ATTUALITA' - CRONACA

PROFESSO'

di Marcello Mormone (8/8/2000)

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Mi rivolgo a Lei, Professo'. Umilmente, certo, sicuramente non all'altezza del De Filippo di "Questi fantasmi", ma a Lei.
Perché anche Lui si rivolgeva a Lei, come alla sua coscienza, perché non aveva la forza di gridare al mondo intero le sue paure, la sua vigliaccheria.
E lo faccio perché anch'io non ho la forza di gridare, non riesco a farmi sentire.
Nella notte tra giovedì 20 e venerdi 21 luglio, un poliziotto ha ucciso un diciassettenne ad Agnano, un quartiere di Napoli, perché tentava di sfuggire ad un posto di blocco, ufficialmente perché sul motorino senza casco.
Nei giorni successivi si sono verificati episodi di intolleranza verso la Polizia napoletana che sanno di provocazione: gli amici dell'ucciso che provocano i poliziotti e i Carabinieri: SPARATE ANCHE A NOI! I giornalisti (quelli professionisti, non quelli principianti) che provocano le persone intervistate, i telegiornali che danno risalto a questa notizia, come se fosse più importante degli incontri di Camp David per la pace in Medioriente di quei giorni. E il risultato è stato che alcuni poliziotti sono stati assaliti dalla folla mentre inseguivano noti spacciatori per le vie del centro. E allora, Professò, vorrei gridare
Ai napoletani: ATTENTI! Perché state rischiando di delegittimare le istituzioni e di affermare la presenza della criminalità. Perché se è pur vero che questo episodio deprecabile è da imputarsi ad un poliziotto che avrebbe dovuto trovarsi in ufficio e non in prima linea, è anche vero che l'intero Corpo di Polizia napoletano è l'ultimo baluardo della Napoli viva e vera contro la criminalità organizzata e non, che invade la città come un tumore che non perdona.
Ai poliziotti napoletani: E' vero, vi sentite delegittimati, e avete ragione. E' la stessa massa di persone che ho appena definito tumore, che sta strumentalizzando l'episodio. Sappiate che la stessa Napoli, viva e vera, vi aspetta, ancora in prima linea, per difendere quel sottile filo che ancora separa i giusti valori dalla cultura della violenza, del sopraffazionismo.
Alle vedove dei poliziotti caduti in servizio: Avete sofferto, soffrite e soffrirete in silenzio, ma ci sarà sempre la Napoli, viva e vera, che penserà a Voi, che avrà fiducia nei colleghi dei vostri compianti.
Agli abitanti di Agnano: che chi non è d'accordo con quanto dico è contro la legalità, contro i valori ed è amico della criminalità.

Ho paura Professò! Ho paura per la mia Napoli, viva e vera.