Di Ridley Scott. Con
Anthony Hopkins, Julianne Moore, Giancarlo Giannini, Francesca
Neri, Gary Oldman, Ray Liotta.
Secondo una tesi alquanto
ardita questo film si potrebbe paragonare per certi versi a "Via
col Vento". Ma prima di spiegare le bizzarre motivazioni
di questa tesi, vorrei ricordare che sono quattro i modi per
utilizzare attraverso il cinema la violenza: il primo è
farlo per perseguire fini di "realismo" ("Salvate
il Soldato Ryan", "Schindler 's List", i film
di guerra con pretese di realismo storico, ma anche i film che
mostrano il degrado delle periferie delle grandi città
e alcuni polizieschi come "Il Braccio Violento della Legge"),
il secondo è per fini "spettacolari" ("Face
Off", in genere i film d'azione, ma anche film di fantascienza
come "Matrix","Blade Runner" e "Alien",
molti film horror, ma anche i western in cui sparatorie e omicidi
fanno parte della cornice stessa), il terzo modo è l'esasperazione
della violenza, in senso "parodistico" o "dissacratorio"
(tutti i film di genere splatter, alcuni horror, ma anche capolavori
come "Pulp Fiction"), il quarto è il modo peggiore,
quello di cui pochi sembrano accorgersi, quello non contemplato
dall' "arte" cinematografica, è il fine "commerciale":
a questa categoria, purtroppo, appartiene "Hannibal".
Tornando alla tesi iniziale, completiamo la nostra proporzione:
"Hannibal" sta a "Via col Vento" come la
violenza sta ai sentimenti. E se aggiungiamo il fine commerciale,
in un senso e nell'altro, la proporzione ci appare nella sua
perfezione. Se "Via col Vento" mosse le folle verso
i cinema con sentimenti mielosi, storie lacrimose ed una trama
che rasentava quella delle peggiori telenovela che avrebbero
spopolato nei decenni successivi, "Hannibal" forse
muoverà le folle con violenze gratuite, storie assurde
ed una trama che forse farà da spunto per futuri telefilm
(è che già è fonte d'ispirazione per la
satira politica).
Veniamo alla storia: il dottor Hannibal "the Cannibal"
Lecter, nascostosi a Firenze in seguito alle peripezie de "Il
Silenzio degli Innocenti", segue le disavventure che portano
l'agente dell' FBI Clarice Sterling ad essere accusata di avere
comandato un'azione di polizia finita in un bagno di sangue.
Fortunatamente interviene un miliardario con conoscenze altolocate,
sfigurato anni addietro da Hannibal Lecter, che venuto a conoscenza
del legame che aveva unito i due nella ricerca di un serial killer
nel precedente episodio, riabilita l'agente Starling e, alla
ricerca del suo esecutore, sfrutta la sua abilità e il
suo ambiguo rapporto con Hannibal per riuscire a catturarlo ed
a ottenere la sua vendetta.
Non vi rivelo come andrà a finire, ma la scena finale
è l'unica in cui Ridley Scott fa sfoggio della propria
maestria nel costruire paralleli perfetti, con le macchine della
polizia che sfilano silenziose nella notte mentre Hannibal banchetta
conversando con la propria vittima, ma mi domando se è
necessario mostrare un raffinato cannibale che cena con pezzetti
di cervello per vincere la sfida dei botteghini, se lo è
sicuramente produttore e regista hanno colto nel segno. Difatti
l'interpretazione non è di sicuro la prima preoccupazione,
anche se Hopkins non ha perso magnetismo e ambiguità,
mentre gli altri si allineano sulla piattezza della storia, a
parte alcune riuscite caratterizzazioni; Scott conferma le sue
indubbie capacità estetiche, ma la trama ne esalta le
carenze: su tutte l'incapacità di scendere nella profondità
dei personaggi, che rimangono figure sullo schermo bidimensionale,
poi la mancanza di tensione lungo la storia ed il senso di inquietudine
e di disgusto affascinato per la violenza, che avevano fatto
de "Il Silenzio degli Innocenti" il capolavoro che
tutti conoscono, e che qui rimane inespresso. Come abbiano poi
fatto per ottenere l'uscita nelle sale senza restrizioni d'età
(salvo poi ricredersi per ripararsi dalle critiche) rimane un
mistero, considerando soprattutto che una commedia come "L'Erba
di Grace" è vietata ai minori di 14 anni, perché,
pur sorridendone, invita a riflettere sul problema delle droghe
leggere. Ed ecco allora un bambino, nell'epilogo di "Hannibal",
che chiede al cannibale un pezzetto di cervello da assaggiare
e il buon vecchio dottor Lecter che lo guarda compiaciuto e ricorda
una frase che la cara madre era solita pronunciare, poi allunga
la forchetta verso le fauci del bimbo.
Forse nel sequel che verrà tra qualche anno vedremo Hopkins
vestito in calzamaglia interpretare un Hannibal finalmente super-eroe
che tramuterà il proprio nome in "Paladino delle
Buone Maniere" o "Vendicatore del Buon Gusto"
e scorrazzerà per le città dando morsi ai maleducati.
Buona visione, anche i bambini sono accontentati. |