ATTUALITA'

GPR DOSSIER: Erika & Omar

Annie, Pat e l'anziano signore

di Marco Testa (28/11/2001)

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Quel giorno il cielo non prometteva nulla di buono. Le nubi, sporche, celavano un sole oramai malato. Deluso. Sfocato. Dall’uomo viziato.

Annie e Pat si stringevano la mano. Aspettavano pazienti che l’anziano signore gli finisse il lavoro. Annie aveva le treccine più bionde e ribelli di tutto il paese, quindici anni e un candido sorriso a tutto apparecchio. Pat, il volto coperto da brufoli invadenti, quattordici anni e l’amore per la vela. Ossia il pienore, che la morbida gonna di Annie tradiva, nel suo leggero svolazzare, e il turbante vento in poppa, del carezzevole suo petto in fiore. Era una coppia affiatata. Perfetta. Lui era cotto. Lei amava cucinare. Ora erano lì. Insieme. Nel bene e nel male. Alcove ancora innocenti, di un loro più grande, eterno conflitto.

Il tempo intanto si andava a guastare. La minaccia delle nubi era sempre più reale. Il sole, più difficile da immaginare.

- Fatto! Esclamò l’anziano signore. – Sono pronti.
I giovinetti racimolarono le monete, pagarono, presero il loro e corsero via.

- Come sono venuti? Chiese poi Pat.
- Bene! Rispose Annie. – Andranno benissimo.

Ora però dovevano affrettarsi. Mancavano solo poche ore alla festa che si ripromisero di fare e i preparativi erano ancora molti. Alchè, con la leggera tacita complicità dei verdi anni, si sorrisero di intesa, voltarono l’angolo e sparirono alla vista.

Un tuono, violento e improvviso spezzò la quiete pomeridiale. Poi un altro. Più forte. Assordante. E lampi. Accecanti. Che fulminei nel saettare, il cielo andavano a violare. Ad aprire. A spezzare. Una coppia di coniugi sballottati dal vento, raggiunse l’uscio di una porta. La porta della loro, intima e rassicurante, calda dimora. Entrarono. La luce non c’era.

- Appena in tempo. Disse la donna. – Fuori tra un po’ sarà l’inferno!
- Vado a controllare l’interruttore generale. Disse l’uomo.
- Ma…caro, e la piccola? Chiese poi preoccupata la donna.
- Amoree? Dove sei? Siamo arrivati.
- Sono qua. Rispose la piccola.
- Ma…come? E’ tutto il giorno che siamo fuori, finalmente arriviamo,
- e non fai nemmeno le feste a due poveri lavoratori stanchi?

A quel punto il cielo tuonò possente. Un boato enorme. Più di ogni altro precedente. Sembrava che la terra sotto ai loro piedi dovesse aprirsi da un momento all’altro.

- Qua dove? Chiese ancora il padre. – Dove sei? Si può sapere?

Poi una raffica di tuoni ancor maggiore, lampi su lampi, crepiti, fragore, e un grande intermittente, inteso bagliore. Per qualche attimo tutto si rischiarò. Tutto apparve. Fuori, la casa, il volto di Annie, Pat…

- Qua! Disse Annie.

La festa si consumò. Il sangue macchiò ogni cosa. Bambole, tende, sogni e certezze, e in modo indelebile, le loro confuse, acerbe coscienze. Ora perdute. Dannate. Il cielo ora cessò di tuonare. I lampi di saettare. Piovve però ancora per molto, molto tempo. Copioso. Dirotto. Nel buio più totale. Quasi che il cielo volesse, col favore dell’oscurità, vanamente, colpe cancellare. Poi il sereno. Rimasero solo, rosse chiazze e sporche pozzanghere dove potersi specchiare. Interrogare. Ritrovare?

Abbandonato il riparo occasionale, raccolti e riordinati i suoi arnesi, se ne andò anche l’anziano signore. L’arrotino.

Amen