|
||
|
||
|
||
Fino a quando, dunque, Maurizio
Costanzo, continuerai ad abusare della nostra pazienza? Fino
a quando ancora saremo costretti ad osservarti danzare, manipolatore
del consenso, sulle assi della tua indegna nave dell'ascolto?
Fino a quando ti permetteremo di mettere così tanto alla
prova la nostra intelligenza e il nostro buon gusto senza per
questo giustamente indignarci, senza per questo puntarti il dito
contro, con fare accusatorio, trascinandoti davanti alla miseria
del tuo modo di fare informazione? Abbiamo tutti assistito alla puntata del tuo spettacolo del ventiquattro gennaio, e di fronte al temperato sdegno, alla sprezzata e nazional popolare indignazione, tua e così anche della signora Poggi, di fronte alle disavventure di un indigente cittadino di una piccola frazione di Caiazzo, costretto a vivere in condizioni di miseria estrema, condizioni meschine, certo, ci siamo sorpresi nuovamente, e oltremodo adirati, meretrice dell'ascolto, nell'assistere alle tue invettive contro il sindaco di quello stesso paese, Nicola Sorbo, reo di non essere per nulla intervenuto a sostegno di quell'uomo e della sua insostenibile situazione, creando con lui un esempio popolare, nel quale la platea e il pubblico che ti assiste da casa avrebbero potuto facilmente indignarsi. Ah, accordatore d'uomini di dubbia fama; forse che i tuoi autori ti hanno informato male sulla situazione alle spalle di quell'uomo? Forse che hai affrontato in buona fede la situazione indignandoti solo grazie al tuo senso civico e civile? Se così fosse, saresti senza dubbio innocente e animato solo da buone intenzioni; ma così non credo che siano andate le cose. Credo piuttosto che, come in molti altri casi, tu fossi perfettamente a conoscenza della situazione e altrettanto perfettamente fossi consapevole del fatto che, nuovamente, un'indignazione ad arte su questo caso altro non avrebbe potuto portarti se non onori e consenso. Dunque hai impiegato tempo ed energia nel denigrare un uomo ed una amministrazione, nella persona del sindaco di Caiazzo, paese relativamente piccolo, conscio che il tuo potere è indubbiamente più forte del suo, conscio che il tuo pubblico ti avrebbe sostenuto; certo è bello battersi se la vittoria è certa, e certo quel pover uomo, strumento nelle tue abili mani, altro non avrebbe potuto fare se non muovere pietà nei cuori delle persone. Hai commesso però degli errori; già il sindaco aveva mandato un assistente sociale a interessarsi del caso ed a offrire un pensionato a quel misero indigente; e così la tua sicurezza barcollava, mentre sulla scia dell'indignazione la signora Poggi cercava di appigliarsi al buon nome delle radici di una persona e di come sarebbe stato ingiusto strappagliele dalle mani; ma cosa pretende che faccia un'amministrazione comunale? Con tutto il rispetto e la dignità dovuta alla povertà e a tristi situazioni come questa, cosa esigete tu e la signora Poggi? Forse che i comuni si sobbarchino il ripristino di ogni tragica situazione nel loro territorio, di ogni abitante costretto, purtroppo, a vivere in condizioni triste, che ricostruiscano e rimodernino ogni casa popolare nelle quali le condizioni di vita sono se non altrettanto almeno abbastanza simili? Come diversamente avrebbe dovuto comportarsi il sindaco di quella modesta cittadinanza? Ti invito, dunque, confidando totalmente in un mio giudizio sbagliato e nella tua sana buona fede, a chiamare il sindaco Albertini, personaggio di potere e prestigio, sindaco di una grande città come Milano, dopo aver invitato in trasmissione un vagabondo, un barbone della città della madonnina; e ti invito ad accusarlo, a chiedergli giustificazioni, a fare, come tu dici, i nomi ed i cognomi, buttandogli in faccia quella situazione triste e commovente, e chiedendogli spiegazioni sul perché quel poveraccio è costretto a vivere al freddo e senza una casa, facendogli promettere in diretta di costruirne una per lui, completa di letti in seta e cani per tenere compagnia; questo è il mio invito. Ti considero una persona intelligente e astuta, e per questo so che non lo farai mai, perché so che è impossibile eliminare la povertà in questa nostra patria; ma allora più che offrire un tetto ed un vitto in un pensionato, cosa avrebbe dovuto fare il sindaco di Caiazzo? Rimodernare con la cassa comunale la casa di quel pover uomo in modo che somigliasse ad una novella Versailles? Hai commesso un altro errore quando hai cercato di insinuare che i soldi, una ventina di milioni, spesi per un gemellaggio di Caiazzo con la città tedesca di Ochtendung erano soldi indirizzati male e che un tetto per gli indigenti e la dignità che tutti meritano meritavano una posizione primaria nelle uscite della cassa comunale; ma hai trovato una risposta ancora, incredibile ma vero, più nazional popolare del tuo consueto modo d'agire, e cioè che quel gemellaggio era stato fatto per ricordare delle vittime della Guerra e per mantenere la loro memoria; hai addirittura subito lo smacco di veder applaudire il sindaco di quel paese, colui che cercavi di mettere alla berlina per i tuoi personali benefici. Certo non sono un maestro dell'indignazione quale tu sei, ma spero che questi miei pensieri servano perlomeno come monito; fate attenzione agli ottimi baccellieri dello scandalo, dello sdegno, ed ai maestri del nazional popolarismo; bisogna, piuttosto, insegnare ai nostri figli a non covare pregiudizi e ad ascoltare diverse campane prima di farsi un'idea. E certo in questo senso, lo spettacolo tuo, Costanzo, non è la scuola migliore. |