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Sono costretto ad iniziare
con una premessa, per quanto sia un artifizio piuttosto scontato
nella maggioranza dei casi. Quanto mi accingo a scrivere potrebbe,
in sostanza, dettato dalla mia ignoranza in materia. Ignoranza
alla quale ho cercato di sopperire, senza risultati soddisfacenti.
Di come abbia cercato di farlo, parleremo in seguito. Alcuni
anni fa fu varata la legge Mammì. Tra gli svariati articoli,
ve ne compariva uno che vietava, in sostanza, le pubblicità
di qualsiasi natura durante la trasmissione di
cartoni animati. Questa è la domanda che ci si pone: ma
detta legge è stata abrogata o modificata? Il dubbio sorge
guardando le reti Mediaset: le interruzioni ci sono, eccome!
A prescindere dal fastidio intrinseco della troppa pubblicità,
c’è da notificare che le altre emittenti, anche quelle
locali, sembrano attenersi ancora alle disposizioni della misteriosa
legge.
Altro particolare: quando ancora non esisteva MTV Italia, i cartoni
animati venivano inframmezzati, spesso e volentieri, dagli spot.
Fatto che non si è più verificato da quando invece
MTV ha aperto i battenti della sede milanese, evidentemente uniformandosi
alla legislatura italiana in merito. Ho chiesto spiegazioni alla
gente “normale”, e di risposte certe non ne ho
ricevuta alcuna. Ho quindi spedito varie mail all’autorità
preposta (www.agcom.it). E ne sto ancora spedendo… Evidentemente
non mi ritengono degno di una loro risposta. La situazione è
chiarissima: ancora una volta il cittadino italiano è
lasciato in balia dell’inefficienza e dell’indeterminazione.
Ho il diritto di chiedere informazioni e loro hanno il dovere
morale di soddisfarmi: il rapporto tra cittadino e stato dovrebbe
essere ben più diretto, adeguato e paritario. E se davvero
fosse vietata la pubblicità in tali condizioni? E se alla
Mediaset avessero trovato un escamotage? Se le mie supposizioni
si rivelassero vere, potrei rapidamente giungere alla conclusione
che di leggi infrante in circolazione ve ne siano parecchie,
col beneplacito di coloro che dovrebbero controllarle. Una, forse,
ridicola considerazione finale: la legge non ammette ignoranza,
ma la promuove.
Lkl Skywalka
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