La Moglie Stravagante

Si dice che una persona è "stravagante" se è troppo eccentrica o bizzarra.
Qualcuno può esserlo spontaneamente, per suo temperamento.
C'è invece chi cerca di esser strambo per far colpo sugli altri. Ma è molto meglio mostrarsi sempre nella propria vera natura e così si avranno attorno affetti e amori sinceri.


Non molto lontano da noi, esisteva un tempo il regno di Belmonte, che ora non c'è più.
Il re e la regina erano abbastanza avanti negli anni e desideravano che il figlio, il principe Lucio, succedesse al trono per occuparsi di tutti i problemi del reame.
Il principe aveva l’età giusta per diventare re, ma non si era ancora sposato. Qualcuno commentava che era troppo esigente nella scelta della futura sposa, ma in verità lui non aveva ancora trovato la fanciulla giusta che riuscisse ad entrare davvero nel suo cuore.
Stava diventando indispensabile che si sposasse al più presto. Era necessario che lui trovasse la moglie che sarebbe poi diventata la futura regina.

Il re, stanco di attendere che il principe esprimesse finalmente una scelta, mandò i suoi ambasciatori a contattare tutti i regni vicini e invitò ogni principessa nubile e dell'età giusta ad un grande sontuoso ricevimento. Ne arrivarono dieci, tutte bellissime.
Però, il mattino dopo la festa, il principe comunicò ai genitori che nessuna principessa era riuscita ad interessarlo abbastanza.

Il re la regina, senza perdersi d'animo, riprovarono allora con le ragazze delle famiglie più nobili.
Erano oltre cinquanta. La festa fu grandiosa e durò un'intera settimana, per consentire ad ogni dama di farsi conoscere, apprezzare, conversando e ballando con Lucio.
Ma anche questa volta il principe non riuscì a trovare una ragazza che lo affascinasse tanto da desiderarla come moglie.

Il re e la regina, dopo essersi a lungo consigliati, pensarono:
– Finora non siamo riusciti a trovare una donna che piaccia al principe. Nessuna principessa, nessuna fanciulla nobile gli è andata bene ... non perdiamoci d'animo!
Proviamo anche con qualsiasi altra ragazza, basta che sia di buona famiglia, ben educata e dell'età giusta. –
Gli araldi inviati dal re girarono allora tutte le città del regno, declamando a gran voce nelle piazze principali il bando dell’invito a corte.

L’iniziativa ebbe grande richiamo, infatti arrivarono alla reggia molte centinaia di aspiranti alla mano del principe.
Ce n’erano di bionde, brune, rosse; sia slanciate che piccoline, snelle, grassottelle e magroline. Comunque, tutte assai graziose.

Il ricevimento La festa avrebbe potuto durare varie settimane e sarebbe stata enorme la fatica di Lucio per portarla a termine.
Ma, dopo aver ballato con un primo gruppo di fanciulle, lo sguardo del principe si posò affascinato su una di loro.
La premiata di tanta attenzione si chiamava Vera e diventò da quel momento l’unico interesse di Lucio.
Lui non sapeva staccarle gli occhi di dosso e prese a corteggiarla dedicandosi soltanto a lei.
Non era certamente la più bella, né la più elegante, anzi, forse era la più semplice di tutte, ma il principe si sentì fortemente attratto e se ne innamorò.
Saranno stati i suoi occhi, sarà stato il suo sorriso? Chi lo può dire: al cuore non si comanda!

La sera stessa il principe comunicò al re e alla regina di aver finalmente trovato la ragazza che desiderava. Non se lo fecero ripetere e si diedero subito da fare coi genitori di Vera per organizzare il sospirato fidanzamento.
Loro erano di origini modeste: commercianti in tessuti. Ma, viste le difficoltà che il principe aveva avuto nella scelta della fidanzata, il re e la regina accettarono senza obiezioni il fatto che Vera non fosse di sangue nobile.

Il fidanzamento avvenne dopo poche settimane e, passati tre mesi, Lucio e Vera convolarono a nozze con una fastosa cerimonia a cui assistettero migliaia di sudditi.
Gli anziani genitori di Lucio abdicarono per cedere il trono alla giovane coppia e la nostra Vera divenne la nuova regina di Belmonte.

Le cose erano successe molto rapidamente e lei si era lasciata trasportare soltanto dall’amore per Lucio. Però, una volta terminate le feste e le cerimonie, cominciò a riflettere e nel suo animo iniziò a farsi strada una forte preoccupazione.
Infatti, si vedeva assai diversa da tutte le persone importanti e nobili che si trovava attorno. Si sentiva di origine umile e mediocre, senza la fierezza e il fasto di tutti quelli che frequentavano la reggia.
Rimuginando questi pensieri, decise però che poteva anche lei farsi ammirare, farsi invidiare, esibendo cose mai viste a corte. In fondo, diventata regina, non le mancavano certo i mezzi per poter soddisfare qualunque capriccio.
Decise allora che avrebbe sempre cercato di mostrarsi con qualcosa di suo molto originale, di cui, sia le persone a corte, sia il popolo, potessero parlare con grande ammirazione.

L'acconciatura Ecco la sua prima trovata.
C’era un’importante festa per l'anniversario della fondazione del regno. All’ingresso del grande salone da ballo il re, Lucio, attendeva che arrivasse la regina ed ecco che alla fine lei apparve. Ma portava un’acconciatura, così grande e imponente che quasi, quasi urtava i lampadari, col rischio di incendiarsi alla fiamma delle candele.
Da tutti i presenti si levò un mormorio di meraviglia:
– Oohh …! –
Ma non vi dico gli altri commenti, appena sussurrati, dei presenti e quelli ironici di tutti i sudditi quando, l’indomani, si sparse la notizia dell'estrosa acconciatura della regina.

Se era stato suo desiderio far parlare di sé, Vera c’era senz’altro riuscita!
Per non amareggiarla, Lucio di buon grado accettò, senza riprenderla, la bizzarra trovata di Vera. Tra di sé, infatti, si ripeteva:
– E’ ancora inesperta, forse ha peccato un po’ di originalità, imparerà presto come comportarsi a corte. –
Ma Vera non si rendeva affatto conto dei commenti negativi alla sua trovata. Al contrario, ne era rimasta soddisfatta e cominciò già a progettare qualcos’altro di eccentrico per la successiva festa reale.

La settimana seguente c’era in programma una battuta di caccia, aperta ai cavalieri e alle loro amazzoni.
Il cavallo Vera voleva trovare ciò che le permettesse di essere davvero unica e diversa da ogni altra cavallerizza e tra sé ripeteva:
– Devo progettare un abbigliamento assolutamente originale per farmi ben notare. –
Pensa e ripensa … e che cosa mai le venne in mente?
– Un cavallo rosa a fiori azzurri! Sì, andrò al raduno montando un cavallo così … nessuno ancora l’ha mai avuto! –
Doveva essere una sorpresa anche per Lucio, perciò, eccitata, senza dirgli nulla, incaricò il pittore di corte e lo stalliere di dipingere il suo cavallo bianco più bello come voleva.

Il giorno stabilito la regina arrivò nel prato, dove stavano radunati gli altri partecipanti, trotterellando sul suo destriero così dipinto ed allora si levò dai presenti un coro di meraviglia:
– Oooh … ohhhh …! –
Davvero non s’era mai visto nulla di simile!
Piaceva alle persone, perciò avrebbe potuto essere un’idea azzeccata.
Però non fu così per i cavalli: a loro non andava proprio a genio quella irriverente trasformazione e presero a scalciare imbizzarriti, disarcionando cavalieri ed amazzoni.
Il disordine agitò i cani da caccia: le mute fuggirono nel bosco, abbaiando furiosamente, rincorse a fatica dai poveri battitori.
I falchi beccarono sul naso i propri falconieri, volarono via e non furono più ritrovati.
Ovviamente la battuta di caccia venne annullata.

Anche stavolta Lucio non volle rimproverare la regina, infatti rifletteva tra di sé:
– Sì, certamente, Vera ha avuto un’idea strampalata, ma è ancora inesperta. Migliorerà, le devo dare un po’ di tempo. Attendo la prossima occasione in cui dovrà apparire in pubblico. –

Quell’occasione non tardò ad arrivare. Nel calendario degli eventi di corte c’era in programma una grande festa da ballo a cui erano invitati i nobili più importanti di Belmonte e dei regni amici.
Arrivò la sera del nuovo ricevimento. Vera fece il suo ingresso nel salone, dirigendosi verso Lucio che già l’attendeva in mezzo agli invitati.
Non portava nulla di eccentrico sul capo, ma stavolta era imponente il suo vestito, che infatti aveva uno strascico sorretto da ben dodici valletti! Al suo passaggio tutti dovevano scansarsi.

Il vestito con lo strascico

Ogni volta che la regina cambiava direzione provocava un parapiglia tra gli invitati, obbligati a spostarsi in fretta, rischiando di far cadere i bicchieri del brindisi che tenevano in mano.

Ne successero di tutti i colori! Vi racconto soltanto i principali.
Il principe di Torralta, che aveva messo per errore un piede sullo strascico, rovesciò lo champagne nella scollatura della baronessa Coccodè, che prese a gridare, appunto come una gallina.
Dallo spavento i valletti mollarono lo strascico; questo, senza più controllo, prese ad arricciarsi come un serpente arrabbiato tra i tappeti e le gambe dei presenti.
Le dame si misero a gridare dallo spavento: otto di loro svennero e dovettero ricorrere ai sali.
Per il grande fracasso, arrivarono di corsa gli armigeri del Corpo di Guardia, con gli archibugi carichi e le spade sguainate, temendo che qualcuno stesse attentando alla vita del re.
Le dame allora strillarono più forte e molto più spaventate di prima: dieci, di cui quattro che già stavano annusando i sali, svennero e dovettero ricorrere ai medicamenti e a vivaci sventolii.
La moglie dell’ambasciatore di Pianalunga si prese una storta e si ritirò infuriata con suo marito, col rischio di un incidente diplomatico, per non dire di una guerra!
Troppe grida, svenimenti, confusione: inevitabilmente la festa fu sospesa!

Appena furono da soli, conscia della delusione del re, sulle guance di Vera apparvero le lacrimucce, mentre lei cercava di spiegargli le ragioni di ciò che aveva fatto:
– Non voglio farti fare brutta figura, vorrei essere all’altezza del ruolo di moglie e regina.
Temo che tu ti penta di avermi sposata ... è mio dovere sorprendere e piacere a tutti i nostri sudditi! –

Lucio comprese la sua pena. Cercò allora le parole giuste per spiegarle che quei tentativi per essere originale non erano necessari:
– Cara, io ti ho scelta tra tante altre fanciulle perché mi piaci così come sei … non devi diventare diversa, né assomigliare a nessun’altra! –
E mentre Vera, confusa, si asciugava gli occhi, lui le confermò:
– Desidero veramente che tu rimanga così come ti ho conosciuta. Piaci a me e sono certo che piacerai a tutto il nostro popolo. Resta come sei sempre stata! –

E fu così veramente. Da allora Vera non cercò più alcuna stravaganza e giorno dopo giorno divenne la regina più stimata ed amata: ancora di più di ogni altra che i sudditi di Belmonte avessero mai avuto.

Tutti, proprio tutti quelli che la conoscevano l’ammiravano e le volevano molto bene (tranne, forse, qualche regina invidiosa dei paesi vicini).

Castello sulle nuvole



G.A.

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