Mi rivolgo
a Lei, Professo'. Umilmente, certo, sicuramente non all'altezza
del De Filippo di "Questi fantasmi", ma a Lei.
Perché anche Lui si rivolgeva a Lei, come alla sua coscienza,
perché non aveva la forza di gridare al mondo intero le
sue paure, la sua vigliaccheria.
E lo faccio perché anch'io non ho la forza di gridare,
non riesco a farmi sentire.
Nella notte tra giovedì 20 e venerdi 21 luglio, un poliziotto
ha ucciso un diciassettenne ad Agnano, un quartiere di Napoli,
perché tentava di sfuggire ad un posto di blocco, ufficialmente
perché sul motorino senza casco.
Nei giorni successivi si sono verificati episodi di intolleranza
verso la Polizia napoletana che sanno di provocazione: gli amici
dell'ucciso che provocano i poliziotti e i Carabinieri: SPARATE
ANCHE A NOI! I giornalisti (quelli professionisti, non quelli
principianti) che provocano le persone intervistate, i telegiornali
che danno risalto a questa notizia, come se fosse più
importante degli incontri di Camp David per la pace in Medioriente
di quei giorni. E il risultato è stato che alcuni poliziotti
sono stati assaliti dalla folla mentre inseguivano noti spacciatori
per le vie del centro. E allora, Professò, vorrei gridare
Ai napoletani: ATTENTI! Perché state rischiando di delegittimare
le istituzioni e di affermare la presenza della criminalità.
Perché se è pur vero che questo episodio deprecabile
è da imputarsi ad un poliziotto che avrebbe dovuto trovarsi
in ufficio e non in prima linea, è anche vero che l'intero
Corpo di Polizia napoletano è l'ultimo baluardo della
Napoli viva e vera contro la criminalità organizzata e
non, che invade la città come un tumore che non perdona.
Ai poliziotti napoletani: E' vero, vi sentite delegittimati,
e avete ragione. E' la stessa massa di persone che ho appena
definito tumore, che sta strumentalizzando l'episodio. Sappiate
che la stessa Napoli, viva e vera, vi aspetta, ancora in prima
linea, per difendere quel sottile filo che ancora separa i giusti
valori dalla cultura della violenza, del sopraffazionismo.
Alle vedove dei poliziotti caduti in servizio: Avete sofferto,
soffrite e soffrirete in silenzio, ma ci sarà sempre la
Napoli, viva e vera, che penserà a Voi, che avrà
fiducia nei colleghi dei vostri compianti.
Agli abitanti di Agnano: che chi non è d'accordo con quanto
dico è contro la legalità, contro i valori ed è
amico della criminalità.
Ho paura
Professò! Ho paura per la mia Napoli, viva e vera. |