ATTUALITA' - IMMIGRAZIONE

I VESCOVI SUGLI IMMIGRATI

di Yonathan Della Seta (3/11/2000)

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Città del Vaticano, 26 gennaio. Si è concluso da poche ore a Roma il consiglio permanente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana, l’insieme dei vescovi italiani). Nel documento conclusivo presentato a Roma dal segretario generale, Monsignor Ennio Antonelli insorge subito il problema d’attualità della criminalità degli immigrati e cioè di una maggiore sicurezza da parte dello Stato sui cittadini.

Infatti i vescovi richiedono esplicitamente "un più forte e coerente impegno per ridare sicurezza ai cittadini, senza cadere nella semplicistica identificazione fra immigrati e criminalità".

Infatti come anche ha sottolineato monsignor Antonelli non si può più assistere impassibili a "scene umane drammatiche" che ormai ci vengono proposte un giorno si e uno no specialmente sulle coste pugliesi, c’è bisogno di un intervento solido e concreto da parte di uno Stato che continua a parlare ma non fa nulla per ridare sicurezza ai cittadini italiani.

Inoltre, affermano i vescovi, "Gli immigrati, se sapranno inserirsi nel nostro paese rispettando le regole della convivenza civile, tanto più saranno utili per costruire una ricchezza italiana per il futuro."

Purtroppo però l’inserimento degli immigrati nel nostro paese è molto duro e complicato vista la burocrazia italiana, quindi molto spesso l’immigrato per vivere diventa criminale, poiché non lo Stato non si fa carico dell’assistenza al momento dell’arrivo, non si può infatti come dice il segretario della CEI lasciare l’accoglienza solo in mano alla Caritas e al volontariato in genere.

Esiste infatti una considerevole necessità di regolamentare gli afflussi degli immigrati, come la necessità di debellare l’infiltrazione criminale da questo drammatico problema.

Di fronte a questo problema lo Stato risponde facendo la voce grossa con un secco "ci stiamo lavorando". Ora però i cittadini si chiedono come e con quali mezzi lo Stato potrà affrontare il gravissimo problema dei 150 mila immigrati che forse impropriamente chiamiamo clandestini, insomma quelle persone che vivono nel nostro paese e non sappiamo dove mangiano dove vivono, dove dormono, tutto ciò perche non hanno ottenuto il permesso di soggiorno.

Vorrei chiedere al Governo cosa intende fare perché ci sono 150 mila persone che rischiano ogni giorno di venire ricattate dalla microcriminalità per diventare loro stessi dei criminali. Si, certo, ci sono dei centri di accoglienza, ma sono stati un fallimento a causa dei fondi che non arrivavano mai e quindi ci aspettiamo una maggiore presa di posizione da parte dello Stato per offrire maggiore sicurezza a tutti ai cittadini e ai "clandestini"