AMBIENTE
GEOGRAFICO.
Il luogo in cui si svolge la narrazione è inizialmente Pencey,
la scuola in cui Holden studia e dalla quale viene allontanato. Gran
parte delle vicende si svolge però a New York dove abita anche la
famiglia del protagonista. I luoghi chiusi più ricorrenti sono lo
squallido Hotel in cui Holden pernotta alcuni giorni, la camere e i
bagni di Pencey, Radiocity e la casa di Holden.
IL PERIODO STORICO.
La vicenda può essere ambientata in un epoca contemporanea allo
scrittore, nel secondo dopoguerra. Ciò è facilmente rilevabile dal
valore attribuito al dollaro, molto scarso rispetto al suo valore
attuale. Un altro elemento rilevante è la presenza dei lift, cioè
degli addetti agli ascensori, ormai scomparsi. Infine gli studenti
usano antiche macchine da scrivere per i loro lavori scolastici.
SINTESI.
I. Il protagonista della storia, Holden Caulfield, presenta
all’inizio del romanzo autobiografico la sua situazione, parla del
fratello scrittore e della sua situazione scolastica. Era stato
bocciato in quattro materie ed era riuscito a passare solamente in
inglese. Dopo Natale non sarebbe dovuto ritornare in collegio, era
stato sbattuto fuori da Pencey, una scuola abbastanza prestigiosa.
Non l’aveva ancora detto ai genitori, non voleva ancora ritornare
a casa. La sua salute non era delle migliore, aveva avuto la TBC e
l’anno prima era cresciuto di sedici centimetri, inoltre era un
fumatore accanito. Si stava dirigendo nella Antony Wayne Avenue per
parlare al vecchio professor spencer.
II. Holden all’entrata dell’abitazione del professore di
storia trovò la moglie a cui chiese notizie del vecchio insegnante
che aveva l’influenza. Ella si offrì di prepararle una tazza di
cioccolata che rifiutò poiché aveva molta fretta. Il professore lo
ringraziò per la visita ed incominciarono a parlare della
situazione del giovane. Sulle cinque materie portate era passato
solo in una non dovendo fare alcuna fatica. Spencer gli spiegò il
motivo della bocciatura in storia ma Holden che l’aveva già
prevista sembrò essere quasi solidale nei confronti del professore.
Il professore gli chiese la reazione che avrebbero avuto i genitori
dopo l’ennesima bocciatura. Holden sembrava non preoccuparsi
eccessivamente.
III. Holden era un gran bugiardo, raccontava falsità anche
senza averne motivo e così fece anche con il professore per
potersene andare. Una volta in camera si mise a leggere quando entrò
il compagno di stanza di un suo amico. Costui molto sgradevole era
entrato nella camera di Holden per chiedere un tagliaunghie ma poi
era rimasto a parlare e a scocciare Holden, molto irritabile. Ackley
gli chise della gara di scherma ma lui rispose che non si era
giocata perché aveva lasciato i fioretti nel tram e la competizione
non era stata disputata. Stradlater, il compagno di Holden, tornò
dalla partita e gli chiese la giacca per uscire con una ragazza.
IV. Holden lo seguì in bagno per parlare un po’ con lui.
Strdlater gli chiese di scrivere per lui un tema molto descrittivo,
se fosse rimasto nel collegio tutta la sera. Holden gli chiese della
ragazza con cui sarebbe uscito: era Jane Gallagher, la sua amica
d’infanzia. Si agitò subito di sapere che proprio Jane sarebbe
uscita con un ragazzo con Stradlater. Holden e Jane erano stati
grandi amici, avevano giocato insieme a lungo, soprattutto a dama,
poi si erano persi di vista.
V. Holden decise che sarebbe uscito ugualmente e che avrebbe
fatto il tema al suo ritorno. Uscì con Brossard, un ragazzo che
faceva parte della squadra di Basket, a cui chiese di poter far
venire anche Ackley, che non usciva mai con nessuno. Andarono a
vedere un film e al loro ritorno Holden si chiuse in camera per
scrivere il maledetto tema. Non immaginando nulla di descrittivo finì
per parlare del guantone da baseball del fratello Allie, che era
morto all’età di dieci anni.
VI. Quando Stradlater ritornò ringraziò per la giacca ma si
arrabbiò per il tema che non parlava di una casa o di una stanza
bensì di un banalissimo guantone. Holden gli chiese informazioni
sull’uscita con Jane ma l’amico non gliele volle dare. Holden fu
preso da un’improvvisa rabbia e cercò di colpire Stradlater con
un pugno, quello lo schivò e reagì. I due si picchiarono ma alla
fine fu Holden a rimettere di più.
VII. Holden dopo la scazzottata andò nella camera di Ackley
che ovviamente non stava dormendo dato il rumore che avevano fatto.
Gli chiese il motivo per cui si erano picchiati, ma Holden gli
raccontò che lo aveva fatto per difendere il suo onore. Ackley si
meravigliò che avesse fatto a pugni per difenderlo. Holden fece le
valige, ricordò che aveva abbastanza soldi per passare qualche
giorno senza andarsene subito a casa. Vendette la macchina da
scrivere a un ragazzo a cui l’aveva prestata e partì.
VIII. Sotto la neve riuscì ad arrivare alla stazione con il
viso ancora tutto insanguinato. Aspettò il treno pochi minuti, gli
piaceva moltissimo viaggiare in treno, soprattutto di notte. Nel
vagone incontrò la madre di un compagno di classe. Lei infatti
aveva notato l’adesivo di Pencey sulla valigia. Il figlio era il
più antipatico ragazzo mai visto in quella scuola, ma lo elogiò
come un bravissimo ragazzo, simpatico a tutti e molto popolare. Non
gli disse però il nome vero, dide quello del bidello del piano. Lei
scese a Newark.
IX. Arrivato a New York scese dal treno e pensò di chiamare
qualcuno: una sua amica di nome Sallyt, ma era in vacanza, sua
sorellina Phoebe o il fratello D.B., avrebbe avuto voglia di
chiamare Jane ma la madre si sarebbe precipitata a spargere la
notizia del suo arrivo a New York. Alla fine così non chiamò
nessuno, chiamo un taxi che lo portò in un albergo molto squallido.
Da lì chiamò una ragazza con cui un suo amico gli aveva
consigliato di uscire. Lei rifiutò per quella sera, preferendo il
giorno dopo. Holden rispose di non aver tempo.
X. Aveva una voglia matta di chiamare la sorellina Phoebe,
una ragazzina molto matura e simpatica ma alla fine dovette
rinunciare per paura che rispondesse la madre al telefono. Uscì
dall’albergo e andò in un locale dove conobbe tre ragazze con cui
parlò e bevve. Per bere alcolici mentì sull’età ma i camerieri
non gli credettero.
XI. Mentre tornava nell’albergo incominciò a pensare a
Jane, alla loro amicizia, a quanto stavano bene insieme da piccoli.
Ricordò una volta quando stavano quasi per mettersi insieme ma alla
fine erano rimasti amici. Mentre pensava a ciò nella sala
dell’hotel notò lo squallore della situazione e chiamò un taxi
per rifugiarsi in qualche locale.
XII. Nel taxi ebbe una breve discussione con l’autista
sulla natura e sulle anitre. Al night ordinò da bere senza
problemi, vide gli universitari che sembravano tutti uguali l’uno
all’altro. Incontrò anche un’amica del fratello che lo invitò
a sedersi al tavolo ma Holden rifiutò.
XIII. Per tornare all’albergo percorse quarantuno isolati,
era appena nevicato e faceva un gran freddo, arrivato nell’atrio
procedette nell’ascensore dove l’addetto gli propose di
divertirsi con una prostituta. Holden accettò, ritornò in camera e
aspettò la ragazza pensando se fosse la cosa giusta da fare,
soprattutto essendo ancora vergine. Arrivata la ragazza le offrì
una sigaretta e incominciò a parlare, lei lo incitò a sbrigarsi,
ma lui promise che l’avrebbe pagata anche senza aver consumato.
XIV. Incominciò a parlare ad alta voce con il fratello morto
quando improvvisamente qualcuno bussò alla porta, era Maurice
l’addetto all’ascensore con Sunny che chiedeva cinque dollari.
Volevano rubargli altri soldi, Holden rifiutò e maurice gli diede
un pugno nello stomaco mentre la prostituta gli rubava i soldi.
XV. Al mattino dopo aver dormito poco si accorse di avere
molta fame, lasciò l’Hotel, ripose i bagagli in uno di quegli
armadietti alla stazione e telefonò ad una ragazza, Sally. Si
accordarono per uscire ne pomeriggio. Holden andò così a mangiare,
e in una tavola calda incontrò due suore con le quali parlò a
lungo soprattutto di Shakespeare e donò loro dieci dollari per la
questua.
XVI. Finita la colazione si diresse verso il parco dove
sperava di incontrare la sorella Phoebe. Chiese informazioni ad una
bambina che non gli disse alcuna notizia della sorella. Andò alla
ricerca di due biglietti per lo spettacolo che avrebbe dovuto vedere
nel pomeriggio con Sally. Si diresse dunque verso il luogo
dell’appuntamento in taxi.
XVII. Holden aspettò Sally dieci minuti nel taxi quando
arrivò ordinò al taxi di portarli al teatro; si baciarono fino
all’arrivo. Lo spettacolo non era male, dopo andarono a pattinare
a radiocity. Al bar incominciarono a parlare del loro futuro e della
possibilità di fuggire insieme. Al primo disaccordo Holden si sentì
urtato e gli scappò un insulto nei confronti di Sally. Ella non
volle perdonarlo e lo allontanò.
XVIII. A radiocity, dove era stato lasciato, telefonò a un
vecchio amico. Sarebbero andati al bar e nel frattempo, non sapendo
cosa fare si rifugiò in un cinema. Finito il film si incamminò
verso il Wicker bar, dove avrebbe incontrato Carl Luce.
XIX. Al bar incontrò Carl con cui parlò a lungo tempo, non
si vedevano da molto tempo, e avevano molte cose da dirsi. Non erano
mai stati grandi amici anche perché Luce aveva tre anni in più di
lui. Carl non volle però parlare di cose serie.
XX. Dopo che Carl se ne andò rimase nel bar ancora a lungo e
si ubriacò. Uscì, entrò in una cabina e chiamò Sally che stava
dormendo. Capì benissimo che era ubriaco e gli consigliò di andare
a letto. Holden si rifugiò a Central Park e pensò di andare a casa
a trovare la sorella.
XXI. Quando tornò a casa ebbe la fortuna di trovare un nuovo
lift che non lo conosceva. Potè così raccontare di non essere il
figlio dei Caulfield bensì il nipote dei Dickestein. Al piano tirò
fuori la chiave ed entrò. I genitori non c’erano, i casa si
trovavano Phoebe e la governate molto sorda che non lo avrebbe
sentito. Entrò in camera della sorella, non la svegliò subito ma
poco dopo si svegliò da sola. Parlarono a lungo ma quando lei seppe
che era stato cacciato dalla scuola non volle più parlargli e si
mise un cuscino in faccia.
XXII. Andò in soggiorno a prendere qualche sigaretta ma al
ritorno la sorella non volle parlargli ugualmente, alla fine
desistette e si mostrò molto preoccupata per il fratello e per la
reazione che avrebbe avuto il padre. Holden pensò di chiamare il
professor Antolini che lo aveva aiutato in molte situazioni.
XXIII. Fece una breve chiamata; ritornato dalla sorella si
accese una sigaretta e le chiese dei soldi; non aveva più uno
spicciolo. Lei gli offrì gli otto dollari che la bambina aveva
risparmiato per i regali di Natale. Improvvisamente rientrarono i
genitori, Holden si nascose nel ripostiglio, ma quando la madre sentì
puzza di fumo volle una spiegazione. Phoebe per coprire il fratello
disse di aver fumato lei stessa. Lentamente Holden uscì di casa
senza essere sorpreso.
XXIV. Holden si recò a casa del professor Antolini con cui
parlò dei suoi problemi a scuola, delle ragazze che frequentava,
delle sue sensazioni, ecc. La moglie lo invitò a dormire a casa
loro e così fece, ma mentre dormiva il professore venne ad
accarezzargli la testa. Holden si allontanò e uscì di casa con la
scusa di aver lasciato le valige alla stazione.
XXV. Holden andò dunque alla stazione, dormì nella sala
d’aspetto e al risveglio si diresse verso la scuola di Phoebe per
vederla un’ultima volta prima di partire. Si diedero appuntamento
al museo, lei lo supplicò di non lasciarla e di portarla con lui.
Holden rifiutò, Phoebe scappò ma lui sapeva che l’avrebbe
seguito. Infatti lo pedinò fino allo zoo. Alla fine decise di non
partire, la vicinanza e la gioia della sorella lo rendevano così
felice.
XXVI. Holden finisce in uno ospedale psichiatrico, sotto cure
mediche assicura che sarà presto fuori e che riprenderà gli studi.
PERSONAGGI
Holden Caulfield. All’interno del romanzo autobiografico
l’unico personaggio di cui si possono rilevare gli aspetti
principali è proprio il protagonista. Holden Caulfield. La mentalità,
le sensazioni, gli stati d’animo del personaggio possono essere
facilmente rilevati in qualunque pagina. Holden si descrive come un
ragazzo piuttosto alto e poco robusto, con capelli rasati e un poco
bianchi. La sua personalità sembra andare oltre lo shock
dell’espulsione e reagire in modo staccato. Tutti sono preoccupati
della sua situazione ma lui sembra non pensarci. Alla fine però
cade nel baratro della depressione.
Phoebe. La sorellina del protagonista ha una personalità
molto influente su Holden. E’ una bambina tranquilla,
coscienziosa, intelligente, amabile. Phoebe è molto preoccupata per
il comportamento del fratello, appare in grande apprensione, per
aiutarlo gli dona dei soldi ed è pronta a seguirlo nella sua fuga,
pur di stargli affianco.
TEMATICHE.
Il romanzo può essere considerato il diario di alcuni giorni,
forse i più drammatici della vita di Holden. Il suo percorso, dalla
espulsione fino al ricovero nell’istituto, è una climax di
depressione e tristezza. Man mano che si procede nella lettura si
presenta il decadimento del personaggio che non è più capace di
affrontare le situazioni che gli si presentano innanzi. Reagisce
quasi istintivamente, privo di volontà sembra trasportato da una
corrente a cui non può opporsi. Come dice il professore negli
ultimi capitoli, Holden aveva imboccato un tunnel dal quale si
sarebbe difficilmente uscito se non con l’aiuto di qualcuno.
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