CINEMA - RECENSIONI

Lettera a Lady Magnifico - Alcune puntualizzazioni su

ARANCIA MECCANICA

onde attestare una volta di piu' l'immensa portata storica e cinematografica di un'opera senza tempo e senza mode


di Alan J-K-68 Tasselli (2/8/2002)

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PINDARIA, satellite-del-latte-piu', 21/1/2001, ore 14:40

Hallo, my dearest Magnifico!... ... anzi... my dearest devocka!... (ma siete e sarete comunque tutte e tre mie devocke...)

Un valido pretesto per "scaricare" sul lettore alcune mie puntualizzazioni su ARANCIA MECCANICA onde valorizzarne l'importanza storica e cinematografica.

...se non sbaglio, Stefania, volevi ti elencassi 10 motivi atti a legittimare l'incondizionato ed insuperabile valore de "L'Arancia Meccanica" (A Clockwork Orange, 1971).
Well... non so' se riusciro a trovare 10 motivi.... non so' se mi fermero' a 10...... Comunque sia, "Arancia Meccanica" e' sempre stata una pellicola molto complessa su cui discutere e, come e' facile immaginare, non e' stata immune da molte critiche feroci. I critici e recensori del periodo in cui usci' "Arancia Meccanica" non rimasero certo indifferenti alle massicce (ed impensabili per l'epoca) dosi di violenza gratuita che caratterizzavano il film da un punto di vista meramente estetico. Altri invece avrebbero sostenuto in seguito quanto la pellicola di Kubrick avesse anticipato una moda (molto in voga oggi) dell'uomo atto ad esercitare ogni tipo di sopruso verso il prossimo, per lo piu' gratuito ed in veste prettamente sadica, quasi fine a se stessa.
Ma "Arancia Meccanica" e' molto, molto di piu'. La grave ingiustizia che sempre ha colpito il film (e tutt'ora ne viene colpita) e' il fatto di essere stato giudicato piu' per quello che ha mostrato esplicitamente che implicitamente. A conti fatti, lo spettatore di turno, diciamo uno spettatore-tipo, ricordera' il film solo per l'esagerata e gratuita violenza che Alex ed i suoi Drughi esercitano sui malcapitati di turno, esaltandola come una nuova forma di divertimento, un divertimento perverso che trovera' ampi echi in un futuro prossimo.
Chi invece non si accontenta di dare un'analisi superficiale e del tutto semplicistica, vorra' andare piu' a fondo e scrutare l'innegabile valore di questa controversa opera.
Cio' che emerge dalla pellicola di Kubrick e' un estremo pessimismo e, soprattutto, a mio parere, una forte rassegnazione verso un futuro dominato sempre piu' dall'uomo e dalla sua disperata smania di ego, dedito piu' che mai ad una violenza, fisica e psicologica, di cui si auto-compiace ma che lo porta inevitabilmente verso l'autodistruzione. Ecco qual e' uno dei messaggi di Kubrick: esaltare l'ultra-violenza e lo stupro come gli unici "valori" di una societa' ormai SENZA un valore; per Alex sono questi gli unici "credo" su cui si basa la sua esistenza. Quando poi viene beccato dalla polizia e costretto alla prigione e di conseguenza sottoposto alla "cura Ludovico", avviene l'effetto boomerang o se preferiamo un effetto "feedback", ovvero di ritorsione nei suoi confronti: ora dovra' per forza subire uno stato di psicosi talmente violento, pari alla stessa violenza, ma fisica, esercitata sulle sue vittime, tale da provocargli, ogni qual volta tentera' di riavvicinarsi al suo antico sadico ego, una sensazione di infinito malessere fisico, una giusta e meritata repulsione verso tutto cio' che prima lo aveva contraddistinto e di cui si compiaceva. E lo stesso puo' essere tradotto, trasposto per il genere umano: prima o poi tutti dobbiamo subire una sorta di effetto "feedback" che ci condanna a subire la stessa cattiveria che noi abbiamo riversato in precedenza sugli altri.
La medaglia ha decretato il suo impietoso rovescio. La vita di Alex ora deve subire questo "rovescio", e nella forma piu' estrema possibile: dovra' sopportare cioe' le stesse violenze che lui prima esercitava sugli altri: in piena "fase-Ludovico", verra' malmenato dallo stesso barbone che aveva ferocemente pestato con i suoi drughi;
verra' altrettanto ferocemente picchiato dagli stessi (ex) drughi, nel frattempo convertiti in poliziotti, con i quali aveva condiviso le aberranti scorribande.
Tutto e' stato incredibilmente capovolto. Alex non e' altro che un docile agnellino, cosi' docile ed innocuo, cosi' impensabilmente inoffensivo che non puo' che essere un lontanissimo parente dell'Alex che conoscevamo prima, cosi' pieno di se', cosi' avido di sesso, lussuria e tanta, tanta ultra-violenza.
Il finale e' giusto ve lo godiate voi dalla poltrona, affinche' capiate il pensiero ultimo e definitivo di quest'opera di Kubrick, e che io non vi posso svelare, altrimenti si perderebbe il gusto della visione. Posso solo anticiparvi che l'uomo alla fine tornera', sebbene curato e contro-curato, ad esercitare lo stesso male che gli era stato in precedenza negato (e soffocato, come nel caso di Alex). Magari negato da coloro che dovrebbero proteggere il comune cittadino da ogni forma di violenza o da ogni forma di ingiustizia dalla quale possa essere oppresso. Ma che invece......
Buona visione ...anzi, buona ultra-visione!...

Beh, Magnifico, spero di aver dato corpo ad un..... MAGNIFICO ritratto, as far as Telly's "A clockwork orange" review is concerned........
Comunque, rimanendo in tema di "validi motivi", fra i tanti, uno dei piu' illuminanti puo' essere quello della sceneggiatura: definirla particolare sarebbe riduttivo ed alquanto superficiale; oserei etichettarla come "una sceneggiatura di colore", cioe' straordinariamente fantasiosa, in grado di proporre un frasario unico ed un glossario che quasi conduce una vita autonoma, insomma, in poche parole qualcosa di assolutamente non comune.
E cosi' dannatamente spregiudicata, folle. Unica, appunto.
Lessi tempo fa che Kubrick era un grande appassionato di russo, ed infatti nel film si puo' scorgere facilmente un uso particolare che lui faceva di questa lingua, una sorta di eccentrico connubio tra l'inglese ed il russo stesso, creando alcuni termini che sono rimasti nella storia e che fanno parte di quel "glossario" di cui ho accennato alcune righe sopra: "devocka" in questo eccentrico gergo aveva il significato di "ragazza", o di "ninfetta", probabilmente; "karasciov" era un'altra chicca, di cui pero' non ricordo l'accezione data dal regista. Ma tra i termini piu' gustosi vi era sicuramente quello di "gulliver" (testa) che Alex/McDowell usava spesso nel film.

Infine vorrei citare (e tanto decantare) l'infinitamente superba
prova d'attore fornita da Malcolm McDowell, alias Alex, chiaramente l'epicentro di tutta la pellicola.
Sicuramente un attore parzialmente inespresso, che avrebbe meritato maggior fortuna, sia artistica che commerciale e la cui splendida interpretazione fornita ne "L'Arancia Meccanica" e' ingiustamente (e cosi' sempre sara', purtroppo) offuscata dalla celebre fama del film stesso, e della tanto citata ultra-violenza di cui si fa portavoce.
Tempo fa appresi che nella versione originale lui recita con accento inglese, sebbene Kubrick lo diresse con un'impronta americana. Insomma, altra peculiarita' e rarita' che contraddistinguono questo capolavoro cinematografico.

La scenografia: basterebbe solo citare il "futuristico" bar con le statuette di donne nelle piu' svariate posizioni oscene per rendere l'idea dell'impatto scenografico de "L'Arancia Meccanica". E' il "bar" dove Alex ed i suoi Drughi si "ricaricavano" con il "latte +". E questo e' davvero tutto. Se non ho dato il meglio di me, poco ci e' mancato. E spero, ripeto, di averti/avervi fornito un resoconto piu' che accettabile e comprensibile. ...oooops...... magnifico..... indeed!
Puoi far leggere il tutto alle tue colleghe "ex-folkestoniane" rispettando sempre i miei copyrights, pero'.

SEE YA

BYE

...e mi raccomando... cerca di rimanere la piu' magnifica possibile...

Telly-sempre-piu'(-che-beve-latte-piu')

ALAN "J-K-68" TASSELLI


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