INTERVISTA A CURA DI
ARTHUR P-D-J-48 PENNARELLI
ARTHUR: cosa pensa, Sig.
Tasselli, delle generazioni moderne? Quale ritiene che sia il
rapporto tra genitore e figlio? E lei, come si relazionerebbe,
in base al concetto di "gap generazionale"?
TASSELLI: Sostengo la
generazione giovanile odierna sia una "generazione NULLA
e FONDATA sul nulla": essa ci appare vuota, incolore, dominata
dalla depressione, i giovani si rivelano essere PSEUDO-giovani,
piu' che mai intenti nel perseguire ideali "di plastica",
anziche' perseverare nella ricerca all'interno di se stessi.
Una generazione di ragazzini senza arte ne' parte, estremamente
viziata, paurosamente incline a non distinguersi in nessun campo,
segregata nelle proprie auto-convinzioni di esasperante edonismo.
Il 20enne medio e' un ibrido senza colore e senza sapore, maniacalmente
sopraffatto dal desiderio di immagine, impotente davanti al concetto
di originalita', in quanto quest'ultimo termine del tutto estraneo
ad ogni vocabolario giovanile che "si rispetti". E,
ancor piu' grave, sembra non sussistere piu' una linea di demarcazione,
fondata sul rispetto e senso di eta', che si pone tra il giovane
e l'adulto molto piu' navigato ed equilibrato.
Sembra che il genitore medio sia cronicamente incapace di "leggere"
all'interno della mente del proprio figlio, provocando, a sua
insaputa, un vorticoso, delittuoso percorso a spirale dai risvolti
autodistruttivi nella maggior parte dei casi irrecuperabile,
irreversibile. Vi sono, all'interno della societa' moderna, troppi
ruoli invertiti, troppi compromessi, sentimenti rarefatti, convinzioni
che diventano non-convinzioni; il rispetto viene paurosamente
"rovesciato" e convertito in cronica intolleranza;
l'amore diviene un sentimento irrazionale, dominato e condotto
da menti irrazionali; anziche' cercare il vero significato, la
vera etimologia del termine "amare" il ventenne stolto
di turno si diletta nei suoi due "nuovi sports", gli
unici che probabilmente conosce: stupro ed ultra-violenza (il
rimando al capolavoro futurista ARANCIA MECCANICA di Stanley
Kubrick non puo' che venire automatico, e si trattava del 1971...).
Il genitore vive con i figli un rapporto di "falsa complicita'":
si e' creato un tale "gap" generazionale tale da favorire
il cosiddetto "punto di non-ritorno", e si avra' come
conseguenza il trionfo dell'ANTI-COMUNICAZIONE piu' totale, universale
che si possa immaginare.
I genitori pretendono di sapere tutto sui propri figli, ma alla
fine non sanno niente, oppure capita che vengano impietosamente
anticipati dalla televisione, mezzo sempre piu' demoniaco, pedissequamente
intenta a divorare come "fauci" del mostro piu' abominevole
che si possa immaginare lo spettatore di turno; essa, tramite
il cosiddetto "potere mediatico" vuol (e, ancora piu'
grave, RIESCE) a soggiogare le menti altrui senza fornire dettagli
che potrebbero rivelarsi determinanti al fine di rendere piu'
comprensibili e meno criptici gli assurdi drammi che si consumanto
almeno una volta al mese: cosi' facendo, al telemaniaco di turno
non viene data alcuna possibilita' di approfondire adeguatamente
l'accaduto o perlomeno di arrivare a determinare la "radice"
di un delitto rimasto irrisolto o semplicemente archiviato con
eccessiva fretta.
Un padre od una madre non occuperanno piu' un ruolo di particolare
rilevanza all'interno del combo familiare: proporzionalmente,
piu' loro divengono patetici e pervasi da un assurdo bisogno
di insegnamento, piu' il figlio scorgera' in loro un pericoloso
nemico per colpa del quale i suoi piani di fuga (o di scellerato
egoismo e/o sindrome di onnipotenza giovanile) possono, irrimediabilmente,
venire compromessi.
Per quel che mi concerne, per me non e' mai sussistito un "gap
generazionale": intendo dire: una volta appurato che fra
me ed i miei (invadenti, ossessivi) genitori non poteva crearsi
NESSUN tipo di legame, ne' affettivo, ne' tantomeno "di
complicita'", ho cominciato, assiduamente e con grande coraggio,
a cercare una mia personalissima identita', che col tempo (e
non senza gravi crisi e momenti di apparentemente irreversibile
negativita') e' venuta fuori.
Si e' trattato di una crescita graduale, con numerosi intoppi
e falsi percorsi, ma anche caratterizzata da scoperte affascinanti
ed ingressi in nuove realta' all'interno delle quali non avrei
pensato di imbattermi.
ARTHUR: si potrebbe approfondire
la questione?...
TASSELLI: ...lei ha toccato
un tasto dolente, sebbene con genuina inconsapevolezza, nell'usare
il termine "approfondire"... Perche' proprio nel giovane
di oggi manca del tutto questo concetto, il voler "approfondire"
la propria persona, arrivare a decifrare compiutamente pregi
e limiti, imparare, a poco a poco, sacrificio dopo sacrificio,
a livellare il proprio ego, al fine di completare un processo
di maturazione che non puo' che rendere l'uomo ancor piu' forte
di prima, senz'altro non piu' dominato, vinto dalle futilita'
di cui spesso e volentieri egli si fa carico.
ARTHUR: ...lei recentemente
si e' professato "nemico della istituzione-matrimonio"...
Si potrebbe, come dire... approfondire anche questa, di questione?...
Sia piu' chiaro e mi dica apertamente le sue attuali convinzioni
riguardo il concetto di matrimonio.
TASSELLI: io vedo e continuo
a vedere il matrimonio come ad un'istituzione "barocca",
nel senso piu' negativo del termine, obsoleto, quindi: si ha
sempre piu' l'impressione le giovani coppie ... ehmmm... moderne
improntino i propri pensieri verso il matrimonio senza sapere
esattamente a cosa vanno incontro, per quale dannato motivo si
vogliano scontrare con il concetto di "istituzione inamovibilmente
sacra", alias: non c'e' piu' distinzione fra utile e futile,
il che puo' voler dire: equivalente a: esistenza (f)utile...
non so se ho reso l'idea, suppongo di si, in fin dei conti...
Il matrimonio e' definitivamente fallito nelle sue modalita'
e significato moral-religioso, proprio perche' esso viene concepito
quasi come una "formane d'hobby", anziche' voler cercare
di carpirne l'esatta funzionalita'.
ARTHUR: E che mi dice
invece del concetto di "sacrificio"...? Come si relazionerebbe
lei verso questo oramai caduto in disuso valore?...
TASSELLI: (AHAHAHAH....)...
Rido quando certi baldi giovanotti si divertono ad affermare
che e' stato meglio, dopo tutto, se i genitori ci hanno risparmiato
quelle stesse sofferenze che loro hanno dovuto affrontare e poi
superare in prima persona, in buona parte dei casi non senza
aver riportato cicatrici profonde, alcune delle quali mai completamente
riemarginate, e non mi riferisco certo a ferite di carattere
meramente fisico, bensi' e soprattutto a quelle sofferenze che
sono andate ad incidere nel mai troppo stabile sistema nervoso
umano.
Tale "incomprensione" da parte della odierna figura
di genitore equivale ad una spiacevole malinterpretazione della
vita, una vita che noi "sciagurati, irresponsabili figli"
non ci siamo mai giocati fino in fondo... (acido, demoralizzante
eufemismo avente significato di "non siamo mai stati capaci
di rischiare... noi, vigliacchi ignavi codardi del nostro tempo...
siamo NOI i veri infami, non i criminali o gli stupratori...")
...le eccezioni, comunque, sono ben accette... E' inutile, siamo
un
ammasso di "MAMMONI-PECORONI", tendenti a seguire il
branco anziche' sviluppare una propria ideologia di pensiero,
su questo non transigo!... Io ho sempre odiato seguire la massa
non perche' mi faceva comodo non seguirla, ma perche' in essa
non ho mai trovato un valido motivo od un ideale che abbia saputo
spronarmi ad affrontare nuovi percorsi e nuove metodologie di
pensiero. Tornando al concetto di "genitori": essi
hanno imparato a soffrire e, per naturale conseguenza, imparato
anche a saper affrontare con dignita' e perseveranza le difficolta'
insite in una esistenza non troppo felice ed agiata, colma di
incognite ed insicurezze; inconsapevolmente, pero', hanno, allo
stesso tempo, commesso un imperdonabile crimine di portata universale:
non sono stati capaci di insegnarci che cosa soffrire significasse,
e, le disastrose conseguenze che ne sono derivate in questi ultimi
trent'anni sono piu' che mai visibili, oggi. Anche in questo
caso, il famigerato, temutissimo "punto-di-non-ritorno"
e' stato sancito definitivamente. Questo testo è depositato presso
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