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Ma la Stampa crea e forma
l'opinione pubblica o si limita a rappresentarla oggettivamente?
Bismark sosteneva che la Stampa non è l'opinione pubblica.
Troppo spesso esse divergono. Anche Napoleone riteneva che la
Stampa portasse avanti le opinioni proprie più che quelle
della gente. Infatti, l'Imperatore affermava "temo più
tre giornali di centomila baionette". Ancor più chiaramente Balzac affermò che la Stampa, come la donna, è ammirevole e sublime quando sostiene una bugia, "non vi molla finchè non vi ha costretto a crederci, e mette in opera le più grandi qualità in questa lotta, in cui il pubblico, stupido come il marito, soccombe sempre". Addirittura Joseph Roth vide nelle bobine della carta da giornali dei pericolosi animali d'assalto. Ma ci chiediamo: assalto contro chi? Ad esempio, nel caso delle gemelline siamesi a Palermo, il prof. Marcelletti ha strumentalizzato la stampa e la televisione o ne è stato vittima ? E il rapporto di amore odio con la politica com'è giudicato dai giornalisti da un lato e dai cittadini-lettori dall'altro? E' vero che i giornalisti spesso si trovano di fronte all'imbarazzante situazione di dover difendere la verità di un'intervista di fronte alle "autorevoli" smemtite del politico? Questa professione quant'è subalterna a interessi economici e cedevole alle passioni politiche ? O è più cedevole ai contributi statali ? Quanto conta che i gornali appartengano a gruppi industriali e non a editori puri? Si vorrebbe aprire un forum in proposito perché la gente non vuole solo leggere le notizie e i commenti, ma vuole anche sapere qual è il pulpito dal quale viene la predica. Ha la stampa il coraggio di fare con chiarezza questa pubblica introspezione? Cordialmente. Giglio ROSSI 0338.8178129 |