Molti oggi forse si chiedono
da dove abbia avuto origine il virus HIV, responsabile della
colata a picco del nostro sistema immunitario.
Il sottoscritto, attingendo da molte fonti, ha ripercorso la
genesi (meglio dire: "la probabile genesi") della spietata
sindrome, cercando di fornire una configurazione piu' che accettabile
sul percorso, intrigante quanto denso di mistero, compiuto dal
virus HIV attraverso il mondo. Spero esso sia di vostro gradimento.
IN PRINCIPIO FU LO STEWARD
ESTATE 1980: all'ospedale
italiano di Roma si presenta un giovane steward, alto circa 1.70,
di bell'aspetto ma assai preoccupato per la propria salute. I
medici lo visitano e scorgono nel suo organismo il "citomegalovirus",
un'infezione molto grave che colpisce gli individui aventi un
sistema immunitario debole ed insufficiente onde combattere i
vari batteri che si avventano sul nostro organismo. A quel tempo
l'HIV non era stato ancora isolato, percio' era tecnicamente
impossibile decifrare compiutamente il gran numero di infezioni
opportunistiche che si abbattono sui nostri anticorpi disarmandoli
prima ed uccidendoli poi. Ma quel paziente non era un comune
paziente: il suo sistema immunitario perdeva sempre piu' colpi
e presentava un elevato numero di malanni e complicazioni per
lo piu' inedite ed assai rare. I medici capirono subito che il
suo non si sarebbe trattato di un male comune, sebbene una volta
stato leggermente meglio, lo steward si sarebbe potuto recare
nuovamente in viaggio. Purtroppo qualche tempo dopo, lo steward
ritorno', accusando notevoli malori caratterizzati da forti,
apparentemente inspiegabili febbri, linfoghiandole ingrossate,
diarree croniche e polmoniti interstiziali (L'anonimo steward
sarebbe morto nei primi mesi del 1984. Per molti anni sarebbe
passato alle cronache come il PRIMO vero caso accertato di morte
in seguito a Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita in Italia).
Un anno dopo, nell'estate
del 1981 vennero individuati alcuni isolatissimi casi di "pneumnicistii
carinii" +, successivamente, 26 casi di "sarcoma di
kaposi", un tumore rarissimo che colpisce solitamenti soggetti
di ceppo mediterraneo sopra i 60 anni. Il fatto che tale tumore
avesse colpito alcuni giovani omosessuali fece scattare l'allarme
onde andare alla ricerca di una causa che provocasse questo strano
tumore. Generalmente il Sarcoma
di Kaposi, nei malati di AIDS, si manifesta attraverso evidenti
macchie dal colore rosso-violaceo (sorta di funghi epidermici)
e sono presenti principalmente sulla cute (collo, mani, faccia,
arti inferiori); esso colpisce i vasi sanguigni e linfatici ed
ha normalmente decorrenza lenta (ma solo in pazienti anziani
dotati di Sistema Immunitario non attaccato dal virus HIV). Nel
caso invece di IMMUNO-DEFICIENZA ACQUISITA esso si trasforma
in una forma tumorale dannosissima e letale (e lo stesso dicasi
per le polmoniti interstiziali causate dal ceppo pneumnicisii
carinii).
Le tre citta' che "inaugurarono"
la sindrome furono NEW YORK, LOS ANGELES e SAN FRANCISCO, megalopoli
nelle quali era concentrato un elevato numero di omosessuali,
i quali, allora, si penso' fossero i progenitori della malattia
(tanto da coniare la sigla GRID - Gay Related Immuno-Deficiency).
Questo si sarebbe trattato, in seguito, di uno dei piu' grandi
malintesi in cui l'umanita' si sarebbe imbattuta, avvolta nella
ignoranza piu' estrema e dedita ad assurdi preconcetti che hanno
poi portato l'uomo ad un effetto concatenante di auto-distruzione.
I medici si affrettarono a definirla come "il morbo degli
omosessuali", oppure "sindrome del raddoppio";
in realta', nel giro di 3-4 anni ci si accorse, al contrario,
che tale morbo avrebbe abbracciato TUTTE le categorie possibili,
obbligando in questo modo scienziati e ricercatori ad abolire
il concetto di "categorie a rischio" per "approdare"
a quello piu' "politically correct" di "COMPORTAMENTI
A RISCHIO".
E fu proprio questa vergognosa quanto colossale, ignobile supponenza
che porto' anche illustri nomi della medicina a seguire un tracciato
completamente errato, anziche' focalizzare immediatamente la
natura, l'entita' del problema.
Ancora oggi (e scusate la retorica) noi tutti, in un modo o nell'altro,
stiamo pagando QUELL'errore, causa di decine di milioni di vittime,
alcune tra le quali del tutto innocenti (si pensi agli emofiliaci,
per anni sottoposti al rischio di continue infezioni).
ORIGINE DEL VIRUS
Nel tentativo di tracciare
un percorso "preistorico" delle mai del tutto accertate
origini del virus HIV, ho avuto modo di apprendere teorie e supposizioni
dall'indubbio fascino.
Il SIV (scimmian immuno-deficiency virus) era un virus presente
nelle scimmie dell'Africa equatoriale, note col nome di cercopitechi
grigio-verdi; pare esso abbia avuto origine circa 10.000 anni
fa, ed ha seguito numerose evoluzioni prima di insediarsi stabilmente
nell'organismo di queste scimmie.
Una domanda, ora, sorgerebbe spontanea quanto accusatoria: "MA
COME DIAVOLO E' STATO TRASMESSO IL VIRUS DALLE SCIMMIE ALL'UOMO?"...
A tale proposito sono state analizzate diverse teorie, alcune
delle quali non propriamente attendibili.
Una delle ipotetiche cause si suppone possa essere stato il contatto
tra alcuni esploratori/cacciatori (vissuti moltissimi anni fa)
con le suddette scimmie. Per motivi di mancanza cronica di cibo,
questi cacciatori si sarebbero nutriti (secondo alcuni esperti)
di queste scimmie, venendo in tal modo a stretto contatto con
il loro sangue infetto. Successivamente si sarebbe propagata
una "piccola nascosta epidemia" che avrebbe riguardato
per molti decenni
solamente il continente africano. Altri sostengono che la fuoriuscita
del virus HIV sia stata dovuta all'eccessiva vivisezione operata
in queste scimmie onde localizzare probabilmente quello "strano"
virus (o per altre ricerche affini). Ma sono ipotesi ancora da
verificare compiutamente.
Nessuno sa (e mai sapra') con esattezza quando e come l'HIV venne
esportato dal continente africano per poi propagarsi sino ai
giorni nostri mietendo vittime su vittime.
C'e' comunque di fondo (almeno io ho intuito questo) un certo
"gusto" da parte dell'uomo a favore di determinati,
spesso incomprensibili "comportamenti auto-distruttivi".
LA LUNGA "ESCURSIONE"
DEL VIRUS HIV
Uno dei motivi basilari
per cui il virus HIV si sia propagato cosi' velocemente fu dato
dalla continua, massiccia "interscambiabilita'" tra
numerosi e diversi ceppi dell'essere umano.
Da sempre mente curiosa e desiderosa di ogni possibile (od...IMpossibile)
forma di eccesso e lussuria fisica, l'uomo in generale si e'
sempre rifiutato di conoscere la morte quale possibile "giustiziere"
dei nostri inarrivabili, inconcepibili peccati, ed uno di questi
"rifiuti" ha proprio determinato la comparsa e successivo
propagarsi dell'HIV. Almeno da un punto di vista "simbolico".
Se noi dividessimo la Terra in piccole isole abitate e non abitate,
alle quali e' impossibile accedere se non con permessi speciali,
forse oggi non dovremmo dibattere sul perche' ed il per come
ci troviamo a dover affrontare un virus cosi' complesso e terribile.
Selezionando rigorosamente le categorie a rischio vigenti all'epoca
in uno di questi ipotetici isolotti avremmo ottenuto, presumibilmente,
una sorta di "isolamento totale" in modo da poter impedire
un successivo, incombente contagio.
Sfortunatamente per l'uomo, il nostro pianeta non e' stato configurato
in tal modo e l'eccessiva, sconsiderata promiscuita' unita agli
infiniti processi auto-lesionistici di cui da sempre egli e'
egregio rappresentante, hanno fatto si' che la sicurezza di immortalita'
dell'essere umano si trasformasse in INSICUREZZA globale mista
a terrore ed incapacita' di reagire, portando l'individuo colpito
dalla malattia ad uno stato di semi-paralisi non solo fisica
ma soprattutto psichica, unita a tutti i pregiudizi immaginabili
"allevati" da una societa' contorta e dedita
all'autocompassione, nel tentativo (patetico ed infame) di rapportarsi
nuovamente alla Societa' onde cercare, con affanno e disperazione,
di salvare il salvabile. Se di "salvabile" si puo'
parlare...
Il "punto di non-ritorno", almeno per cio' che concerne
l'implacabile diffusione della sindrome, e' stato legittimato
e perfino oltrepassato; evidentemente l'uomo ha ancora bisogno
di farsi del male, ma questa e' retorica eccessiva e non mi va
di mettere ulteriormente il dito nella piaga di un Sistema gia'
di per se contorto ed incomprensibile.
Aggiungiamo a tutto questo la vergognosa industria del sangue,
inarrestabile processo che non ha mai badato ad eccessivi scrupoli
o preoccupazioni di sorta. Esso ha determinato, tanto quanto
l'eccesso di promiscuita' umana, il diffondersi di quella "strana
sindrome" e relativo virus.
Esemplare il "passaggio" avvenuto in tempi non sospetti
dall'Africa Centrale (la autenticata base del virus HIV) alla
piccola isola di Haiti, vera e propria "oasi" per omosessuali
e bisessuali, ignari del feroce destino che li avrebbe spazzati
via, e per sempre, dalla realta' terrena.
Cerchiamo di ricostruire, con la maggiore lucidita' possibile,
l'intricata, implacabile ascesa del virus sino ai giorni nostri,
un'originale, inedita "escursione" tutta da vedere
e scrutare in profondita'.
Una volta trasmesso (le cause sono ancora incerte e, con ogni
probabilita', rimarranno "sepolte" dal tempo e dalla
lontananza di questi oscuri eventi) il virus all'essere umano
(dai gia' citati cercopitechi verdi) fu "esportato"
(inconsapevolmente) nel paradiso haitiano, popolato, come specificato
sopra, esclusivamente da omosessuali.
Essendo Haiti stessa una specie di "succursale" statunitense,
oggi e' alquanto comprensibile l'estrema contaminazione ai danni
del vastissimo popolo americano: infatti, seguendo una pista
logica, molti omosessuali si trasferivano, per periodi presumibilmente
a medio/lungo termine, in questo apparentemente "incontaminato"
Eden, nel quale poter dar sfogo ai piu' viscerali, incontrollati
istinti sessuali, infinite orgie grazie alle quali tutti facevano
l'amore con tutti. Il periodo, grosso modo, potrebbe variare
dalla fine degli anni '60 ai primissimi anni '70, quindi ben
al di la' nel tempo dai primi rigurgiti epidemici registrati
presso le cliniche statunitensi.
Ecco perche' le maggiori categorie a rischio potevano risultare
persone che, nell'arco della loro gioventu' o per i relativi
impegni affaristici, erano "costrette" a viaggiare
intensamente in tutto il mondo; ovviamente, si deve parlare anche
di "etica personale": l'infedelta' coniugale (o la
semplice capacita' di mostrarsi NON fedele) ha giocato un ruolo
non secondario per i primi, "timidi" contagi.
E quindi ecco anche spiegato il perche' il primo caso accertato
di AIDS abbia riguardato la figura dello steward, notoriamente
individuo di bell'aspetto, e in QUEL caso, dalla natura dichiaratamente
bisessuale.
Questo fenomeno in continua evoluzione avrebbe goduto dell'ignoranza
e del pregiudizio dell'essere umano, anche da parte delle categorie
piu' a stretto contatto con il terribile Male: mi riferisco a
medici, chirurghi ed alcuni immunologi.
Fernando Aiuti, il piu' insigne immunologo italiano, fu il primo,
nel 1981, a comprendere la vasta portata di quella misteriosa
Sindrome e questo grazie alla fonti informative preziosissime
rilevate da un famoso Centro Infettivo con sede ad Atlanta (il
famoso CENTER FOR DISEASE CONTROL). Fu per merito di pochi, coraggiosi
(per quel tempo colmo di titubanze e sospetti infondati) medici
statunitensi, quali Siegal, Gottlieb ed Alvin Friedman-Kien,
uniti alle straordinarie gemelle Cunningham, provenienti dal
prestigioso Sloan Kettering Institute for Cancer Research, che
portarono a conoscenza degli immunologi di tutto il mondo la
Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita.
Ma L'Italia non e' l'America, e questo e' ben risaputo. Per noi
era ancora troppo presto per capire quanto spietata ed inarrestabile
si sarebbe rivelata la "valanga-Aids"; eravamo immersi
ancora in un' era "medioevale", supportata dalle piu'
abiette, insostenibili illazioni; erano i medici stessi, coloro
che nel giro di pochi anni si dovettero ricredere sulla gravita'
del Nuovo Male, che, sia per miscredenza che per totale disinteresse,
sottovalutarono vergognosamente il problema, etichettando pateticamente
il prode Aiuti come un "pazzo visionario".......
Il tempo gli avrebbe dato ragione. Eccome!
Infezioni rare come quelle
causate dal "citomegalovirus", la Pneumnicistii Carinii,
il Sarcoma di Kaposi erano allora scientificamente inspiegabili,
in quanto l'isolamento del virus HIV era ancora di la' da venire.
Si erano verificati casi di sospette infezioni mai del tutto
chiarite, addirittura risalenti al 1971; il primo caso che il
reparto di Immunologia italiana riusci' a recuperare fu grazie
ad un accertato decesso avvenuto nel 1977: il soggetto vittima
di quella morte "inspiegabile" presentava, da un accurato
studio delle vetrine degli anticorpi formatisi all'interno dell'organismo,
tracce del virus HIV.
Gia' in epoche antecedenti gli anni '80, si erano segnalati casi
di LAV (Linfoadenopathy Virus, il virus della linfoadenopatia),
una progenitrice anticipatrice dell'AIDS: essa consisteva in
un palese rigonfiamento delle linfoghiandole, testicoli ed ascelle
ed era abitualmente accompagnata da forti febbri; sintomi questi
piu' che mai comuni in un sieropositivo. Era la prima volta in
cui non erano le infezioni e malanni incorsi al fisico umano
ad abbassare le difese immunitarie, bensi' il contrario: era
il Sistema immunitario stesso a "capovolgersi" vertiginosamente
favorendo l'"ingresso" di tutte le possibili infezioni,
denominate "opportunistiche". Per "opportunistische"
si intende quel tipo di infezioni dalla natura inspiegabile,
dovute a cause non del tutto decifrabili; almeno, e' cio' che
si presupponeva all'epoca. Ora tutti sanno, anche i piu' ignoranti,
che e' il virus HIV, il quale, introdottosi nell'organismo, attacca
i cosiddetti linfociti T-4 (detti anche CD4, riconosciuti a livello
medico come "i direttori d'orchestra" del nostro Sistema
Immunitario), per poi "intromettersi" e successivamente
"boicottare" le altre cellule dei Linfociti, ulteriori
responsabili delle difese all'interno del nostro organismo.
L'RNA del virus HIV viene tramutato in DNA attraverso un enzima,
la transcriptasi inversa; grazie a tale "passaggio",
l'HIV attacca i CD4, convertendoli ad agenti attaccanti a loro
volta gli altri anticorpi, creando una fase di autentica "auto-flagellazione";
i nostri anticorpi, "corrotti" dall'HIV, si attaccano
a vicenda, fino ad annientarsi e, per logica conseguenza, arriveranno
ad annientare il nostro organismo, sempre piu' in balia delle
terribili infezioni opportunitische. Avra' inizio in processo
inarrestabile di "auto-distruzione-immunitaria".
Molto e' stato fatto sino ad ora, sebbene i passi falsi non siano
mancati. Purtroppo, con mio grande rammarico, scorgo oggi giorno
ancora moltissima ignoranza, mai del tutto colmata da un'adeguata
campagna di sensibilizzazione, come da sempre il sottoscritto
sostiene.
Sembra, insomma, che l'uomo sia destinato, per l'eternita', ad
autodistruggersi, coinvolgendo vittime innocenti, le tante vittime
che la Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita ha mietuto fino
ad ora.
Quanto ancora dovremmo sopportare questa indicibile "negligenza
umana"?...
Quanto?... Questo
testo è depositato presso www.neteditor.it e quindi coperto da diritti
d'autore. Esso non potrà essere riprodotto totalmente
o parzialmente senza il consenso dell'autore stesso, il quale,
peraltro, ha autorizzato la pubblicazione su NuovoGPR, in data
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