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Charles Foster Kane rappresenta
per moltissimi cinefili ed addetti ai lavori, registi, produttori
ed attori, il personaggio centrale attorno al quale si e' formato
un principio di assoluta genialita' ed intraprendente spirito
di innovazione. Pochissimi personaggi, lungo il corso delle evoluzioni
che hanno attraversato per oltre cent'anni la Settima Arte, possono
vantare una tale complessita', una tale maniacalita' nella messa
in scena, un "set-up" che costrinse il suo creatore
e portavoce Orson Welles ad un assurdo, sfiancante tour-de-force:
basti pensare alle interminabili ore spese di fronte ad uno specchio
con l'inconvertibile intenzione di apportare le giuste modifiche
al volto del "cittadino Kane", prova inconfutabile,
questa, del senso di assoluta perfezione perpetuata dal grande
regista affinche' la sua creatura divenisse un inedito "pasto"
per il pubblico, una dimostrazione di innata, superba visualita'
artistica. "QUARTO POTERE" e' divenuto esso stesso sinonimo di innovazione e rivoluzione stilistica all'interno del settore cinematografico: vennero date alla luce intuizioni tra le piu' audaci e debordanti, quali, ad es., l'inquadratura "grandangolare": non si erano mai viste, in un film, prima di quel 1941 (l'anno in cui fu pubblicato THE CITIZEN KANE - QUARTO POTERE) inquadrature registiche di cosi' ampio, spiazzante respiro: la telecamera poteva assumere le piu' disparate angolazioni, sia dal basso che dall'alto, fornendo, per la prima volta, una "fotografia" ed una visualita' senza precedenti. Dopo l'avvento di QUARTO POTERE il Cinema entro' prepotentemente in una nuova fase, lasciandosi dietro per sempre i grandi miti del muto e soprattutto un modo di concepire i films arcaico, in alcuni casi, troppo, indissolubilmente legato alle "infrastrutture" teatrali (occorre ricordarsi che fu proprio il Cinema, all'atto della sua nascita, a sovrapporsi alla grande tradizione teatrale, e che fino alla comparsa di QUARTO POTERE e di altri innovatori quali STANLEY KUBRICK, prima, e MARTIN SCORSESE, poi, spesso sono stati proposti al pubblico come se si trattasse di una felice coppia a braccetto). L'inusuale concezione cinematografica lanciata da Welles ruota attorno all'ormai abusatissima tecnica del flashback: in QUARTO POTERE il tempo viene spezzato, mandato a ritroso, poi di nuovo collegato al presente, senza che lo spettatore abbia la possibilita' di intravedere un comune denominatore. Comune denominatore che in realta' esisterebbe, ma viene "scoperto" solo alla fine della pellicola: si tratta, naturalmente, del citatissimo "ROSABELLA" (ROSEBUD, in originale): e non e' che la risoluzione di un enigma di cui alcuni di noi, piu' o meno accorti, eravamo gia' venuti a conoscenza, in caso avessimo voluto analizzare compiutamente la tortuosa escalation politico-sociale-affaristica affrontata dal protagonista sin dai tempi di un'infanzia seviziata, brutalmente repressa e, per naturale conseguenza, sommariamente infelice. Charles Foster Kane, attraverso i bombardamenti di flashbacks (che costituiscono, se mai ci fosse il bisogno di aggiungerlo, il marchio di fabbrica che istantaneamente balza agli occhi, ex-aequo con il "grandangolo") ci viene proposto come personaggio mutevole, dotato di innato, rocciosissimo carisma, capace di formidabile acume intellettivo ma al contempo responsabile di bassezze inaccettabili, un giorno amico del popolo e l'indomani il suo piu' acerrimo nemico; odio e simpatia vengono mescolate con impareggiabile bravura da Welles, che, ad un certo punto, sembra provare un perverso compiacimento nel costruire e decostruire la contorta figura di questo (fittizio) grande magnate della carta stampata. Contraddittorio, arrogante, supponente, pretenzioso, Kane/Welles e' la quintessenza, in tutto il suo incalzante interecedere trasformista, della "grandeur", dell'esibizionismo a tutti i costi che andranno a costituire la spina dorsale del Cinema Moderno della seconda meta' del Novecento. Orson Welles e' stato il precursore di un modo di produrre e presentare i films che per i tempi si dimostro' essere follemente spregiudicato, quasi "anarchico": infatti QUARTO POTERE fu un fiasco completo al botteghino, e, tra le 9 nominations per le quali fu candidato all'Oscar, solo uno venne portato a casa: quello per la sceneggiatura (della quale Welles era co-autore insieme a Mankievicz e Houseman). E' sin troppo eloquente che un numero tale di innovazioni contenute in appena 100 minuti non avrebbe favorito la digestione da parte di gran parte parte del pubblico e critica dell'epoca. Per certi versi lo si potrebbe definire come un caso di particolarissimo (sebbene costruttivo) anacronismo. Charles Foster Kane non ha mai imparato ad amare il prossimo, perche' gli fu impedito da genitori eccessivamente frettolosi e sconsiderati: non poteva che emergere una figura dispotica, dittatoriale, intransigente, incurante del pensiero altrui, una sanguisuga assetata di potere, potere che utilizza come veicolo uni-direzionale solo per compiacere e soddisfare i propri desideri di monarca despota prima sostenuto, poi odiatissimo ed apertamente contestato dal popolo. Respinto. Respinto dalla stessa gente che prima lui sembrava amare cosi' svisceratamente, le stesse persone che gli furono accanto durante l'impetuosa scalata verso la fama e la ricchezza. Ma come ogni sanguisuga che si rispetti, una volta succhiato tutto il sangue possibile ed immaginabile, all'interno delle vittime non rimane altro che un senso di vuoto e di risentimento, quello stesso risentimento che, percepibilissimo verso la fine della pellicola, si rivolta contro il suo stesso propugnatore, con la stessa forza di un boomerang avente la possenza di un uragano inarrestabile. Welles / Kane, rimane, in definitiva, uno spaccato, feroce, della societa' moderna: arrivista, presuntuosa, guerrafondaia e nichilista, al centro della quale emerge, fino a divenire sempre piu' incontenibile, una folle attitudine verso un inarrestabile processo di auto-distruzione. Quando si dice "predestinati" E Charles Foster Kane / Orson Welles, era un predestinato. Questo testo è depositato presso www.neteditor.it e quindi coperto da diritti d'autore. 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