...disperso in un sogno
assurdo, dove il padrone non sono io, illimitate porzioni di
spiaggia illuminate da un tiepido sole di fine Settembre di un
quarto di secolo fa, capelli di imperdibile bellezza oscillanti
lungo l'infinita battigia, infinita come infinito, incessante
il mio battito di cuore....... mille ragazzi intorno a lei, si
dice abbia una mente contorta, le piace immensamente avere attorno
al suo elastico, fluttuante, erotico corpo, tanta drogata attenzione.....
loro muoiono, lei vive, loro gridano disperati, lei sorride,
loro piangono, lei balla, loro segregati nell'oscurita' dell'oblio
e dell'indifferenza, lei ride di lisergica gioia per il ritrovato
Eden. Loro muoiono, mentre lei passa il suo tempo a contare quei
disgraziati cuori solitari gia' resi schiavi dal suo cuore di
ghiaccio, guarda come ballano, guarda quella luce negli occhi,
fra poco non rimarra' che un anelito incolore sinonimo di perpetuo,
raccappricciante oblio. La nostra Angelica ha gia' spiccato il
volo, e noi, uccelli rapaci al suo confronto, abbiamo perso l'equilibrio,
destinati, infaustamente, a cedere ed a ritrovarci come gabbiani
schiacciati sul suolo freddo ed imperituro, a piangere sui nostri
peccati, raggomitolati, rannicchiati su di un pianto ancora acerbo
ma pronto a seminare un gelido terrore. Un cielo plumbeo, saturo,
senza colore e senza nubi, sembra spiarci sadicamente, in attesa
di divenire suoi figli legittimi, in attesa della prima sciocchezza,
sciocchezza di una vita oramai ridotta a brandelli.
Due, tre secondi di fugace riscatto, bagliore meschino che ci
nasconde dietro l'amara visione di un film in bianco e nero all'interno
del quale per ognuno di noi e' pronto a farsi vivo un serial-killer,
spietato e crudele, come spietato e crudele e' stato il nostro
angelo di irraggiungibile glamour, morti noi eravamo mentre piangenti
sulle sue dorate spalle, pelle senza segni di imperfezione, in
antitesi con la nostra, strafatta di buchi e macchie dall'insolito
colore, segni incancellabili vittime di un passato mai del tutto
chiarito, speso tra le follie di giorni opachi colmi di lacrime
agrodolci e le redenzioni e falsi riscatti di notti senza soluzione
di continuita', notti spese a ballare nudi sopra le lenzuola,
notti spese a baciarci, facendo l'amore col pensiero, cercando
di riempire il vuoto con stracci di carta sudici sui quali esprimere
desuenti, raccapriccianti pensieri di rivolta, pensieri mai terminati,
pensieri mai goduti, pensieri mai letti ed ascoltati .......pensieri......solo
pensieri.......
E noi tutti avremmo continuato a ballare sulla nostra cecita'
collettiva di spostati spiantati senza un barlume di futuro davanti
a noi........
Finche' il Grande Ballo ci avrebbe dato la forza per giungere
a termine del giorno e delle sue inconfessabili incognite esistenziali.
Ad libitum, per noi e per tutti, che il Grande Ballo continui,
fino a corroderci, fino a consumarci.
L'alba e' ancora lontana. E noi ancora di piu'. Questo testo è depositato presso
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