ATTUALITA' - IL MONDO ATTUALE

CATASTROFI VERE E PRESUNTE

di Marco Comandè (18/5/2000)

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L'opinione diffusa nel cittadino medio, quando sente al telegiornale o legge sui giornali delle catastrofi più o meno grandi che ci circondano, è che la società attuale si stia suicidando, o quanto meno stia declinando.
Si dice, infatti, che nel mondo la popolazione sta raddoppiando perchè i paesi poveri fanno tantissimi figli, che poi lasciano morire di fame, o vendono a ricchi mafiosi per un tozzo di pane, o utilizzano per ricattare i paesi ricchi, e costringerli ad accettarli come immigrati o ad aiutarli per spirito di coscienza.
Ancora: la sovrappopolazione è insostenibile con la desertificazione che avanza e che distrugge le coltivazioni agricole necessarie per la sopravvivenza.
Il deserto, sottraendo alle popolazioni poverissime l'acqua - bene primario per eccellenza -, spinge tali popoli a continue guerre per procacciarsi le ultime oasi rimaste.
A ciò, si aggiunge che i dittatori terzomondisti non si preoccupano della miseria dilagante e sfruttano la ricchezza del Paese - diamanti, petrolio, aiuti del Fondo Monetario Internazionale - per procacciarsi armi sempre più violente e muovere alla conquista del potere - con ripetuti colpi di stato - o dei territori confinanti.
Tali armi vengono vendute o da mafiosi senza scrupoli, o dai paesi islamici, o dalle stesse potenze occidentali che dovrebbero mantenere la pace nel mondo.
Vi è, in particolare, un'arma che può rivelarsi catastrofica per le sorti dell'intera Umanità: la bomba atomica, mille volte più potente di quella di Hiroshima e Nagasaki.
In Russia, il Comunismo è stato sostituito dalla Mafia, e le centrali nucleari, lasciate a se stesse, sono incontrollabili.
In Cina e in India, la popolazione ha già superato nell'insieme i due miliardi e mezzo, cioè i 5/13 dell'intera popolazione mondiale, e pertanto le autorità hanno attuato il pugno duro per bloccare una crescita irreversibile e irresponsabile.
Nei Balcani, la pace è ancora un'utopia.
In Europa, la stessa Europa del mercato unico, si ripetono casi di cronaca gravissimi come l'intossicazione alimentare, la pedofilia, gli omicidi, l'immigrazione selvaggia di gente malata di AIDS (questo non si dice, ma lo si pensa) che alimenta il mercato criminale - prostituzione, droga, ecc. - gli attentati alla natura - per colpa dell'inquinamento acustico, visivo, automobilistico, magnetico -, lo spreco di cibi, il consumismo dilagante.
Negli Stati Uniti, le condanne a morte di innocenti non fa sperare per la giustizia; ed inoltre, il terrorismo arabo e informatico utilizza armi batteriologiche o virus potentissimi; infine, le carceri scoppiano e la delinquenza dilaga.
L'occidente industrializzato, infine, ha bisogno del petrolio come un tossicodipendente ha bisogno della droga.
Tale quadro è a tinte fosche. L'unica soluzione è che la fine del mondo si avvicina paurosamente.
Ma è davvero così? Siamo di fronte, per dirla con Marx, ad un determinismo inesorabile?
La mia risposta è, relativamente e nella misura in cui ciò è possibile, no. Non ci stiamo avviando verso una catastrofe globale. Semmai, stiamo vivendo in un'epoca in cui la globalizzazione tende ad accomunare i problemi di ogni uomo, di ogni Stato, di ogni Continente.
Attenzione! Non intendo affatto sostenere che i problemi sopraesposti non esistano o non siano importanti. Lo sono, eccome: l'AIDS, la bomba atomica, la mafia, la fame, l'inquinamento...
Vorrei, invece, porre tali problemi sotto un'ottica diversa: migliore, se si vuole.
Prima di cominciare con l'esposizione del mio punto di vista, che ritengo oggettivo, sarà meglio spiegare che mi sono basato su due libri poco conosciuti: Paolo Sylos Labini "Il sottosviluppo e l'economia contemporanea" Laterza 1983, e Massimo Livi Bacci "Storia minima della popolazione del mondo" Il Mulino 1998. Ne consiglio vivamente la lettura.
Comincio con una frase presa dal primo libro: l'espansione demografica non è stata determinata da un aumento del saggio di natalità. Molti dei lettori probabilmente saranno sorpresi. Ma come? non è così che ci hanno insegnato a scuola, si diranno.
Eppure, è proprio così. Livi Bacci spiega che storicamente ogni donna ha sempre fatto un massimo di 7,5 figli. Soltanto in casi rari - in Canada, per esempio - si è arrivati ad 11 figli per donna. Questa è ovviamente una media statistica, e va presa come una somma di casi massimi e minimi di procreazione.
Attualmente, nei paesi poveri il numero di figli per donna è 5, nei paesi ricchi è 1.
Il saggio di natalità, quindi, è calato.
E' calato pure il tasso di mortalità, anche se più lentamente.
E il tasso di crescita della popolazione sarà zero tra il 2060 e il 2100, con un totale di 11 miliardi di esseri umani che popoleranno la terra.
In altre parole, la capacità procreatrice della donna è sempre stata sfruttata al massimo nei paesi poveri, e la differenza tra il passato e il presente è data dal tasso di mortalità: oggi muoiono meno bambini.
Ovviamente, non possiamo chiamare a giudizio i soggetti che hanno contribuito al raddoppio della speranza media di vita (40 anni durante la rivoluzione industriale, 80 oggi per i Paesi ricchi; 30 e 65 per i Paesi poveri). Per dirla con Kant, sarebbe come se la morale mettesse in giudizio se stessa.
Altra sorpresa dal cilindro: i benefattori dell'Umanità sono i tanto dissacrati borghesi. Ma come? non sono gli stessi che hanno "bucato" l'ozono, approvato la tratta degli indigeni, fatto scoppiare due guerre mondiali, inventato la bomba atomica? Se per "borghesia" intendiamo la classe al potere dall'800 ad oggi, la risposta è si. Sono proprio loro. Il credo borghese è: accumulare, accumulare, accumulare. Ora, non si creda che i borghesi abbiano cominciato ad arricchirsi costruendo industrie: la loro ricchezza primaria è stata l'agricoltura. Grazie all'agricoltura intensiva, i borghesi sono riusciti in Europa e negli Stati Uniti a sfruttare al massimo le capacità produttive della terra senza impoverirla, garantendo per i bianchi risorse agricole in eccesso sulla popolazione. Oggi, questi borghesi stanno cercando di fare la stessa cosa nel Terzo Mondo.
Terza sorpresa: i tassi di mortalità nella disperata Africa sono leggermente inferiori (18,5% contro 20%) a quelli dell'Inghilterra di fine Settecento (cioè agli albori della Rivoluzione industriale). Tali tassi, è vero, sono destinati a variare per colpa dell'AIDS, ma se è vero che il borghese pensa al profitto, dovremmo concludere che le multinazionali dei contraccettivi faranno di tutto per bloccare tale piaga. Il denaro rende egoistici ma certe volte ne vale la pena, eh?
I tassi di mortalità dei giovani tra 0 e 19 anni e nati in Occidente, saranno dell'1% nel 2025 (fonte: Onu). Da ciò segue che i casi di cronaca sono più l'eccezione che la regola qui da noi. L'uno per cento comprende per buona parte gli incidenti da arma da fuoco in America; se si introducesse lì il porto d'armi, la percentuale sarebbe destinata a diminuire.
Quanto alle catastrofi naturali, queste sono sempre esistite. Due sole sono le differenze tra passato e presente: i mass-media diffondono le immagini di popoli disastrati e civiltà devastate, e la globalizzazione permette di mandare aiuti efficaci perchè uomini, donne, vecchi e bambini non muoiano come in passato.
Il petrolio: a parte il fatto che le riserve non si esauriranno nel corso di decenni, e che i Paesi esportatori di petrolio hanno bisogno di soldi per fare le guerre personali, si dica che sono gli stessi produttori di automobili a tentare alternative possibili alla benzina, che non solo inquina ma altera il mercato stesso delle auto a seconda che salga o scenda il prezzo internazionale del greggio (stiamo vivendo uno di quei periodi, con 30$ al barile).
La mafia: il fatto è che prima dell'800 la mafia era l'istituzione predominante, mentre ora è illegale anche se prospera.
In conclusione, sarebbe meglio ragionare secondo il principio che qualcosa è meglio di niente. Bisogna impegnarsi perchè non si blocchi l'evoluzione dei Paesi poveri verso un tenore di vita vicino agli standard dell'Occidente industrializzato, e affichè si acceleri la disintossicazione dal petrolio.
Come si suol dire, se salvi una sola vita, salvi il mondo intero.