ATTUALITA' - AIDS

In principio fu lo steward

Ulteriori analitiche considerazioni sulla Sindrome

di Alan J-K-68 Tasselli (29/8/2002)

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Molti oggi forse si chiedono da dove abbia avuto origine il virus HIV, responsabile della colata a picco del nostro sistema immunitario.
Il sottoscritto, attingendo da molte fonti, ha ripercorso la genesi (meglio dire: "la probabile genesi") della spietata sindrome, cercando di fornire una configurazione piu' che accettabile sul percorso, intrigante quanto denso di mistero, compiuto dal virus HIV attraverso il mondo. Spero esso sia di vostro gradimento.

IN PRINCIPIO FU LO STEWARD

ESTATE 1980: all'ospedale italiano di Roma si presenta un giovane steward, alto circa 1.70, di bell'aspetto ma assai preoccupato per la propria salute. I medici lo visitano e scorgono nel suo organismo il "citomegalovirus", un'infezione molto grave che colpisce gli individui aventi un sistema immunitario debole ed insufficiente onde combattere i vari batteri che si avventano sul nostro organismo. A quel tempo l'HIV non era stato ancora isolato, percio' era tecnicamente impossibile decifrare compiutamente il gran numero di infezioni opportunistiche che si abbattono sui nostri anticorpi disarmandoli prima ed uccidendoli poi. Ma quel paziente non era un comune paziente: il suo sistema immunitario perdeva sempre piu' colpi e presentava un elevato numero di malanni e complicazioni per lo piu' inedite ed assai rare. I medici capirono subito che il suo non si sarebbe trattato di un male comune, sebbene una volta stato leggermente meglio, lo steward si sarebbe potuto recare nuovamente in viaggio. Purtroppo qualche tempo dopo, lo steward ritorno', accusando notevoli malori caratterizzati da forti, apparentemente inspiegabili febbri, linfoghiandole ingrossate, diarree croniche e polmoniti interstiziali (L'anonimo steward sarebbe morto nei primi mesi del 1984. Per molti anni sarebbe passato alle cronache come il PRIMO vero caso accertato di morte in seguito a Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita in Italia).

Un anno dopo, nell'estate del 1981 vennero individuati alcuni isolatissimi casi di "pneumnicistii carinii" +, successivamente, 26 casi di "sarcoma di kaposi", un tumore rarissimo che colpisce solitamenti soggetti di ceppo mediterraneo sopra i 60 anni. Il fatto che tale tumore avesse colpito alcuni giovani omosessuali fece scattare l'allarme onde andare alla ricerca di una causa che provocasse questo strano tumore. Generalmente il Sarcoma
di Kaposi, nei malati di AIDS, si manifesta attraverso evidenti macchie dal colore rosso-violaceo (sorta di funghi epidermici) e sono presenti principalmente sulla cute (collo, mani, faccia, arti inferiori); esso colpisce i vasi sanguigni e linfatici ed ha normalmente decorrenza lenta (ma solo in pazienti anziani dotati di Sistema Immunitario non attaccato dal virus HIV). Nel caso invece di IMMUNO-DEFICIENZA ACQUISITA esso si trasforma in una forma tumorale dannosissima e letale (e lo stesso dicasi per le polmoniti interstiziali causate dal ceppo pneumnicisii carinii).

Le tre citta' che "inaugurarono" la sindrome furono NEW YORK, LOS ANGELES e SAN FRANCISCO, megalopoli nelle quali era concentrato un elevato numero di omosessuali, i quali, allora, si penso' fossero i progenitori della malattia (tanto da coniare la sigla GRID - Gay Related Immuno-Deficiency). Questo si sarebbe trattato, in seguito, di uno dei piu' grandi malintesi in cui l'umanita' si sarebbe imbattuta, avvolta nella ignoranza piu' estrema e dedita ad assurdi preconcetti che hanno poi portato l'uomo ad un effetto concatenante di auto-distruzione. I medici si affrettarono a definirla come "il morbo degli omosessuali", oppure "sindrome del raddoppio"; in realta', nel giro di 3-4 anni ci si accorse, al contrario, che tale morbo avrebbe abbracciato TUTTE le categorie possibili, obbligando in questo modo scienziati e ricercatori ad abolire il concetto di "categorie a rischio" per "approdare" a quello piu' "politically correct" di "COMPORTAMENTI A RISCHIO".
E fu proprio questa vergognosa quanto colossale, ignobile supponenza che porto' anche illustri nomi della medicina a seguire un tracciato completamente errato, anziche' focalizzare immediatamente la natura, l'entita' del problema.
Ancora oggi (e scusate la retorica) noi tutti, in un modo o nell'altro, stiamo pagando QUELL'errore, causa di decine di milioni di vittime, alcune tra le quali del tutto innocenti (si pensi agli emofiliaci, per anni sottoposti al rischio di continue infezioni).

ORIGINE DEL VIRUS

Nel tentativo di tracciare un percorso "preistorico" delle mai del tutto accertate origini del virus HIV, ho avuto modo di apprendere teorie e supposizioni dall'indubbio fascino.
Il SIV (scimmian immuno-deficiency virus) era un virus presente nelle scimmie dell'Africa equatoriale, note col nome di cercopitechi grigio-verdi; pare esso abbia avuto origine circa 10.000 anni fa, ed ha seguito numerose evoluzioni prima di insediarsi stabilmente nell'organismo di queste scimmie.
Una domanda, ora, sorgerebbe spontanea quanto accusatoria: "MA COME DIAVOLO E' STATO TRASMESSO IL VIRUS DALLE SCIMMIE ALL'UOMO?"...
A tale proposito sono state analizzate diverse teorie, alcune delle quali non propriamente attendibili.
Una delle ipotetiche cause si suppone possa essere stato il contatto tra alcuni esploratori/cacciatori (vissuti moltissimi anni fa) con le suddette scimmie. Per motivi di mancanza cronica di cibo, questi cacciatori si sarebbero nutriti (secondo alcuni esperti) di queste scimmie, venendo in tal modo a stretto contatto con il loro sangue infetto. Successivamente si sarebbe propagata una "piccola nascosta epidemia" che avrebbe riguardato per molti decenni
solamente il continente africano. Altri sostengono che la fuoriuscita del virus HIV sia stata dovuta all'eccessiva vivisezione operata in queste scimmie onde localizzare probabilmente quello "strano" virus (o per altre ricerche affini). Ma sono ipotesi ancora da verificare compiutamente.
Nessuno sa (e mai sapra') con esattezza quando e come l'HIV venne esportato dal continente africano per poi propagarsi sino ai giorni nostri mietendo vittime su vittime.
C'e' comunque di fondo (almeno io ho intuito questo) un certo "gusto" da parte dell'uomo a favore di determinati, spesso incomprensibili "comportamenti auto-distruttivi".

LA LUNGA "ESCURSIONE" DEL VIRUS HIV

Uno dei motivi basilari per cui il virus HIV si sia propagato cosi' velocemente fu dato dalla continua, massiccia "interscambiabilita'" tra numerosi e diversi ceppi dell'essere umano.
Da sempre mente curiosa e desiderosa di ogni possibile (od...IMpossibile) forma di eccesso e lussuria fisica, l'uomo in generale si e' sempre rifiutato di conoscere la morte quale possibile "giustiziere" dei nostri inarrivabili, inconcepibili peccati, ed uno di questi "rifiuti" ha proprio determinato la comparsa e successivo propagarsi dell'HIV. Almeno da un punto di vista "simbolico".
Se noi dividessimo la Terra in piccole isole abitate e non abitate, alle quali e' impossibile accedere se non con permessi speciali, forse oggi non dovremmo dibattere sul perche' ed il per come ci troviamo a dover affrontare un virus cosi' complesso e terribile.
Selezionando rigorosamente le categorie a rischio vigenti all'epoca in uno di questi ipotetici isolotti avremmo ottenuto, presumibilmente, una sorta di "isolamento totale" in modo da poter impedire un successivo, incombente contagio.
Sfortunatamente per l'uomo, il nostro pianeta non e' stato configurato in tal modo e l'eccessiva, sconsiderata promiscuita' unita agli infiniti processi auto-lesionistici di cui da sempre egli e' egregio rappresentante, hanno fatto si' che la sicurezza di immortalita' dell'essere umano si trasformasse in INSICUREZZA globale mista a terrore ed incapacita' di reagire, portando l'individuo colpito dalla malattia ad uno stato di semi-paralisi non solo fisica ma soprattutto psichica, unita a tutti i pregiudizi immaginabili "allevati" da una societa' contorta e dedita
all'autocompassione, nel tentativo (patetico ed infame) di rapportarsi nuovamente alla Societa' onde cercare, con affanno e disperazione, di salvare il salvabile. Se di "salvabile" si puo' parlare...
Il "punto di non-ritorno", almeno per cio' che concerne l'implacabile diffusione della sindrome, e' stato legittimato e perfino oltrepassato; evidentemente l'uomo ha ancora bisogno di farsi del male, ma questa e' retorica eccessiva e non mi va di mettere ulteriormente il dito nella piaga di un Sistema gia' di per se contorto ed incomprensibile.
Aggiungiamo a tutto questo la vergognosa industria del sangue, inarrestabile processo che non ha mai badato ad eccessivi scrupoli o preoccupazioni di sorta. Esso ha determinato, tanto quanto l'eccesso di promiscuita' umana, il diffondersi di quella "strana sindrome" e relativo virus.
Esemplare il "passaggio" avvenuto in tempi non sospetti dall'Africa Centrale (la autenticata base del virus HIV) alla piccola isola di Haiti, vera e propria "oasi" per omosessuali e bisessuali, ignari del feroce destino che li avrebbe spazzati via, e per sempre, dalla realta' terrena.
Cerchiamo di ricostruire, con la maggiore lucidita' possibile, l'intricata, implacabile ascesa del virus sino ai giorni nostri, un'originale, inedita "escursione" tutta da vedere e scrutare in profondita'.
Una volta trasmesso (le cause sono ancora incerte e, con ogni probabilita', rimarranno "sepolte" dal tempo e dalla lontananza di questi oscuri eventi) il virus all'essere umano (dai gia' citati cercopitechi verdi) fu "esportato" (inconsapevolmente) nel paradiso haitiano, popolato, come specificato sopra, esclusivamente da omosessuali.
Essendo Haiti stessa una specie di "succursale" statunitense, oggi e' alquanto comprensibile l'estrema contaminazione ai danni del vastissimo popolo americano: infatti, seguendo una pista logica, molti omosessuali si trasferivano, per periodi presumibilmente a medio/lungo termine, in questo apparentemente "incontaminato" Eden, nel quale poter dar sfogo ai piu' viscerali, incontrollati istinti sessuali, infinite orgie grazie alle quali tutti facevano l'amore con tutti. Il periodo, grosso modo, potrebbe variare dalla fine degli anni '60 ai primissimi anni '70, quindi ben al di la' nel tempo dai primi rigurgiti epidemici registrati presso le cliniche statunitensi.
Ecco perche' le maggiori categorie a rischio potevano risultare persone che, nell'arco della loro gioventu' o per i relativi impegni affaristici, erano "costrette" a viaggiare intensamente in tutto il mondo; ovviamente, si deve parlare anche di "etica personale": l'infedelta' coniugale (o la semplice capacita' di mostrarsi NON fedele) ha giocato un ruolo non secondario per i primi, "timidi" contagi.
E quindi ecco anche spiegato il perche' il primo caso accertato di AIDS abbia riguardato la figura dello steward, notoriamente individuo di bell'aspetto, e in QUEL caso, dalla natura dichiaratamente bisessuale.
Questo fenomeno in continua evoluzione avrebbe goduto dell'ignoranza e del pregiudizio dell'essere umano, anche da parte delle categorie piu' a stretto contatto con il terribile Male: mi riferisco a medici, chirurghi ed alcuni immunologi.
Fernando Aiuti, il piu' insigne immunologo italiano, fu il primo, nel 1981, a comprendere la vasta portata di quella misteriosa Sindrome e questo grazie alla fonti informative preziosissime rilevate da un famoso Centro Infettivo con sede ad Atlanta (il famoso CENTER FOR DISEASE CONTROL). Fu per merito di pochi, coraggiosi (per quel tempo colmo di titubanze e sospetti infondati) medici statunitensi, quali Siegal, Gottlieb ed Alvin Friedman-Kien, uniti alle straordinarie gemelle Cunningham, provenienti dal prestigioso Sloan Kettering Institute for Cancer Research, che portarono a conoscenza degli immunologi di tutto il mondo la Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita.
Ma L'Italia non e' l'America, e questo e' ben risaputo. Per noi era ancora troppo presto per capire quanto spietata ed inarrestabile si sarebbe rivelata la "valanga-Aids"; eravamo immersi ancora in un' era "medioevale", supportata dalle piu' abiette, insostenibili illazioni; erano i medici stessi, coloro che nel giro di pochi anni si dovettero ricredere sulla gravita' del Nuovo Male, che, sia per miscredenza che per totale disinteresse, sottovalutarono vergognosamente il problema, etichettando pateticamente il prode Aiuti come un "pazzo visionario".......
Il tempo gli avrebbe dato ragione. Eccome!

Infezioni rare come quelle causate dal "citomegalovirus", la Pneumnicistii Carinii, il Sarcoma di Kaposi erano allora scientificamente inspiegabili, in quanto l'isolamento del virus HIV era ancora di la' da venire.
Si erano verificati casi di sospette infezioni mai del tutto chiarite, addirittura risalenti al 1971; il primo caso che il reparto di Immunologia italiana riusci' a recuperare fu grazie ad un accertato decesso avvenuto nel 1977: il soggetto vittima di quella morte "inspiegabile" presentava, da un accurato studio delle vetrine degli anticorpi formatisi all'interno dell'organismo, tracce del virus HIV.
Gia' in epoche antecedenti gli anni '80, si erano segnalati casi di LAV (Linfoadenopathy Virus, il virus della linfoadenopatia), una progenitrice anticipatrice dell'AIDS: essa consisteva in un palese rigonfiamento delle linfoghiandole, testicoli ed ascelle ed era abitualmente accompagnata da forti febbri; sintomi questi piu' che mai comuni in un sieropositivo. Era la prima volta in cui non erano le infezioni e malanni incorsi al fisico umano ad abbassare le difese immunitarie, bensi' il contrario: era il Sistema immunitario stesso a "capovolgersi" vertiginosamente favorendo l'"ingresso" di tutte le possibili infezioni, denominate "opportunistiche". Per "opportunistische" si intende quel tipo di infezioni dalla natura inspiegabile, dovute a cause non del tutto decifrabili; almeno, e' cio' che si presupponeva all'epoca. Ora tutti sanno, anche i piu' ignoranti, che e' il virus HIV, il quale, introdottosi nell'organismo, attacca i cosiddetti linfociti T-4 (detti anche CD4, riconosciuti a livello
medico come "i direttori d'orchestra" del nostro Sistema Immunitario), per poi "intromettersi" e successivamente "boicottare" le altre cellule dei Linfociti, ulteriori responsabili delle difese all'interno del nostro organismo.
L'RNA del virus HIV viene tramutato in DNA attraverso un enzima, la transcriptasi inversa; grazie a tale "passaggio", l'HIV attacca i CD4, convertendoli ad agenti attaccanti a loro volta gli altri anticorpi, creando una fase di autentica "auto-flagellazione"; i nostri anticorpi, "corrotti" dall'HIV, si attaccano a vicenda, fino ad annientarsi e, per logica conseguenza, arriveranno ad annientare il nostro organismo, sempre piu' in balia delle
terribili infezioni opportunitische. Avra' inizio in processo inarrestabile di "auto-distruzione-immunitaria".
Molto e' stato fatto sino ad ora, sebbene i passi falsi non siano mancati. Purtroppo, con mio grande rammarico, scorgo oggi giorno ancora moltissima ignoranza, mai del tutto colmata da un'adeguata campagna di sensibilizzazione, come da sempre il sottoscritto sostiene.
Sembra, insomma, che l'uomo sia destinato, per l'eternita', ad autodistruggersi, coinvolgendo vittime innocenti, le tante vittime che la Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita ha mietuto fino ad ora.
Quanto ancora dovremmo sopportare questa indicibile "negligenza umana"?...
Quanto?...


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