SALUTE

Spesso quelli che conosciamo sono solo alcuni dei danni che il fumo può provocare
I GRANDI RISCHI DEL FUMO DA SIGARETTA

di Annarita Zito (7/2/2004)

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Che il fumo faccia male si sa. E che, nonostante questo, si continui a fumare è, allo stesso modo, sotto gli occhi di tutti.
Che cosa si sa, solitamente, sui rischi del fumo? Che fumando un pacchetto al giorno moltiplica di 30 volte il rischio di contrarre il cancro, che più del 90% dei casi di cancro ai polmoni sono causati dal fumo, che il fumo nuoce più di tutte le altre sostanze cancerogene, che i fumatori vivono in media 10 anni in meno rispetto ai non fumatori; e, ancora, che il fumo danneggia il sistema nervoso centrale provocando la degenerazione delle cellule celebrali, che danneggia l'apparato circolatorio e può essere causa di infarto e arteriopatie, che danneggia l'apparato respiratorio provocando tosse, catarro, bronchite ed enfisema. Certo, è tutto vero. Ma ci sono aspetti ben più complessi che riguardano le problematiche legate ai danni provocati dal fumo da sigaretta, ed è utile parlarne.
Il fumo di tabacco contiene più di 4000 sostanze tossiche. Chi fuma un pacchetto al giorno assorbe in un anno l'equivalente di una tazza di catrame e in 20 anni 6 chilogrammi di particelle di polvere; nicotina, condensati (catrami o bituminosi), monossido di carbonio e certi gas irritanti (come ossidi d'azoto, formaldeide, acroleina, e altri ancora) sono gli agenti più nocivi nel fumo per la salute. Di tutte queste sostanze, una quarantina sono conosciute per essere cancerogene; senza contare il fatto che secondo gli esperti nel fumo del tabacco sono contenute altre 40.000 sostanze non identificate. Le sostanze respirate possono essere disintossicate dal fegato solo fino ad un certo punto: passano infatti facilmente nella circolazione sanguigna, a livello dei polmoni, per poi entrare nel cuore prima di essere distribuite in tutti gli organi, senza essere transitate attraverso il fegato. Questo spiega perché il fumo è causa di cancro a diversi organi.
La nicotina, responsabile della dipendenza fisica al fumo con azione stimolante, aumenta la frequenza cardiaca, restringe i vasi sanguigni e aumento la pressione arteriose; il catrame, che si forma quando il fumo si raffredda e condensa si raccoglie nei polmoni e può causare il cancro; il monossido di carbonio (gas rilasciato dai tabacco mentre brucia) si lega, nel sangue, ai globuli rossi al posto dell'ossigeno, con conseguente sofferenza dei cuore, dei vasi sanguigni e degli altri muscoli dell'organismo. La sigaretta contiene, inoltre, molti irritanti, veleni e combustibili, tra cui l'acetone, l'ammoniaca, la formaldeide, l'arsenico, metanolo, butano, DDT, piombo e acido solforico.
Oltre trent'anni fa fece la sua prima apparizione la sigaretta "leggera" ("light"), che ebbe subito un grande successo. Ma questo tipo di sigaretta non riduce i rischi in modo davvero significativo, anche perché il metodo adottato per determinare le quantità di nicotina e di catrame è artificiale e non si tiene conto di quello che potrebbe essere il reale comportamento del fumatore.
Per quanto concerne il fumo passivo, ovvero quello inalato involontariamente dai non-fumatori, la composizione non si differenza molto da quella del fumo inalato direttamente; anzi, spesso le quantità di sostanze tossiche che si liberano da una sigaretta nell'ambiente sono superiori a quelle inalate in modo diretto, e cioè fumando una sigaretta. Contrariamente a quanto si può pensare, non è la carta della sigaretta a determinare la tossicità del fumo: infatti il fumo dei sigari contiene all'incirca lo stesso numero di sostanze tossiche presenti nel fumo della sigaretta. Il fumo passivo sul posto di lavoro diminuisce di un quarto la durata media delle fasi prive di disturbi e prolunga del 15 % (in media) i periodi con disturbi alle vie respiratorie.
Uno dei rischi più pericolosi lo corrono le donne che fumano durante la gravidanza. Uno studio dell'Università di Firenze documenta infatti la possibilità che la morte improvvisa dei neonati entro il primo anno di vita possa essere dovuta all'effetto nocivo del fumo di sigaretta sul cuore del feto: l'esposizione prenatale al fumo di sigaretta influenza la maturazione del cuore del neonato, predisponendolo a un aumento del rischio di morte in culla. Sempre secondo questo studio, una concentrazione di monossido di carbonio pari a quella rilevabile nel sangue di un fumatore, superando la barriere placentare, arriva ad indurre livelli elevati di carbossiemoglobina nel feto: questo determina un insufficiente apporto di ossigeno al cuore fetale, provocando profonde alterazioni elettriche che si mantengono dopo la nascita e possono essere causa di improvvise aritmie mortali. Oltre al fatto che il fumo respirato da una donna incinta può avere come effetti anche il minor peso del nascituro e delle interferenze nocive sulla crescita ed il comportamento futuro di quest'ultimo. Nei bambini numerose malattie vengono aggravate dal fumo passivo: il rischio di bronchiti e polmoniti è più elevato; le otiti dell'orecchio medio possono essere più frequenti; la funzione polmonare viene disturbata e lo sviluppo dei polmoni rallentato.
I rischi sono anche per le donne fumatrici che usano la pillola: cancro alla cervice uterina, rischio aumentato d'infarto, osteoporosi, trombosi, diminuzione della fertilità. Oltre al fatto che il fumo da sigaretta limita sensi quali il gusto e l'olfatto, e favorisce le infezioni gengivali.
Il fumo è anche il primo fattore di rischio per il tumore alla vescica; un rischio che aumenta con il numero di sigarette fumate e con la durata, ma che può diminuire rapidamente per coloro che smettono. Il fumo di sigaretta triplica il rischio di contrarre la sclerosi laterale amiotrofica e favorisce le infezioni da pneumococco.
A questo punto è d'obbligo una considerazione, che diventa poi un monito: smettere di fumare è la miglior prevenzione oncologica possibile perché permette di prevenire un tumore su tre.