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Che fine faranno i cartoni animati? E' una domanda che tutti gli amanti del cinema di animazione dovrebbero porsi leggendo i dati che sanciscono l'insuccesso commerciale sia americano che europeo del migliore film di questo genere da un lustro a questa parte. Treasure Planet è pura poesia, un film validissimo, romantico, tecnicamente all'avanguardia e, almeno per l'edizione italiana, è dotato, incredibile dictu, di una canzone perfettamente in sintonia con la pellicola ed il momento narrativo cui funge da accompagnamento. Nato dalle frevide menti che furono dietro a successi come Aladdin e La sirenetta, che ironia della sorta, riportarono la Disney agli antichi splendori all'inizio degli anni 90, dopo un decennio di vacche magre, la versione riveduta e corretta de L'isola del tesoro non ha punti deboli: la storia è intrigante e appassionante, non ha momenti morti e mesce sapientemente ironia e azione, concedendo spazio ai buoni sentimenti quel tanto che basta da non scadere nella melassa. A livello tecnico il film è uno spettacolo per occhi: la sola sequenza della luna che diventa spazioporto andrebbe inserita negli annali del cinema di animazione e non mancano numerose sequenze mozzafiato. Mai ,in un recente film Disney erano stati presentati nello stesso tanti personaggi azzeccati: dal volitivo protagonista, al professore di Jules Verniana memoria, dal cyborg-pirata Silver al buffo Morphy. Eppure nonostante tutto ciò il pubblico ha voltato le spalle, proprio nel momento in cui avviene il connubio tra la tradizione e l'innovazione e si raggiunge quell'equilibrio che pochissime altre pellicole sono riuscite ad ottenenere negli ultimi anni. Un vero peccato anche se, è risaputo, il successo di un film non si conta solo più da quanto incassa nelle sale, e non decretare almeno un successo postumo in home video o DVD di Treasure planet sarebbe (sarà) un vero delitto. |