ATTUALITA' - IMMIGRAZIONE

IMMIGRAZIONE: APPROFONDIMENTI

di Donato Notonica (3/11/2000)

Commenta l'articolo


Il fenomeno dell'immigrazione, e le problematiche ad esso connesse, non possono non trovare in un momento storico come quello che stiamo attraversando, ampi risalti e tematizzazione sui media.
Ciascuno, dunque, ha diritto a dire la sua: la chiesa, storicamente, anche se non sempre opportunamente, su tutti.
E' pacifico anche per chi scrive che l'immigrazione non è sinonimo di criminalità organizzata. Lo Stato, ha però dovuto fronteggiare negli ultimi anni un'emergenza cui era storicamente meno abituato rispetto ad altre potenze occidentali appartenenti all'U.E.
In tal senso, ha posto rimedio con un testo di legge di iniziativa governativa (la L. 40 del 6 marzo 1998), che è, in effetti, all'avanguardia in ambito Comunitario, poichè tiene pienamente conto degli accordi internazionali che regolano le procedure d'ingresso di cittadini non appartenenti all'U.E. nel territorio dell'Unione (Accordo di Shengen, Trattato di Amsterdam).
L'ingresso, anche a seguito della sottoscrizione di accordi tra l'Italia ed alcuni Stati extra CEE, è ora sufficientemente regolato.
I Centri di Accoglienza e Permanenza Temporanea hanno operato anche al di sopra delle loro possibilità, ottenendo significativi risultati. Sono d'accordo sul fatto che la Caritas non può occuparsi dell'accoglienza di tutti gli stranieri; non può e non dovrebbe, in quanto nessuna organizzazione è in grado di gestire l'accoglienza di flussi così consistenti, ma, soprattutto, non è detto che possa farlo con la medesima efficienza in tutto il territorio dello Stato. L'intervento del volontariato e delle ONLUS, in affiancamento alle sezioni territoriali della Caritas, è altamente strategico, in quanto garantirebbe la copertura del territorio e la fornitura di tutti i servizi previsti dalla normativa vigente. La riforma del c.d. "Terzo Settore" è volta infatti a garantire l'espletamento dei servizi alla persona non da parte dello Stato, che non può possedere i mezzi ed il personale qualificato per tutte le esigenze, ma, appunto, dalle ONLUS, che hanno una conoscenza diretta del fenomeno e del territorio di riferimento.
L'aspetto inquietante è a mio avviso quello inerente la trasformazione dell'immigrato con permesso di soggiorno in clandestino. Oggi, in Italia, l'unico modo per ottenere un permesso di soggiorno è quello di richiedere Asilo (non a caso è l'unico aspetto di cui non si sia occupata la legge su citata). Salvo che l'istanza non sia manifestamente infondata (il che non si verifica molto spesso), al Richiedente Asilo viene rilasciato un permesso di soggiorno che è rinnovabile finchè l'istanza non viene accolta o rigettata. Purtroppo, però, i tempi di istruttoria variano da 12 a 16 mesi, durante i quali, salvo un breve periodo iniziale, il Richiedente (che ha quasi sempre una storia personale travagliatissima e dovrebbe essere, già per questo, meritevole della massima considerazione) non ha, praticamente, di che vivere, nè ha il diritto di lavorare per sostenersi. Migliaia di richiedenti, inevitabilmente, già dopo i primi mesi abbandonano il loro "progetto" di vita, cercano lavoro (in nero), si spostano dalla zona dove hanno presentato l'istanza, risultano irreperibili agli organismi preposti all'istruttoria della richiesta di Asilo, e la loro posizione viene stralciata: da quel momento, nuovi clandestini, anche se in partenza dotati dei migliori propositi.
Legiferare in tal senso, è dunque opportuno ed indifferibile al fine di arginare un fenomeno dalle proporzioni vastissime e con preoccupanti margini di ulteriore crescita.


Donato Notonica
e-mail:donatoag@libero.it