ATTUALITA' - SOCIALE

CHI CI GUADAGNO CON IL PROIBIZIONISMO?

di Marco Comandè (24/11/2000)

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Col proibizionismo ci guadagnano in tanti: lo spacciatore, che può vendere la droga senza fare concorrenza leale e pertanto fissare i prezzi che vuole, il crimine che può reclutare manovalanza tra i drogati e costringerli a chissà quali azioni illegali (è nota la vicenda dei drogati che diventano spacciatori per procurarsi una piccola dose), i produttori di droga che possono venderla senza passare per i controlli dello stato, i doganieri che ricevono le tangenti per far finta di niente. E i danni sono notevoli: le droghe vendute illecitamente hanno una qualità molto bassa, a volte si rivelano anche tossiche (sono note le vicende di drogati morti per aver ingerito gesso insieme alla cocaina in polvere), costringe i drogati a spaccio, furto, rapina, scippi, omicidi in famiglia, per procurarsi i pochi soldi che basteranno per una dose minima (perchè i prezzi crescono molto più dell'inflazione), induce lo Stato ad aumentare le spese per la sicurezza (addebbitandole alla cittadinanza) e a sacrificare altri filoni dell'azione penale che meriterebbero molta attenzione (come i furti di auto o l'abusivismo), farebbero vittime non solo tra i drogati, ma anche tra gli spacciatori che sgarrano, i poliziotti che svolgono il loro mestiere, i magistrati, le famiglie che cercano di opporsi a che i figli si droghino... Insomma, per salvare una vittima già predestinata a morire si vuole far morire 5 persone!