ATTUALITA' - MASS-MEDIA

Che fatica essere giornalisti ...

di Peppe (4/1/2004)

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Chi vi scrive questo articolo è un ragazzo di quasi 18 anni che adora scrivere di tutto e di tutti. Ecco perché recentemente ho aderito all'iniziativa di una mia professoressa e di altri ragazzi di fondare un giornalino interno alla mia scuola. Appena ho saputo del progetto mi sono subito lanciato con entusiasmo in questa nuova avventura, tanto che sono stato subito nominato collaboratore fisso de "La Fenice" ( questo è il nome del giornale). Ho fatto un'intervista ai rappresentanti d'istituto, ho scritto un articolo in spagnolo e ho persino ricevuto in extremis l'incarico di correttore di bozze per gli ultimi lavori giunti in redazione, finchè un giorno, poco prima delle vacanze di Natale, è uscito il primo e atteso numero di lancio: un mezzo disastro. Non tanto perchè era in bianco e nero, o perchè conteneva solo 7 articoli quando ce n'erano ben 19 a disposizione (verranno comunque pubblicati nei numeri seguenti). Il vero problema è la mancanza di censura. Mi sono reso conto che gestire un giornale è piuttosto difficile e questo mi fa apprezzare ulteriormente il lavoro di voi, nuovo GPR. Da voi voglio un consiglio, nient'altro. Per questo primo numero abbiamo ricevuto articoli scritti da 15enni con poche idee e un modo di scrivere poco professionale che trattavano di argomenti o troppo bassi o troppo alti. Ci sono giunti articoli sull'AIDS di appena 13 righe, o sulle droghe leggere di circa 10 righe; evidente che non si può trattare un argomento simile con così pochi contenuti da proporre. E noi cosa potevamo fare? Dinanzi a noi si aprivano due porte. La prima conduce alla censura: leggiamo i suddetti lavori e li cestiniamo, perchè stravolgerli nella forma può voler dire stravolgerli nei contenuti. A questo punto abbiamo un perfetto controllo sul giornale, pubblichiamo solo ciò che merita e diamo un tono più o meno elevato al giornale. Niente mezzi articoli nè esperimenti giornalistici ( falliti), solo bei lavori interessanti e facili da leggere. Ma a quale prezzo! Riservandoci il diritto di censura a mò di Santa Inquisizione, non solo calpestiamo il diritto alla libertà di scrivere di questi scrittori novelli, ma rischiamo anche di far scemare l'interesse generale: si può diffondere nella scuola la voce che noi della redazione pubblichiamo solo gli articoli dei nostri amici ad esempio, o quelli scritti da ragazzi di almeno 16 anni, e il tutto ci si ritorcerebbe contro come un pericoloso boomerang. La seconda porta, quella che è stata imboccata dal Vostro giornale, garantisce sicuramente una maggiore partecipazione. Io stesso, sapendo che il mio articolo, di qualunque argomento trattasse, sarebbe stato pubblicato, scrissi quelle riflessioni sul rapporto mass media-adolescenti e fu grande la mia soddisfazione quando vidi che il mio lavoro appariva su Internet, a disposizione del mondo intero. Di conseguenza ho continuato a scrivere e ormai sono un Vostro affezionato fan. Al contrario, se non avessi avuto la certezza di essere pubblicato, non mi sarei interessato tanto al vostro progetto. Credo che lo stesso valga per gli studenti della mia scuola: se noi, come per ora stiamo facendo, assicuriamo che ogni lavoro giunto venga pubblicato, abbiamo fondate speranze che ci pervengano numerosi prodotti. Ma a quale prezzo? Rischiamo di perdere di mano il giornale e, sopratutto, come hanno lamentato in parecchi, rischiamo di farlo diminuire di valore. Mettere in prima pagina un articolo sul fenomeno del bullismo pieno di numeri e privo di veri contenuti è risultato a dir poco deleterio! Chiedo, a voi tutti che leggete e a Voi, redazione del GPR, un consiglio altrimenti mi accontenterò che qualcuno semplicemente legga la mia esperienza!