CINEMA - RECENSIONI

NASHVILLE

secondo ALAN J-K-68 TASSELLI

di Alan J-K-68 Tasselli (3/5/2004)

Commenta l'articolo


Solo a 31 anni ho potuto assistere ad uno dei massimi capolavori (forse IL capolavoro) firmato ROBERT ALTMAN.
Non ho dubbi ad erigere NASHVILLE ad opera quintessenzialmente altmaniana.
La mediocrita' e falsita' del contesto narrato durante la 5 giorni di Nashville ci appaiono cosi' inverosimilmente spesse e destabilizzanti che si potrebbero tagliare a fette... Tale e' il cinismo "vomitato" da Altman su di un'America fasulla, mediocre, senza un volto (o forse dai TROPPI volti...), America che non puo' fare a meno di auto-celebrarsi all'infinito, senza nulla tenere conto di cio' che le gira intorno. NASHVILLE rappresenta l'ideale sintesi dell'ottusita' di un popolo che non vede altro che le proprie assurde campagne politico-propagandistiche circondate, "supportate" da quel caratteristico (involontariamente tragi-comico) "buonismo religioso" che da sempre figura come peculiare ("intoccabile") valore all'interno della "cultura americana". Nessuno spazio per l'umanita': i 24 personaggi diretti da Altman fungono da "filtro" attraverso il quale lo spettatore ha modo di codificare ed analizzare la grettezza dell'uomo: il contesto e' quello musicale, sebbene esso funga da estensione (e non potrebbe essere altrimenti) al mondo sociale, e quindi sfociante direttamente nella fascia di interazione personale. Tutti usano tutti, tutti si fanno i complimenti, ma allo stesso tempo tutti si odiano, si amano, si tradiscono: il quadro e', a dir poco, spiazzante, desolante, inquinato - la scena e' dominata da artisti mediocri, starlettes di un giorno, voci stonatissime, canzoni infime e promesse "di cartone". Un infinito squallore che sguazza dentro altrettanto squallore. Emblematico il marginale personaggio dell'anziano fortemente preoccupato per la sorte di sua moglie, ricoverata all'Ospedale della medesima citta': egli rappresentera' l'unico vero sprazzo di sincero, struggente sentimento umano al centro di una voragine popolata da accattoni, baristi di night-clubs, mogli adultere, squali dell'impresariato discografico, giornaliste del tutto incuranti del concetto-privacy, nonche' una nipote (interpretata da una giovanissima Shelley Duvall, non ancora moglie del "demone" Nicholson in SHINING di Stanley Kubrick) simbolo di stadio ultimo dell'egoismo e superficialita' umana. Tutto il resto e' spettacolo, ma qui inteso nella sua peggiore accezione del termine: uno spettacolo fine a se stesso, vuoto, incolore, senza picchi emotivi, ne' tantomeno musicali: "THE SHOW MUST GO ON" e' il messaggio ultimo di un acidissimo, spietatissimo Altman: al di fuori del contesto musical-celebrativo c'e' gente che soffre e muore, gente pianta da nessuno e destinata ad un macabro oblio. Ma lo spettacolo dovra' ugualmente continuare, incurante della sensibilita' e rispetto nei confronti di persone inghiottite dall'oscurita' e quindi incapaci di emergere.
A suo modo, NASHVILLE e' un treno che viaggia a folle velocita' evitando qualsiasi fermata inter-media, diretto solo verso le grandi metropoli, diretto cioe' solamente verso ipotetiche "Nashville", e con al suo interno aspiranti stellette del firmamento musicale aventi l'irrinunciabile scopo di vendere e (soprattutto) vendersi. …ed A QUALSIASI COSTO!…
Concludero' questa personalissima critica a NASHVILLE esprimendo il mio pacato rammarico per il fatto che Robert Altman non sia italiano: nel caso egli fosse nostro compaesano, avremmo potuto (noi nel senso di "noi VERI amanti del sentimento musicale e cinematografico") godere (ma GODERE TANTO...!!!) di una "NASHVILLE ALL'ITALIANA", ovvero nientepopodimeno che il FESTIVAL DI SANREMO: il grande regista americano non ci avrebbe pensato due volte a massacrare, "rivoltare", dissacrare e "seviziare" (con immutata, lucidissima intelligenza critica) la rassegna musicale più famosa e controversa della canzone made-in-Italy.
...AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH... se Altman fosse nato in Italia.........!!!…

Questo testo è depositato presso www.neteditor.it e quindi coperto da diritti d'autore. Esso non potrà essere riprodotto totalmente o parzialmente senza il consenso dell'autore stesso, il quale, peraltro, ha autorizzato la pubblicazione su NuovoGPR, in data indicata in testa ed a mezzo e-mail.