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Potevano stupirci con effetti
speciali, ma questa non è fantascienza. Arrivati ormai nel fatidico III millennio, potevamo aspettarci di tutto: essere sterminati da insettoni giganteschi di origine spaziale, vedere le case e le città ridotte a mucchietti di cenere da redivivi draghi piuttosto incazzati per essere rimasti tanto tempo nell'oblio; essere conquistati da ET, ma nessuno poteva aspettarsi che il vero pericolo si celasse proprio qui, vicino a noi, nelle vesti del più improbabile nemico. E invece ecco la novità: la vera minaccia per l'umanità viene proprio dal piccolo, deriso, amico pollo, figlio di quella gallina che, si sa, non è un animale intelligente. Chi l'avrebbe mai detto, che lo svolazzante pennuto, compagno di tante cene, sarebbe stato una minaccia mondiale al pari dello sceicco Bin Laden. Come avrà fatto il piccolo pollo a diventare tanto temibile? Deve aver tramato nell'ombra il pollastro, là dove notoriamente tramano i sovversivi, e poi, ha sferrato l'attacco, ha lanciato i suoi subdoli batteri, deciso a vendicare tanti suoi compagni morti, decimando il genere umano con un'influenza. Dopo lo sceicco del terrore, adesso è il momento della cotoletta del terrore; secondo gli esperti l'influenza dei polli , se non fermata in tempo si potrebbe trasmettere all'uomo causando una pandemia che creerebbe diverse decine di migliaia di vittime in tutto il mondo. Occorre agire in tempo, è il verdetto dell'OMS Agire in tempo si, ma come. Come si può agire contro questo nemico. Siamo abituati a vederlo adagiato in una pirofila con contorno di patatine; impanato e croccante con una fettina di limone; vicino agli ammalati, offrendo una parte di se per un leggero brodino; persino l'America gli ha aperto le porte degli States dandogli un posto all'interno del menù McDonald. Adesso cosa sarà delle nostre certezze. Forse dopo enduring freedom scatterà l'operazione chicken died; l'Onu contro il pennuto, migliaia di soldati , americani per lo più, pronti a sterminare il nemico, a cercarlo nelle aie, nei cortili e negli allevamenti di mezzo mondo per poi tirargli il collo mettendo fine all'incubo. Insomma uno smacco per i militari, proprio loro, gli odierni supereroi, gli sceriffi del pianeta, abituati a girare armati fino ai denti, capaci di tenere a bada intere armate, costretti a battersi nel fango inseguendo il razzolante uccello. Da parte sua il nemico si sta organizzando per l'attacco; nei paesi orientali già centinaia di piccoli polli si sono sacrificati per la causa, kamikaze del popolo degli uccelli che sono li, stecchiti, zampette all'aria, morti per la causa. Contro questo piccolo ribelle, forse non saranno necessari grandi eserciti, forse basterà un piccolo anonimo ricercatore, il tipico occhialuto brufoloso, il primo della classe, uno di quelli che sta rinchiuso nel suo laboratorio tra cavie e provette fin dal giorno della laurea; forse proprio a lui il compito di salvare l'umanità, di trovare la cura, il vaccino per evitare che il nemico riesca a decimare la popolazione mondiale. Nel frattempo, nell'attesa degli sviluppi di questa strana vicenda, noi non possiamo far altro che aspettare, fiduciosi nelle forze del bene, e guardare con sospetto il portatore di questa nuova strana minaccia, passargli vicino con attenzione quando lo incontriamo rinchiuso in un un sacchetto di plastica nello scomparto frigo del supermercato, chiedendoci come a fatto proprio lui, questo piccolo, stupido e pure strabico animaletto a diventare tanto importante da guadagnarsi persino le prime pagine delle testate giornalistiche più importanti. Ma in fin dei conti abbiamo passato il pollo con la diossina e conviviamo con la mucca pazza, che sarà mai un pollo con il raffreddore . |