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Quella mattina del I
Novembre la piazza dei Miracoli di Pisa offriva il panorama di
un triste quadro padano. Fra gli antichi marmi del Duomo echeggiavano
i passi assestati dei Carabinieri schierati in alta uniforme.
Come musica solenne, il pianto della pioggia accompagnava l`estremo
saluto a Ludovico, Marco, Massimiliano, Riccardo, Rocco ed Elvio.
E' lutto cittadino nella città della torre pendente, tutti
i negozi sono chiusi e nelle edicole dei borghi campeggiano le
locandine della sciagura aerea avvenuta nell`isola di Capraia.
Le bare vengono precedute dalle autorità politiche e militari,
come richiede il protocollo di Stato. I ministri Sergio Mattarella
ed Enzo Bianco, il sottosegretario Brutti, il Comandante Generale
dell`Arma dei Carabinieri Siracusa ed altri onorevoli rappresentanti
cittadini e regionali. La piazza si anima di uniformi, quindi
l`incedere delle 6 bare, avvolte nel tricolore e trasportate
da tre camion militari seguiti dai congiunti delle vittime, sistemati
a bordo dei furgoni blu dell`Arma. All`interno dei mezzi si scorgono
le espressioni segnate dalla profonda sofferenza di genitori,
mogli, figli e fratelli: le loro lacrime si confondono con la
pioggia incessante che scivola sui finestrini. Tutti i presenti
hanno avvertito un momento di silente dolore. Anche un gruppo
di turisti stranieri, riporteranno nelle loro patrie il luttuoso
ricordo di una Piazza offuscata dalla tristezza. I feretri vengono
portati in spalla dai carabinieri paracadutisti del Reggimento
di Livorno fino all`altare maggiore, passando in rassegna il
picchetto d`onore. Il religioso rispetto delle famiglie, libera
solo lievi gemiti di pianto nella casa del Signore. Hanno dimostrato
il contegno e la compostezza di chi ha imparato a convivere con
i valori dell`Arma. E` calato un silenzio irreale all`interno
del Duomo, ed è impossibile trattenere un impeto di commozione
osservando i volti straziati dei familiari, con gli sguardi persi
nell`infinito e recitando parole incomprensibili con moto tremulo.
L`Officio funebre viene lacerato dal vibrante suono del silenzio,
intonato dal trombettiere come ultimo angelico canto di addio
ai sei ragazzi morti nel compimento del proprio dovere. I feretri
lasciano la Cattedrale portati ancora in spalla dai Carabinieri
e seguiti dall`eco di scroscianti applausi dei fedeli. Troppe
bare: è quasi interminabile il percorso fra le navate
- dall`altare maggiore al portale di uscita. Carlo Piras - Livorno, Novembre 2000 |