CINEMA - RECENSIONI

FEMME FATALE

di Andrea Chirichelli (28/1/2003)

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Lasciate ogni coerenza voi che entrate. Ricco di rimandi a suoi film precedenti, Blow Out su tutti, e attingendo come suo solito a piene mani dagli insegnamenti hitchcokiani, Depalma firma il suo capolavoro, dopo le mestizie degli ultimi anni. Girato in Francia con la benedizione di Jacob e dell'entourage cannesiano, Femme fatale è la summa degli elementi del suo cinema: sdoppiamento delle scene, virtuosismi di camera con una sequenza mozzafiato durante il festival, rallenty e zoom, sesso e perversioni, insomma tutto ciò di cui necessita il cinefile accanito. Che però, il film pieghi verso il finale dalle parti de Il sesto senso e passi dal noir al quasi fantasy, questa è una mossa spiazzante che centra l'obbiettivo. Depalma tramite la sua musa bionda stravolge i fati, mescola possibile e impossibile rende arbitrario il destino.
D'altra parte già l'incipit con il riflesso di Rebecca Romjin Stamos che si riflette nella televisione dove si vede una icona del noir come Barbara Stanwick dà l'idea allo spettatore di cosa lo attende nel prosieguo del film. Dopo avere passato anni a recitare senza che nessuno sapesse nemmeno che faccia avesse (ma il corpo ... beh, quello si che si notava!) visto che sia in Rollerball che in Xmen era coperta da armatura e/o squame o cose simili, la Stamos recupera il tempo perso e si propone prepotentemente come l'oggetto del desiderio del cinema contemporaneo: bionda, suadente, sensuale e decisamente perfida: un cocktail esplosivo che ruba la scena a tutto e tutti compreso il sempre simpatico Banderas qui piuttosto anonimo ma funzionale allo scopo del regista. Che è epater le bourgeois, sempre e comunque, mischiare le carte, farti credere l'impossibile, o meglio, il falso. La menzogna è l'elemento portante del film ed anche se Depalma offre allo spettatore attento un indizio enorme all'inizio del film, il gioco di rimandi temporali manda a quel paese coereenza e realismo trasformando Femme fatale in un sogno, anzi un incubo ad occhi aperti.