ATTUALITA' - GLOB & ANTIGLOB

IL CORAGGIO DI ESSERE UTOPICI

di Alessandro Crupi (21/12/2002)

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No-Global, ovvero una barca in mezzo ad un oceano di corazzate. Non c'è dubbio che, al momento, il rapporto di forza tra la maggioranza del mondo politico e sociale e l'universo anticonformista rappresentato da Agnoletto & C. sia nettamente sbilanciato a favore dei primi. E molto difficilmente la situazione potrà cambiare o ribaltarsi a breve termine. In un periodo dominato dai "luoghi comuni comodi e senza scrupoli" come "la guerra se è necessaria bisogna farla" o "l'economia globalizzata è la fonte del benessere collettivo", è molto semplice schierarsi dalla parte dei più forti. Diviene piuttosto difficile, invece, creare un'opposizione sostanziale che, seppur minoritaria, vuol farsi sentire ed esprimere le proprie idee e aspirazioni al mondo intero. Ed è proprio questo il ruolo, scomodissimo ma ambizioso, di molte associazioni moderne, fra cui i No-Global. attenzione però. Qui non si vuole certo inneggiare alla violenza per difendere i propri ideali finendo col contaminare e contraddire le buone intenzioni di tutti questi movimenti. L'obiettivo è ben diverso e presuppone uno scopo traducibile con un unico termine: sensibilità. E' importante, infatti, essere consapevoli della presenza di organizzazioni che si prefiggono finalità diverse da quelle usualmente espresse da partiti politici o da altri enti sociali. Ha poca rilevanza se poi questi stessi movimenti vengono pregiudizialmente etichettati come sovversivi o cospirativi sol perché vorrebbero una realtà più equilibrata che rispetti i diritti di tutti nella stessa misura o perché avversano un modo di utilizzare un modello economico che, al momento, sembra produrre maggiori benefici per chi sta già bene. Ciò che conta realmente è comunicare quello che si ha dentro esprimendo una voce che possa anche contribuire a cambiare la società. E' pur vero tuttavia che i signori dai "luoghi comuni comodi e senza scrupoli" hanno già tracciato in senso radicalmente opposto la linea evolutiva del "mondo che conta" velandosi sotto la purezza della giustizia e del progresso. Proprio in un contesto così omogeneo è bello constatare che c'è chi la pensa in modo diverso. E' ovvio poi che la difformità di pensiero da parte di una minoranza compatta può diventare scomoda e fastidiosa, soprattutto per chi si sente unto dallo spirito del tempo in quanto sazia la sua fame di ricchezza e di gloria. In una simile situazione storico-sociale movimenti come i No-Global saranno costretti a condurre battaglie di retroguardia a meno di clamorosi sconvolgimenti. E' difficile, tuttavia, non condividere molti dei loro ideali, come l'ostilità alla guerra, ma, a questo punto, la domanda sorge spontanea: è possibile realizzare questi buoni propositi nella realtà in cui viviamo? La risposta è stata già data implicitamente ma non per questo bisogna arrendersi all'evidenza. Ed è ammirevole il coraggio con cui queste associazioni portano avanti delle istanze che al momento appaiono profondamente utopistiche e illusorie. L'importante, in questi casi, è credere nella fondatezza dei valori sostenuti e trasmetterli nelle sedi opportune e nella maniera adeguata cercando di non cadere nel tranello del radicalismo. Non si può fare diversamente. Cambiare il mondo dall'oggi al domani è impossibile anche perché chi comanda dispone di mezzi tremendamente efficaci come il potere e la politica e grazie a loro può far passare per buona qualunque cosa, anche la più scellerata. E' difficile esprimere giudizi su ciò che si osserva, così come è doveroso sottolineare che non è semplice destreggiarsi tra le maglie di un governo perché, molto spesso, certe situazioni vengono quasi ad imporre una determinata condotta, alla faccia dei compromessi. Il buon senso, purtroppo, non sempre prevale ma non per questo bisogna rassegnarsi. Chi scrive non appartiene a nessun movimento di quelli citati. Il mio intento è solo quello di meditare sui fatti. Ritengo opportuno, infatti, che ognuno possa riflettere e farsi una propria idea su ciò che scorge dalla realtà di ogni giorno. Le televisioni e i giornali ci inondano di informazioni e svolgono un ruolo fondamentale per formare le nostre coscienze. Tuttavia, dopo aver ascoltato una notizia, è essenziale porsi in atteggiamento critico nei confonti di essa. "Critico" non significa andare controcorrente a priori bensì rapportare un elemento (in questo caso informativo) con la propria visione del mondo elaborando un'opinione libera da condizionamenti esterni. Se questo pensiero sarà poi ritenuto giusto o sbagliato ciò è importante per stimolare il confronto ma non può essere utilizzato come strumento di censura nei riguardi dei pareri altrui. In sintesi il concetto è questo: ascoltare ma non accettare per buono tutto quello che si riceve senza riflettere. A tal proposito è significativo evidenziare che tra una marea di cieco conformismo a cui spesso assistiamo oggi, il movimento No-Global ha almeno il merito di opporsi meritandosi sicuramente più rispetto da parte di tutti. I No-Global, insomma, potranno essere a volte un pò troppo irruenti nelle loro esternazioni ma la genuinità delle idee che esprimono non dovrebbe essere condannata senza appello.


I commenti
16/8/2003 maurograndinetti1@virgilio.it: NO GLOBAL: ovvero un esercito di super globalizzati pieni di contraddizioni. Li avete visti quando si lamentano che non hanno campo telefonico? Quando contestano i gruppi di potere economico, però partecipano alle manifestazioni canore con tanto di sponsor sulle spalle (TIM TOUR - VODAFONE...), e quando li trovi nei multi sala cinematografici con la Coca Cola in mano ed i pop corn di Mc Donald; quando accusano di razzismo quelli di destra che difendono le radici storiche di un popolo e loro dicono lo stesso, però la chiamano tradizione etnica; si dichiarano antiamericani e poi te li ritrovi alle stazioni ESSO a chiedere pure i bollini del concorso, per non parlare dei supermercati GS ed altri. Parlano di anticonformismo e poi sono i primi che hanno fatto guadagnare miliardi al loro compagnuccio Feltrinelli solo con l'immagine di Ernesto (l'amico tradito da Castro). Non parlano neanche più i Leoncavallini...... Gli ambientalisti sventolano le bandiere solo quando non hanno ricevuto contributi per i loro progetti, parlano di Cristo comunista per confondere anche i giovani della Chiesa. Azzerate il cervello e partite con idee nuove. Ciao Mauro.