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Il noto fenomeno della richiesta
di denaro a favore della ricerca medica e di quella antitumorale
in particolare, sempre più in voga e pubblicizzato, mi
ha indotto ad alcune riflessioni. Alla vigilia di ogni "raccolta", le apparizioni di noti personaggi del mondo della scienza, atte a divulgare le informazioni sui più recenti progressi realizzati grazie alla ricerca scientifica, altro non sono che spot di pessimo gusto e le notizie divulgate risultano in gran parte prive di fondamento. Chi non ha mai ascoltato frasi come: "Le possibilità di guarigione dai tumori sono enormemente aumentate"- "Il cancro non deve fare più paura". Ma cosa c'è di vero in queste affermazioni? Pressoché niente! Fino a qualche anno fa era possibile prevedere che una persona su quattro si ammalasse di cancro nel corso della propria vita. Oggi si può invece ritenere che una persona su tre incorrerà in questo triste destino. E che dire delle possibilità di cura? La chemioterapia, sempre osannata dalla medicina ufficiale, si è rivelata un quasi totale fallimento. Essa è, peraltro, concettualmente criticabile: svolge sì un'azione destruente sulle cellule tumorali ( e non solo su queste, purtroppo! ) ma non può perseguire l'obiettivo, che dovrebbe invece essere primario per ogni valido trattamento antitumorale, di arrestarne la crescita. In conclusione, i tumori e le morti da essi causate sono sempre più frequenti e la medicina ufficiale non è riuscita a sovvertire a tutt'oggi questa desolante realtà. E' vero che solo la ricerca potrà forse un giorno risolvere definitivamente il problema del cancro, i requisiti prioritari per una sana e costruttrice ricerca scientifica non sono però i soldi, ma le capacità ideative, l'intuito, il costante impegno, le risorse intellettive e, non ultimo per importanza, il desiderio di contribuire al miglioramento della condizione dell'umanità. Sembra che tali presupposti si siano persi di vista, ma nessun reale progresso è possibile senza di essi. La ricerca trova la sua sede naturale nell'Università, dove però un annoso problema ne compromette seriamente la qualità ed i risultati: l'accesso alle carriere universitarie non viene quasi mai riservato ai migliori. La ricerca necessita di soldi, d'accordo, ma necessita innanzitutto di "menti" in grado di realizzarla. Queste, certo, non mancano. Peccato che il loro impiego sia in gran parte precluso da un sistema di concorsi universitari pilotato e corrotto che ha generato una classe media di ricercatori di scarso livello, assetati di denaro e di potere. Pensate forse che scienziati "dotati" di tali caratteristiche possano riuscire a sconfiggere il cancro? |