e' l'unico "sentimento"
in grado di identificarla, il dolore e' la sola via di contatto
con il resto del mondo. Lei non chiede, lei non parla, lei non
dice ma annuisce, lei non comanda, ma obbedisce. I denti che
battono con ritmo alternato si scontra con la soffusa e calda
contemplazione davanti ad un camino dal fuoco rigoglioso, mentre
fuori il gelo screpola labbra ed impallidisce il viso; Mag non
attende che il suo prossimo sciacallo da portarsi sotto le lenzuola,
lenzuola che non verranno mai lavate, sporche ancora di quel
sangue "figlio" di precedenti, immemorabili notti impervie,
notti prive di amore, notti prive di tutto. Notti prive di vita.
Guardati mentre trascini le tue mani vellutate sulle labbra appena
appena sanguinanti, stai morendo di solitudine, e non hai nemmeno
il tempo per piangere, oramai le lacrime stentano a scendere,
e nulla piu' ti commuove. L'unico gesto che prendi in considerazione
e' il denaro che i tuoi gretti e feroci amanti ti posano sull'organo
femminile, e mentre io mi masturbo col pensiero immaginandoti
qui, tu fuori muori di fame, il tuo orgoglio cosi' fottutamente
grasso e sordo da non lasciarti aprire a nuove sonorita' di vita,
canti sempre la stessa canzone, e ripieghi quel minimo di barlume
che ti e' rimasto su scelleratezze che forse non hanno ancora
una definizione o semplicemente un vago, sinistro perche'. Sento
ora la mia anima irrigidirsi ed al contempo desiderosa di prostituirsi
a nuovi peccati del pensiero, in modo da non morire nel sonno
di una notte incerta ed oscura, nel suo (in)naturale evolversi,
per essere di seguito assassinato da stenti psichici o squarci
di velonosa noia. Vorrei distruggermi e ricompormi, sparire e
riapparire, passare di muro in muro come un fantasma ottocentesco
senza lasciare traccia ma appena qualche contorto enigma... vorrei
ballare con lei, lungo la strada del peccato, finche' troveremo
l'ultima luce dell'ultimo lampione ai confini della vasta e misteriosa
campagna appoggiarsi sulle nostre teste e sorridere beffardamente
alle nostre decadenti sventure. Davanti, una casa diroccata ancora in costruzione sembra digrignare i denti, anche lei soffre le acuminate punte di gelo, ideale proscenio, questo, onde consumare l'ultimo atto ribelle a suggello di una principesca dissoluzione, mentre distorsione su distorsione si accavalla sugli specchi affollanti la mia mente in perenne, sudicio disordine, in attesa che un urlo sventracristalli da psicopatico circumnavighi il mio adorato "gulliver" per poi essere buttato nel cassonetto dei ricordi-immondizia, nella speranza essi non riaffiorino piu'... mai piu'...... Margareth richiede incessantemente un corpo caldo con il quale poter giustificare una notte come tante altre, tenebre cattive e dispettose, ma con un fascio di luce al suo interno, quel raggio di tenue luce che quasi nessuno e' in grado di vedere, e che solo persone spesso devastate prima ed uccise poi da una Agghiacciante, monumentale, affatto comune o misurabile sensibilita' sono in grado di riconoscere e poi catturare. E se questa notte altro non e' che una trionfale kermesse di non-sense e ruvidi sentimenti mal riposti, dove il pianto straziato di puttane seviziate e stuprate dai loro padroni notturni e' implacabilmente soffocato dal calore familiare di gente assolutamente comune, "ordinary-people" che non chiedono e non sanno rispondere... vivono, parlano, mangiano e muoiono, serenamente, senza picchi o memorabilie da custodire, ricordare e celebrare. Cosi' come svanira' questa atroce passerella notturna, ed il cocchiere di un antica carrozza cigolera' lungo la via spoglia ed inacidita da un gelo cinico e sadico, portandosi a casa uno scampolo della notte appena passata. Questo testo è depositato presso www.neteditor.it e quindi coperto da diritti d'autore. Esso non potrà essere riprodotto totalmente o parzialmente senza il consenso dell'autore stesso, il quale, peraltro, ha autorizzato la pubblicazione su NuovoGPR, in data indicata in testa ed a mezzo e-mail. |