Un giorno nel 1966, stavo passeggiando a piedi
nudi lungo la spiaggia di una splendida città del Mediterraneo.
Era proprio una Domenica
da buttare, non avevo
voglia di restare in albergo, nè di vedere nessuno, e
così mi incamminai accompagnato dal mio pensiero.
Stavo cercando di liberarmi dal mio dolore, dalla mia angoscia,
ma tutto ritornava alla mente come un veloce replay.
Ero stato abbandonato da Maryann,
la
ragazza con gli occhi di sole
che avevo incontrato a Parigi alcuni anni prima.
L'avevo subito notata mentre stavo viaggiando a bordo dell'Orient
Express, che mi stava portando in Francia.
Era lì, seduta, assorta nella lettura di un libro ed io
rimasi folgorato.
La sua bellezza, i suoi splendidi capelli biondi che le ricadevano
morbidi sulla schiena mi lasciarono esterrefatto.
Sembrava una tipica ragazza
occidentale, potevo
chiederglielo, ma mi mancava il coraggio di avvicinarla.
Fu lei invece che voltandosi verso di me, mi guardò dolcemente
negli occhi, e domandò il mio nome.
Iniziammo a parlare, e con la sua spiccata gentilezza e cordialità,
mi raccontò brevemente un pò della sua vita.
Era una donna
normale, ma in lei
traspariva un non so che di sofferenza, di paura.....
Mi raccontò che stava scappando da Vienna dove un uomo, Parsifal, l'aveva fatta innamorare e con lui aveva
avuto un
grande amore, un
amore sconvolgente, appassionato.
E proprio da quest'uomo aveva avuto un bambino: Pierre, che giorno per giorno era diventato la sua unica ragione
di vita, e che l'aveva aiutata a superare tutte le avversità.
Purtroppo però l'uomo presto l'abbandonò, e lei
si ritrovò completamente sola a vagare per il paese ......
non aveva nessuno accanto a lei, nessuno che si prendesse cura
di loro.
Mentre parlava i suoi occhi si riempirono di tristezza, ed io
non potevo fare a meno di provare un'irresistibile voglia di
abbracciarla. Che strano, pensai, la conosco da un minuto, e
mi sta aprendo il suo cuore ...
Il treno continuava il suo tragitto ... ma quanta vita, quante
storie c'erano in quei vagoni affollati di uomini, donne e bambini!
E la sua, beh ... era proprio la descrizione di una storia di una
lacrima!!
La stavo a guardare, e mi domandavo come si fa a far del male e a non amare una donna
così?
Lei continuò il suo penoso racconto dicendo che ora suo
figlio era cresciuto, o per lo meno, abbastanza da andare a studiare
in una bella scuola di Berlino.
Quanti sacrifici, quante rinunce aveva fatto per assicurare al
suo bambino tempi
migliori!
Mi chiese se Inca fosse il mio vero nome oppure
un diminutivo di qualcos'altro..." Eh si che è proprio
strano il mio nome, vero?".
Le chiesi dov'è che stesse andando e lei rispose:"non
lo so, ovunque, purchè lontano dai miei ricordi".
A quel punto lei era per me una cara sconosciuta, ma talmente bella
da non riuscire a respirare.....
In così poco tempo eravamo riusciti a conoscerci e a confidarci
l'un l'altro come se stessimo condividendo comuni desideri.
Ben presto il treno giunse a destinazione, ma prima di scendere
le chiesi un indirizzo, un numero di telefono col quale avrei
potuto rintracciarla; me lo diede, e prima di salutarmi con un
caldo abbraccio, mi disse :"buona fortuna"!
Non volevo lasciarla, il mio cuore avrebbe voluto dirle :"
Scendi con me, prendiamo insieme un passaporto per le stelle, io ti aiuterò, ma non
uscì una sola parola di tutto ciò tranne:"goodbye". Mi voltai solo un attimo
a guardare l'ultimo vagone del treno che si allontava, e non
potei fare a meno di provare una stretta al cuore. In un giorno
la mia vita era stata stravolta, i suoi occhi, il dolce suono
delle sue parole mi rimbombavano in testa come un tamburo lontano.
Quando
una lei va via, ti
senti perduto, stanco, ma nello stesso tempo ti chiedi come sia
possibile innamorarsi così all'improvviso.
Beh, quella che avevo appena incontrato era la donna infinita, la donna che in poco tempo
aveva conquistato il mio cuore.
Ritornai con la mente al presente, volsi lo sguardo attorno a
me e vidi che lì c'ero solo io, soltanto io tra la stazione
e le stelle.
Udivo solo
voci in lontananza,
e a fatica presi in mano le mie valige e mi incamminai verso
l'albergo. Conoscevo bene Parigi, adoravo venirci nei miei week-end
di pausa dal lavoro, ma questa volta non era come le altre.
Mi fermai a bere un
caffè da Jennifer,
una mia cara amica che conoscevo da molti anni ormai, e, alla
quale, raccontai quello che mi era appena accaduto.
Ero talmente eccitato, e, contemporaneamente impaurito che avevo
bisogno di parlare con qualcuno; lei mi ascoltò in silenzio, e poi mi disse:" sai,
questa è proprio una storia che fa ridere, strana, e nello stesso tempo così
unica , che credo faresti bene a cercarla
a
non lasciar svanire tutto così.
Continuò dicendomi:" a volte è proprio brava la vita, ti offre occasioni imperdibili,
ecco perché, secondo me, dovresti tentare di rintracciarla.
Certo, il discorso era logico, ma dentro di me non ero poi così
sicuro di chiamarla, non perché non lo desiderassi, ma
per il fatto che non volevo interferire nella sua vita apparendo
come un uomo inopportuno e invadente, d'altronde cosa c'era stato
tra noi? Niente, solo una bella e lunga chiacchierata tra due
persone che stanno facendo insieme un viaggio! Ma poi pensai:"che vuoi che
sia, in fondo provare
non costa nulla!".
Intanto fuori, aveva cominciato a piovere, e così decisi
di rintanarmi in albergo, avevo bisogno di riposare, di star
solo con i miei pensieri, e magari di dormire un po'.
Il mattino seguente, mi sentivo più forte, stranamente
allegro, e pieno di grandi
speranze
.
mi vestii in fretta e guardando la mia faccia allo specchio, mi scappò un sorriso,
un'espressione serena, come non mi succedeva da tanto tempo ormai.
Mi sentivo come un
leone in paradiso,
e la
gabbia nella quale
ero costretto a vivere, d'un tratto scomparve
dovevo
rivederla, contattarla, si, ormai avevo preso la decisione.
Composi il numero di telefono che lei mi aveva dato, e restai
immobile ad aspettare che dall'altra parte qualcuno rispondesse. Fu una signora che mi chiese chi fossi, e poi
mi passò Maryann.
Oddìo, le gambe tremavano ed il cuore batteva all'impazzata
.e
pensare che il
giorno prima mi sentivo
così confuso e indeciso!
Lei mi salutò e quella meravigliosa voce mi fece sobbalzare,
avevo tanta
voglia di lei, avrei
voluto dirle: sai tesoro, mi manchi,
non sono riuscito a non pensare a te.
Ma invece le chiesi semplicemente come stava, e lei rispose che
ora era felice, perché c'era Linda,
sua madre che non vedeva da tanto tempo e che l'aveva raggiunta
da Ceylon, con un volo Air India.
Allora presi fiato e le dissi: "forse potrò sembrarti
insistente, ma vorrei rivederti, se per te non è
un problema." Mentre attendevo trepidante la sua risposta
la radio passava le
canzoni di domani.
Ad un tratto, senza
musica e senza parole,
le chiesi:" Allora, cosa dici di me? Qual è la tua
risposta?"
" Vedi Parsifal, quello che non sai è che sono una donna normale, piena di pensieri, problemi,
e non so se sia giusto rivederci."
A quel punto avrei voluto sprofondare
oddìo, non
potevo perderla! Così ho insistito dicendole che non mi
importava del suo passato e dei suoi guai, volevo solo rivederla.
Alla fine accettò dandomi appuntamento alle nove in centro.
Dopo aver riattaccato mi sentivo felice e, stranamente, in pace
con me stesso; non avrei mai creduto ci si potesse innamorare
così, beh, mai
dire mai, qualcosa
di speciale era successo nella mia vita.
Iniziai a prepararmi,ma il tempo sembrava non passare mai, provai
a leggere qualcosa ma non riuscivo a concentrarmi, così
presi dalla valigia le mie fotografie
che portavo sempre con me.
Mi piaceva riguardarle ogni tanto, e poi facevano parte della
mia vita. Rividi la mia famiglia così sorridente, ed Eleonora mia
madre che mi teneva
in braccio, in un'altra c'era Terry B.,
la mia sorellina che avevo perso in un brutto incidente.
Ritornano indietro con le mie memorie
ricordai anche una cena con mio padre una sera, durante la quale mi parlò di sé,
della sua vita. Non eravamo mai stati così sinceri l'uno
con l'altro prima di allora. Eh si, pensai tra me e me, erano
proprio anni
senza fiato quelli.
Guardai l'orologio e con un balzo uscii dalla camera dell'albergo,
presi un taxi che mi portò proprio davanti al locale dove
c'eravamo dati appuntamento. Mancavano pochi minuti, e finalmente
l'avrei rivista.
Quando la vidi mi sembrò di svenire, e mi chiesi: "ma
è
vero
non è vero
.si
avvicinò, mi diede un bacio tenerissimo ed entrammo a
bere qualcosa.
Parlammo del più e del meno ed io mi sentivo rilassato,
come se la conoscessi da sempre
mi prese la mano e disse:
"ti ho pensato tantissimo in questi due giorni, non credevo
di rivederti".
Dio, che felicità udir quelle parole e vedere come tutto
filava via velocemente!
Le raccontai di Alessandra, l'altra donna che avevo conosciuto parecchi anni prima
il giorno di Santa
Lucia, davanti al mare.
Credevo che con lei sarei stato felice, ma alla fine si rivelò
la
solita storia. Era
anche lei della classe
'58 come me, però
finì tutto in niente. Quante volte ho sbagliato, credevo
di poter ricostruire
un amore, ma fu l'altra faccia
dell'amore a farmi
aprire gli occhi. Mi stavo confidando con lei, con quella donna
che avevo incontrato per caso e che stava diventando per me l'altra parte
del cielo.
Cenammo insieme in un delizioso ristorante di periferia e, rotolando respirando, ci ritrovammo stretti l'uno
all'altro a ballare sulle note di una canzone bellissima.
La stringevo a me e la fantasia
mi portava ad immaginare le mie labbra sulle sue per l'eternità.
Tutto d'un tratto fu lei che mi baciò, ed io vidi improvvisamente
realizzarsi tutti i miei sogni, per chi sa capire quanto si è felici in
certi momenti
"Ti amo", disse lei, "ma ho paura, paura di soffrire,
paura di perderti, ti prego, non lasciarmi mai più". Io risposi: "no
amore mio, fidati di me, ricominciamo
insieme
Devi
crederci Maryann.
Cara
bellissima, non pensarci
più, ora sei qui con me, e allora balliamo balliamo, fino che l'alba non ci sorprenderà
insieme.
Da quel giorno, e per altri venti,
la feci addormentare con una dolce ninna nanna.
Una volta assopitasi tornai al mio albergo, anche se quella notte
feci molta fatica a prendere sonno
La mattina seguente squillò il telefono, lo sollevai ed
udii una voce che ripeteva insistente "pronto, buongiorno, è
la sveglia",
mi alzai, aprii la finestra e la prima cosa che vidi fu un gatto di strada solo, infreddolito ed affamato.
Scesi a prenderlo, lo osservai e vidi il suo sguardo triste,
triste come lo sguardo di un gitano
che ha perso la sua meta.
In quella stanza d'albergo, appena fuori città, mi sentivo proprio a mio agio,
ero rilassato e felice
molto felice!
A quel punto mi dissi: "caro me stesso mio, lascia che sia,
che questa donna
davvero unica ti
regali giorni
infiniti.
La chiamai, lei mi disse "sono quasi da te, dammi solo un
minuto; io le dissi:
"fosse anche una vita io ti aspetterò".
La
mia donna era quasi
da me
a
un minuto dall'amore.
Furono giorni felici quelli, ma, inesorabilmente il giorno della
mia partenza si stava avvicinando, e sapevo che questa danza a distanza non l'avrei sopportata ancora
a lungo. Avrei desiderato che partisse con me, ma allo stesso
tempo non volevo rovinare quegli ultimi splendidi momenti che
restavano da passare insieme.
E fu in quel preciso istante che dissi
"ci penserò
domani"
Arrivò il giorno della mia partenza, mi sentivo incredibilmente
giù, non avrei
mai voluto separarmi da lei, ma del resto non si può rifare il mondo
in due.
Le dissi "più
amo più ti amo"
e non esiste nient'altro per me, niente a parte l'amore
Fammi fermare il tempo, non distruggiamo tutto adesso, anche tu hai diritto d'amare.
Lo so, la
nostra età difficile
ci fa ricordare quando eravamo ragazzi,
quando avremmo lasciato tutto, pur di correre dietro al cuore.
E allora perché non farlo anche adesso?
Lei abbassò gli occhi a terra e quando li rialzò
vidi che erano pieni di lacrime.
"Se
nasco un'altra volta
rifaccio la mia strada, ma ora non posso andarmene da qui, so
che sarà tremendo stare senza di te, ma mio figlio
lui è la mia
vita".
Continuò: "cosa si può dire di te, mi hai fatto sentire la donna
più fortunata del mondo, e se c'è un posto nel tuo
cuore, beh
tienilo
per me
c'est
difficile, ma c'est la vie".
L'altoparlante stava annunciando la partenza del mio treno, quello
che mi avrebbe portato via da lei, stavo male, soffrivo terribilmente,
l'unica cosa che riuscii a dirle fu "non dimenticarti di me, e ricorda che ti sposerei domani se solo tu volessi".
Siamo
ancora sulla strada
Maryann, non separiamo le nostre vite, una soluzione prima o
poi la troveremo. Lei rispose: "lo so amore, staremo ancora
insieme io
e te per altri giorni
Buona fortuna
e buon viaggio".
Il treno partì lentamente ed io da solo rimasi a guardarla da dietro il finestrino,
ero perso, riuscivo a malapena a intravedere dietro la collina uno splendido tramonto.
Da quel momento mi sentivo come uno di quei tanti uomini soli che per una donna rivolterebbe il mondo, ed invece ero li
disperato a chiedermi: "dove sto domani".
A volte c'è
bisogno di un piccolo aiuto,
ma in quel momento nessuno sarebbe riuscito a farmi stare meglio,
nessuno tranne lei!
Giunsi a destinazione, scesi lentamente, mi sentivo crollare
tutto addosso, anche la mia città non sembrava più
la mia, bensì la
città degli altri.
Passarono quattro interminabili mesi, e finalmente ebbi sue notizie,
mi disse che presto, molto presto, sarebbe arrivata da me. Mi
sentii rinascere, non stavo più nella pelle, ancora pochi
giorni e l'avrei rivista.
Finalmente era arrivato il fatidico giorno, ed io ero lì
alla stazione, stavo impazzendo al solo pensiero di poterla riabbracciare,
era quasi da me ed il cuore mi stava scoppiando di felicità.
Il treno arrivò in perfetto orario, la vidi in mezzo alla
folla, le corsi incontro e la strinsi forte a me. La guardai
e notai nel suo sguardo un velo di tristezza, le chiesi cosa
avesse, lei mi rispose: "non qui, non adesso".
Andammo a casa mia e senza rendercene conto ci ritrovammo a fare
l'amore con una passione che ci travolse in un turbine di sensazioni
stupende. "Stai
con me Maryann, io ti vorrei
di più".
Fu allora che rividi lo stesso sguardo triste di prima, ed a
quel punto le domandai un'altra volta che cosa la turbava.
Lei cominciò: "sai, per quelli come noi la vita non è mai facile
sarebbe
semplice ora dirti: dai, rubiamo un'isola, scappiamo da tutto e da tutti, noi due
per sempre
noi
due nel mondo e nell'anima".
Ma non posso.
Non riuscivo a capire il perché di tanto mistero.
"Guarda fuori, continuò lei
il cielo è blu sopra le
nuvole, ed è
talmente bello che verrebbe voglia di abbracciarlo, ma non lo
vedrò ancora a lungo, sto morendo, ho un male incurabile
diagnosticato proprio il giorno in cui ci siamo conosciuti
Perdonami,
ma non ho avuto il coraggio di dirtelo, ero troppo felice per
rinunciare a tutto questo. Ma ora dobbiamo dirci addio, ti ho
fatto soffrire fin troppo. Tu vivrai
tesoro, e per
te domani ci saranno
tante belle cose che ti aspettano
non per me però
"
Restai immobile sulla poltrona, la guardavo ma era come se non
fossi realmente lì in quel momento; la amavo, avevo fatto
tanti progetti, tanti sogni per noi, ed ora cosa stava succedendo?
Trovai il coraggio per dirle "Maryann, tu sei viva, sei qui con me e guarirai,
io ti aiuterò, ti prego, dimmi di si, dimmi che non mi caccerai dal tuo cuore
proprio adesso".
Piangendo mi rispose: "no, non posso, non voglio che tu
mi veda morire
scappa via da me!
Dopo qualche mese le cose precipitarono, lei stava sempre più
male e le forze la stavano abbandonando. Non potevo lasciarla
ed è per questo che la convinsi a passare insieme a me
gli ultimi giorni della sua vita.
Una sera d'inverno ci sedemmo uno accanto all'altro, fuori nevicava,
lei era sempre più debole, ed io pensavo: "Dio, come
avrei voluto donarle la mia vita e salvarla", ma fu tutto
inutile, morì pochi giorni dopo.
Ecco, questa è la mia storia, la mia bellissima storia
d'amore con lei, con una donna che mi ha fatto conoscere la felicità,
quella vera!
Ed ora mi trovo qui a passeggiare in questa spiaggia, con un
mare limpido, il cielo terso ed uno splendido sole che mi riscalda
il viso.
Ricominciare, ricominciare senza di lei
oh, come vorrei
avere ali
per guardare, occhi per volare.
Alzai gli occhi al cielo, proprio quel cielo che lei amava tanto
e urlai: "Maryann, senti i respiri del mondo?
Si, so che è così, so che
.Puoi sentirmi
ancora
..
Mery & Giulio, 15
marzo 2001 |