Jerome David Salinger, Il giovane Holden

 

AMBIENTE GEOGRAFICO.
Il luogo in cui si svolge la narrazione è inizialmente Pencey, la scuola in cui Holden studia e dalla quale viene allontanato. Gran parte delle vicende si svolge però a New York dove abita anche la famiglia del protagonista. I luoghi chiusi più ricorrenti sono lo squallido Hotel in cui Holden pernotta alcuni giorni, la camere e i bagni di Pencey, Radiocity e la casa di Holden.

IL PERIODO STORICO.
La vicenda può essere ambientata in un epoca contemporanea allo scrittore, nel secondo dopoguerra. Ciò è facilmente rilevabile dal valore attribuito al dollaro, molto scarso rispetto al suo valore attuale. Un altro elemento rilevante è la presenza dei lift, cioè degli addetti agli ascensori, ormai scomparsi. Infine gli studenti usano antiche macchine da scrivere per i loro lavori scolastici.

SINTESI.
I.
Il protagonista della storia, Holden Caulfield, presenta all’inizio del romanzo autobiografico la sua situazione, parla del fratello scrittore e della sua situazione scolastica. Era stato bocciato in quattro materie ed era riuscito a passare solamente in inglese. Dopo Natale non sarebbe dovuto ritornare in collegio, era stato sbattuto fuori da Pencey, una scuola abbastanza prestigiosa. Non l’aveva ancora detto ai genitori, non voleva ancora ritornare a casa. La sua salute non era delle migliore, aveva avuto la TBC e l’anno prima era cresciuto di sedici centimetri, inoltre era un fumatore accanito. Si stava dirigendo nella Antony Wayne Avenue per parlare al vecchio professor spencer.
II. Holden all’entrata dell’abitazione del professore di storia trovò la moglie a cui chiese notizie del vecchio insegnante che aveva l’influenza. Ella si offrì di prepararle una tazza di cioccolata che rifiutò poiché aveva molta fretta. Il professore lo ringraziò per la visita ed incominciarono a parlare della situazione del giovane. Sulle cinque materie portate era passato solo in una non dovendo fare alcuna fatica. Spencer gli spiegò il motivo della bocciatura in storia ma Holden che l’aveva già prevista sembrò essere quasi solidale nei confronti del professore. Il professore gli chiese la reazione che avrebbero avuto i genitori dopo l’ennesima bocciatura. Holden sembrava non preoccuparsi eccessivamente.
III. Holden era un gran bugiardo, raccontava falsità anche senza averne motivo e così fece anche con il professore per potersene andare. Una volta in camera si mise a leggere quando entrò il compagno di stanza di un suo amico. Costui molto sgradevole era entrato nella camera di Holden per chiedere un tagliaunghie ma poi era rimasto a parlare e a scocciare Holden, molto irritabile. Ackley gli chise della gara di scherma ma lui rispose che non si era giocata perché aveva lasciato i fioretti nel tram e la competizione non era stata disputata. Stradlater, il compagno di Holden, tornò dalla partita e gli chiese la giacca per uscire con una ragazza.
IV. Holden lo seguì in bagno per parlare un po’ con lui. Strdlater gli chiese di scrivere per lui un tema molto descrittivo, se fosse rimasto nel collegio tutta la sera. Holden gli chiese della ragazza con cui sarebbe uscito: era Jane Gallagher, la sua amica d’infanzia. Si agitò subito di sapere che proprio Jane sarebbe uscita con un ragazzo con Stradlater. Holden e Jane erano stati grandi amici, avevano giocato insieme a lungo, soprattutto a dama, poi si erano persi di vista.
V. Holden decise che sarebbe uscito ugualmente e che avrebbe fatto il tema al suo ritorno. Uscì con Brossard, un ragazzo che faceva parte della squadra di Basket, a cui chiese di poter far venire anche Ackley, che non usciva mai con nessuno. Andarono a vedere un film e al loro ritorno Holden si chiuse in camera per scrivere il maledetto tema. Non immaginando nulla di descrittivo finì per parlare del guantone da baseball del fratello Allie, che era morto all’età di dieci anni.
VI. Quando Stradlater ritornò ringraziò per la giacca ma si arrabbiò per il tema che non parlava di una casa o di una stanza bensì di un banalissimo guantone. Holden gli chiese informazioni sull’uscita con Jane ma l’amico non gliele volle dare. Holden fu preso da un’improvvisa rabbia e cercò di colpire Stradlater con un pugno, quello lo schivò e reagì. I due si picchiarono ma alla fine fu Holden a rimettere di più.
VII. Holden dopo la scazzottata andò nella camera di Ackley che ovviamente non stava dormendo dato il rumore che avevano fatto. Gli chiese il motivo per cui si erano picchiati, ma Holden gli raccontò che lo aveva fatto per difendere il suo onore. Ackley si meravigliò che avesse fatto a pugni per difenderlo. Holden fece le valige, ricordò che aveva abbastanza soldi per passare qualche giorno senza andarsene subito a casa. Vendette la macchina da scrivere a un ragazzo a cui l’aveva prestata e partì.
VIII. Sotto la neve riuscì ad arrivare alla stazione con il viso ancora tutto insanguinato. Aspettò il treno pochi minuti, gli piaceva moltissimo viaggiare in treno, soprattutto di notte. Nel vagone incontrò la madre di un compagno di classe. Lei infatti aveva notato l’adesivo di Pencey sulla valigia. Il figlio era il più antipatico ragazzo mai visto in quella scuola, ma lo elogiò come un bravissimo ragazzo, simpatico a tutti e molto popolare. Non gli disse però il nome vero, dide quello del bidello del piano. Lei scese a Newark.
IX. Arrivato a New York scese dal treno e pensò di chiamare qualcuno: una sua amica di nome Sallyt, ma era in vacanza, sua sorellina Phoebe o il fratello D.B., avrebbe avuto voglia di chiamare Jane ma la madre si sarebbe precipitata a spargere la notizia del suo arrivo a New York. Alla fine così non chiamò nessuno, chiamo un taxi che lo portò in un albergo molto squallido. Da lì chiamò una ragazza con cui un suo amico gli aveva consigliato di uscire. Lei rifiutò per quella sera, preferendo il giorno dopo. Holden rispose di non aver tempo.
X. Aveva una voglia matta di chiamare la sorellina Phoebe, una ragazzina molto matura e simpatica ma alla fine dovette rinunciare per paura che rispondesse la madre al telefono. Uscì dall’albergo e andò in un locale dove conobbe tre ragazze con cui parlò e bevve. Per bere alcolici mentì sull’età ma i camerieri non gli credettero.
XI. Mentre tornava nell’albergo incominciò a pensare a Jane, alla loro amicizia, a quanto stavano bene insieme da piccoli. Ricordò una volta quando stavano quasi per mettersi insieme ma alla fine erano rimasti amici. Mentre pensava a ciò nella sala dell’hotel notò lo squallore della situazione e chiamò un taxi per rifugiarsi in qualche locale.
XII. Nel taxi ebbe una breve discussione con l’autista sulla natura e sulle anitre. Al night ordinò da bere senza problemi, vide gli universitari che sembravano tutti uguali l’uno all’altro. Incontrò anche un’amica del fratello che lo invitò a sedersi al tavolo ma Holden rifiutò.
XIII. Per tornare all’albergo percorse quarantuno isolati, era appena nevicato e faceva un gran freddo, arrivato nell’atrio procedette nell’ascensore dove l’addetto gli propose di divertirsi con una prostituta. Holden accettò, ritornò in camera e aspettò la ragazza pensando se fosse la cosa giusta da fare, soprattutto essendo ancora vergine. Arrivata la ragazza le offrì una sigaretta e incominciò a parlare, lei lo incitò a sbrigarsi, ma lui promise che l’avrebbe pagata anche senza aver consumato.
XIV. Incominciò a parlare ad alta voce con il fratello morto quando improvvisamente qualcuno bussò alla porta, era Maurice l’addetto all’ascensore con Sunny che chiedeva cinque dollari. Volevano rubargli altri soldi, Holden rifiutò e maurice gli diede un pugno nello stomaco mentre la prostituta gli rubava i soldi.
XV. Al mattino dopo aver dormito poco si accorse di avere molta fame, lasciò l’Hotel, ripose i bagagli in uno di quegli armadietti alla stazione e telefonò ad una ragazza, Sally. Si accordarono per uscire ne pomeriggio. Holden andò così a mangiare, e in una tavola calda incontrò due suore con le quali parlò a lungo soprattutto di Shakespeare e donò loro dieci dollari per la questua.
XVI. Finita la colazione si diresse verso il parco dove sperava di incontrare la sorella Phoebe. Chiese informazioni ad una bambina che non gli disse alcuna notizia della sorella. Andò alla ricerca di due biglietti per lo spettacolo che avrebbe dovuto vedere nel pomeriggio con Sally. Si diresse dunque verso il luogo dell’appuntamento in taxi.
XVII. Holden aspettò Sally dieci minuti nel taxi quando arrivò ordinò al taxi di portarli al teatro; si baciarono fino all’arrivo. Lo spettacolo non era male, dopo andarono a pattinare a radiocity. Al bar incominciarono a parlare del loro futuro e della possibilità di fuggire insieme. Al primo disaccordo Holden si sentì urtato e gli scappò un insulto nei confronti di Sally. Ella non volle perdonarlo e lo allontanò.
XVIII. A radiocity, dove era stato lasciato, telefonò a un vecchio amico. Sarebbero andati al bar e nel frattempo, non sapendo cosa fare si rifugiò in un cinema. Finito il film si incamminò verso il Wicker bar, dove avrebbe incontrato Carl Luce.
XIX. Al bar incontrò Carl con cui parlò a lungo tempo, non si vedevano da molto tempo, e avevano molte cose da dirsi. Non erano mai stati grandi amici anche perché Luce aveva tre anni in più di lui. Carl non volle però parlare di cose serie.
XX. Dopo che Carl se ne andò rimase nel bar ancora a lungo e si ubriacò. Uscì, entrò in una cabina e chiamò Sally che stava dormendo. Capì benissimo che era ubriaco e gli consigliò di andare a letto. Holden si rifugiò a Central Park e pensò di andare a casa a trovare la sorella.
XXI. Quando tornò a casa ebbe la fortuna di trovare un nuovo lift che non lo conosceva. Potè così raccontare di non essere il figlio dei Caulfield bensì il nipote dei Dickestein. Al piano tirò fuori la chiave ed entrò. I genitori non c’erano, i casa si trovavano Phoebe e la governate molto sorda che non lo avrebbe sentito. Entrò in camera della sorella, non la svegliò subito ma poco dopo si svegliò da sola. Parlarono a lungo ma quando lei seppe che era stato cacciato dalla scuola non volle più parlargli e si mise un cuscino in faccia.
XXII. Andò in soggiorno a prendere qualche sigaretta ma al ritorno la sorella non volle parlargli ugualmente, alla fine desistette e si mostrò molto preoccupata per il fratello e per la reazione che avrebbe avuto il padre. Holden pensò di chiamare il professor Antolini che lo aveva aiutato in molte situazioni.
XXIII. Fece una breve chiamata; ritornato dalla sorella si accese una sigaretta e le chiese dei soldi; non aveva più uno spicciolo. Lei gli offrì gli otto dollari che la bambina aveva risparmiato per i regali di Natale. Improvvisamente rientrarono i genitori, Holden si nascose nel ripostiglio, ma quando la madre sentì puzza di fumo volle una spiegazione. Phoebe per coprire il fratello disse di aver fumato lei stessa. Lentamente Holden uscì di casa senza essere sorpreso.
XXIV. Holden si recò a casa del professor Antolini con cui parlò dei suoi problemi a scuola, delle ragazze che frequentava, delle sue sensazioni, ecc. La moglie lo invitò a dormire a casa loro e così fece, ma mentre dormiva il professore venne ad accarezzargli la testa. Holden si allontanò e uscì di casa con la scusa di aver lasciato le valige alla stazione.
XXV. Holden andò dunque alla stazione, dormì nella sala d’aspetto e al risveglio si diresse verso la scuola di Phoebe per vederla un’ultima volta prima di partire. Si diedero appuntamento al museo, lei lo supplicò di non lasciarla e di portarla con lui. Holden rifiutò, Phoebe scappò ma lui sapeva che l’avrebbe seguito. Infatti lo pedinò fino allo zoo. Alla fine decise di non partire, la vicinanza e la gioia della sorella lo rendevano così felice.
XXVI. Holden finisce in uno ospedale psichiatrico, sotto cure mediche assicura che sarà presto fuori e che riprenderà gli studi.

PERSONAGGI
Holden Caulfield.
All’interno del romanzo autobiografico l’unico personaggio di cui si possono rilevare gli aspetti principali è proprio il protagonista. Holden Caulfield. La mentalità, le sensazioni, gli stati d’animo del personaggio possono essere facilmente rilevati in qualunque pagina. Holden si descrive come un ragazzo piuttosto alto e poco robusto, con capelli rasati e un poco bianchi. La sua personalità sembra andare oltre lo shock dell’espulsione e reagire in modo staccato. Tutti sono preoccupati della sua situazione ma lui sembra non pensarci. Alla fine però cade nel baratro della depressione.
Phoebe. La sorellina del protagonista ha una personalità molto influente su Holden. E’ una bambina tranquilla, coscienziosa, intelligente, amabile. Phoebe è molto preoccupata per il comportamento del fratello, appare in grande apprensione, per aiutarlo gli dona dei soldi ed è pronta a seguirlo nella sua fuga, pur di stargli affianco.

TEMATICHE.
Il romanzo può essere considerato il diario di alcuni giorni, forse i più drammatici della vita di Holden. Il suo percorso, dalla espulsione fino al ricovero nell’istituto, è una climax di depressione e tristezza. Man mano che si procede nella lettura si presenta il decadimento del personaggio che non è più capace di affrontare le situazioni che gli si presentano innanzi. Reagisce quasi istintivamente, privo di volontà sembra trasportato da una corrente a cui non può opporsi. Come dice il professore negli ultimi capitoli, Holden aveva imboccato un tunnel dal quale si sarebbe difficilmente uscito se non con l’aiuto di qualcuno.