"BEST", ovvero
gloria, trionfo, caduta, baratro e poi dissoluzione ed autodistruzione
del piu' geniale giocatore mai pro- dotto dalle Isole Britanniche.
Un perfetto "bello e dannato" dell'era moderna calcistica.
Cio' che invece non e' per nulla perfetto ma solamente dannato
e' il film a cui ho potuto assistere questa sera, al NOSADELLA
MULTICINEMA di BOLOGNA. Ero in fervente attesa di vedere (finalmente!)
il film-biografia su uno dei piu' grandi, sebbene controversi,
artisti che la Storia dello Sport ricordi, e non solo di quella
del Calcio. Prima di tutto: la scelta del protagonista: l'attore
principale che interpretava la parte di George Best, tale John
Lynch, si e' rivelata piuttosto infelice; in poche succinte parole,
egli non ha il cosiddetto "physique du role", meglio:
"la face du role" (scusate il mio francese, ma sono
quasi 15 anni che non "tocco" una parola di questa
pur amabile lingua...). Volto piu' triste, emaciato e sconsolato
i produttori non potevano scegliere: in questo modo e' stata
sperperata, lungo tutto l'arco della pellicola, una malinconia
eccessiva ed ingombrante, difficile da digerire per lo spettatore
di turno, soprattutto per i fans di George Best, quelli VERI,
quelli cioe' venuti per ammirare sotto forma di celluloide il
loro grande, immortale eroe. C'e' da chiedersi, ad un certo punto
della visione, se davvero il mirabile, buon vecchio Georgie THE
GENIUS" fosse davvero quella riluttante, irritante e miserabile
mezza calzetta che per una buona meta' del film spara un' infinita
sequela di "vaffa" e di "vai al dia- volo",
da farlo sembrare piu' AL PACINO/SCARFACE piuttosto che un George
Best.......... Si', signori, perche', a rendere ben conto, il
film e' stato, prima di tutto, un vero e proprio, inspiegabile
"suicidio visivo", in quanto dei "meravigliosi
"Sessanta"" abbiamo visto sinceramente poco o
nulla, quando invece avrebbero meritato un maggiore approfondimento,
sia contestualmente che mu- sicalmente. Penso, e spero, che per
George Best si possa fare di piu', piuttosto che descriverlo
come un drogato/ubriaco- ne "sperpera-denaro", ignara
vittima di se stesso, prima che dell'alcool e delle belle donne.
Impostazione errata an- che per cio' che concerne la colonna
sonora. Eccetto un paio di tracks eccitanti e che ben si sposano
con la scena in atto, gli addetti ai lavori si sono dimostrati
difettosi nel proporre una miscela musicale che fosse almeno
minimamente in grado di commentare degnamente le imprese calcistiche
(ed ... extra) del mitico Geordie. John Lynch, in tutta franchezza
assomiglia di piu' a Pete Townshend che a Best, e quindi gli
consiglierei di dedicarsi anima e corpo ad una Biografia romanzata
sugli Who, la prossima volta che avra' intenzione di cimentarsi
davanti ad una macchina da presa. Anzi, avrei di meglio da proporre
al cast di "BEST": ingaggiate un attore, questa volta
DAVVERO bello, una faccia "alla GEORGE BEST", una autentica
"faccia da schiaffi", e fatelo recitare nelle parti
felici e coinvolgenti della sua vita (l'esordio calcistico, il
5-1 al Benfica, la finale di Coppa Campioni vinta con lo stesso
Benfica, tanto per citare alcuni capisaldi della sua esistenza),
mentre, quando si trattera' di descrivere la parabola discendente
del grande giocatore, richiamate pure l'inespressivo, insipido
John Lynch. Uguale: SUCCESSO ASSICURATO! DI CRITICA E DI PUBBLICO
(sia che tifiate Best, sia che non vi tifiate). E poi dove sono
I Beatles e i Rolling Stones? E gli Who? E la "swingin'
London" ..... Particolari mica da poco. Particolari minimamente
accennati in una produzione sommariamente goffa e decisamente
patetica, troppo patetica per sembrare vera. In definitiva, l'immagine
che si ha di George Best in questo film, e' di una infinita tristezza,
quasi da pianto nevrotico, oltre che di una pomposissima nauseante
malinconia, qui intesa nella peggiore accezione possi- bile del
termine; una fotografia sbiadita senza colore, che getta miseramente
(anche se senza alcuna volonta' di ledere) ancor piu' fango nella
gia' difficile vita del vecchio asso nord-irlandese. Il mio consiglio,
quindi, e' questo: dimenticatevi in fretta di "BEST",
per andarvi a vedere IL VERO GEORGE BEST! procurandovi un documentario
sulla sua vita e le sue "opere calcistiche". Rimuovete
dalla vostra memoria le brutte, noiose immagini di quel film,
e IMMERGETEVI negli anni '60 e, soprattutto, immergetevi in George
Best, "il piu' grande giocatore del mondo", secondo
Pele'. Ho detto Pele', eh? - mica poco! Alla fine, i veri soldi
non li ha sperperati Best, ma noi ad andare a vedere questo fiacco,
inconcludente remake sulla sua vita. La prossima volta chiederei
a regista e sceneggiatori, nel caso si imbattessero nuovamente
nell'"enigma-Best", di regalarci molto piu' calcio
e molto meno alcool... In modo da non uscire NOI "ubriachi",
dopo la visione del film. Parola, PENSIERI di un autentico "figlio
degli anni '60". Questo
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