MUSICA & SPETTACOLI

CARO NAPSTER ADDIO:

" SE I NOSTRI CANTANTI CANTASSERO DI PIU' "

di Carlo Piras (25/2/2001)

Commenta l'articolo


Cari internauti, ora non ci resta che accendere il nostro caro PC, connettersi col bravo Napster, contemplarne i suoi magici tratti grafici, commuoversi al ricordo dei tanti mp3 passati, e "scaricare" l'ultimo Requiem inviando il fedele Find come un messo omerico.
……..Lacrimevole, quasi metafisico: come i fiocchi di neve.
Sarà davvero così solenne l'ultimo sofferto addio a Napster, il fantastico programma - molto acclamato e poco mostrato - che ci consente di scaricare gratuitamente gli mp3 dalla rete?
A quanto pare la Corte d'Appello Federale di San Francisco si dice irremovibile sulla questione giudiziaria che vede coinvolta la società di Redwood City da parte delle maggiori Case discografiche internazionali, quali la Vivendi Universal's Universal Music, Sony Music, Emi e Warner.
I "Major" della discografia mondiale reclamano la tutela dei diritti d'autore, ritenendo intollerabili le modalità di distribuzione del "diabolico" Napster. Fondano le loro tesi di accusa su un'improbabile sentimento di mecenatismo espresso con audaci voli pindarici di solidarietà artistica fino all'inverosimile. A quanto pare anche i temibili Hackers hanno preso le difese del servizio musicale online che rischia la chiusura, sfregiando più di 50 siti web statunitensi a suon di bugs ancora estranei al sistema operativo Windows. A casa nostra, la nuova Facoltà di Scienze della Comunicazione de La Sapienza di Roma, ha affrontato il tema "La battaglia per il diritto d'Autore: Napster e dintorni" a tutela delle opere nate online. Il dilemma del fenomeno Napster ha portato gli ambienti accademici ad esprimere un no di fatto nel perseguire i realizzatori di software che, di per sé, non rasenterebbero alcuna lucrosa attività. Certo il punto fermo è stato l'auspicio di nuove regole e nuove legislazioni in materia di tecnologia informatica. Carlo Massarini, autore di Mediamente, sostiene che potrebbero aprirsi scenari di "open source" simili a quelli avviati da Linux - il linguaggio operativo alternativo a Widows di Microsoft - di cui non vengono resi pubblici i contenuti e che si aggiorna con il contributo degli stessi utenti: insomma un sessantotto telematico. In Italia sono tutti favorevoli a nuove regole e nuove legislazioni in materia di distribuzione musicale, a cominciare dai costi elevati di un comune CD, che spinge all'elusione dei vincoli imposti dalle case discografiche. Non vi è alcuna differenza sulla qualità di registrazione, tra un supporto magnetico originale ed uno "pirata", oltre a quella del prezzo di vendita. Anche sui cantanti nazionali ci sarebbe da ridire, spesso adagiati sugli allori dei successi stagionali e riluttanti ad esibirsi dal vivo, se non nei grandi stadi od in palcoscenici di riconosciuta fama. Negli Stati Uniti ed in Inghilterra non è cosa rara avere la gradita sorpresa di incontrare stelle della pop music suonare all'interno di comuni Pub o Discoteche, attorniate dall'intima atmosfera del calore umano. Al che c'è da ritenere che i nostri cantanti sarebbero più propensi a ricevere un mercenario assegno Siae, piuttosto che concedersi alle apparizioni pubbliche per i loro fans ?….E' una semplice considerazione in virtù della proposta di voler immettere nella rete un Napster a pagamento. E' legittimo che i cantanti non debbano vivere di solo pane e musica all'insegna di un idealismo culturale, ma è altrettanto evidente che nel nostro paese, solamente alcuni cantanti che attraversano momenti di crepuscolare popolarità, sono costretti a calpestare modesti palcoscenici. Napster è solo un libero strumento che ci permette di scambiare Musica: quella Universale. Libera come il mare e colonna sonora della vita.

Carlo Piras
Livorno, Febbraio 2001