|
||
|
||
|
||
Il duplice assassinio di
Novi Ligure ad opera di due minorenni, Erika e Omar, ha permesso
ai cosidetti mass-media di creare un caso giornalistico ancor
prima che umano. Il susseguirsi di notizie e particolari ha seguito
un cammino talmente concitato da non permettere nel giro di pochi
giorni di mantenere una memoria chiara e acritica del fatto.
Inizialmente si era unanimamente pensato alla "solita" rapina ad opera di non meglio identificati extracomunitari, poi la svolta nelle indagini: si è trattato di un omicidio casalingo, maturato all'interno di due adolescenze. Dopo aver rimpastato il lettore o il telespettatore di particolari, confermati o meno, sull'accaduto, si è difesa ad oltranza l'ingenuità di Erika e Omar. Emblematico in merito è stato il servizio di Studio Aperto intitolato 'Erika e le altre'. Sostanzialmente si è andata a comparare la vita, gli hobbies, le crisi di un'omicida, o presunta tale, con la vita, gli hobbies, le crisi della massa di adolescenti. Non solo si sono fatte ipotesi sulla personalità di Erika, ma si è anche generalizzato in merito ai gusti e alle volontà degli adolescenti. Nel giro di pochi giorni si è compatita, demonizzata e santificata una vicenda a dir poco famigliare. Sappiamo che un fratello è stato ucciso assordando i suoi urli con la musica a tutto volume, intuiamo i ricatti morali reciproci che tra i due presunti omicidi ci sono stati, percepiano l'assurdità di una vicenda che alcuni temono possa dar spazio allo spirito di emulazione. Il perdono non è stato ancora menzionato ma è sottointeso, dato che comunque alle persone degli assassini, più che all'aspetto legale, viene dato spazio. Manca ancora la fase dell'attribuizione delle colpe. Si parlerà della scuola, della cultura televisiva. Quello che non è ancora stato trattato e che sovente viene offuscato dal perdono è il posto che in questi casi bisogna lasciare alla responsabilità individuale. Al di là dei risvolti giuridici, al di là dell'età dei protagonisti, al di là di un'eventuale riconoscimento dell'infermità mentale, che posto trova in questa vicenda la volontà di Erika e Omar? Sia essa volontà di uccidere, volontà di farla franca od altro. È facile parlare di assenza di valori in simili casi, ma una carenza così drammatica risulta agevolmente collegabile con il mancato riconoscimento di responsabilità o volontà al soggetto che agisce. La libertà non è solo mancanza di freni nell'agire, ma anche consapevolezza delle conseguenze di questo. Non per questo sembra giustificata la sedia elettrica o misure penitenziarie estreme. Si vuole solo portare l'attenzione su certi aspetti dell'educazione. Educazione che non perviene solo dall'esterno delle mura famigliari. La TV offre, la scuola integra, gli amici propongono, la famiglia seleziona, ma l'individuo decide. |